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Autore: Redazione Raffaello

Perché i Quadri di civiltà e la Tematizzazione sono importanti per insegnare storia

Insegnare storia significa avviare i bambini verso la complessa e fondamentale competenza di pensare il presente storicamente.

Per arrivare alla strutturazione di tale pensiero storico (e geostorico), il sapere da apprendere va organizzato e tematizzato in modo che rispecchi la struttura propria della disciplina.

In particolare, uno degli aspetti più importanti da curare fin dal primo approccio alla storia è sicuramente la tematizzazione.

Cosa significa tematizzare?

Tematizzare è una operazione cognitiva fondamentale per organizzare il pensiero e il sapere storico. Imparare a tematizzare significa, per gli alunni, saper individuare le linee di indagine interne alla storia, così come sono state illustrate da Braudel: la storia economica, la storia politica, la storia sociale e così via.

La tematizzazione aiuta a descrivere i tratti caratterizzanti la vita dei gruppi umani, a strutturare le informazioni ricavate dalle fonti o dai testi in base a una precisa classificazione e quindi a stabilire nessi tra i diversi aspetti del gruppo o della civiltà in questione, consentendo di problematizzare le informazioni stesse.

Quale strategia può supportare l’insegnamento dell’operazione di tematizzazione?

Il Quadro di Civiltà è un efficace strumento che può aiutare gli alunni a tematizzare: esso ha una funzione puramente descrittiva della civiltà stessa e dà conto delle modalità in cui tale popolo viveva, da tutti i punti di vista, in un determinato ambiente e in un determinato periodo.

Tali temi (economia, politica, cultura, società, vita materiali, ecc.) sono raggruppati in indicatori tematici che costituiscono microdescrizioni dei comportamenti collettivi del gruppo umano preso in esame.

Per facilitare il lavoro di organizzazione degli alunni, gli indicatori possono essere semplificati attraverso voci che rappresentano gli aspetti storici da rilevare: per esempio si può far riferimento alle “attività umane” per raccogliere le informazioni relative all’economia, alla “società” per descrivere la situazione politica e sociale del popolo in questione, alla “tecnologia” o alle “invenzioni” per quanto riguarda la storia materiale.

Le notizie relative agli indicatori tematici possono essere facilmente reperite nel libro di testo, in particolare nelle parti descrittive.

Tale ricerca di informazioni può essere sostenuta tramite domande, che aiutano ad individuare ciò che si chiede al testo:

“quali attività praticava questo popolo? Da chi era governato? Che cosa inventò?”

Non solo i testi scritti sono elementi che aiutano a compilare il Quadro di Civiltà: le notizie possono essere contenute nelle fotografie presenti nel manuale, nelle ricostruzioni tramite disegni degli edifici e dei luoghi della vita quotidiana, nelle tavole di sintesi, in generale in tutte le sezioni che presentano e illustrano una situazione, una serie di comportamenti propri di un determinato popolo.

Più complessa risulta invece l’operazione di tematizzazione a partire dai testi narrativi, ovvero da quei paragrafi o da quelle sezioni che danno conto dei fatti accaduti; Il Quadro di Civiltà infatti esclude la forma narrativa, ovvero non può essere utilizzato per raccontare l’evoluzione o lo sviluppo di una civiltà: è una fotografia, scattata in un tempo e in uno spazio fissi.

Questa è una questione di primaria importanza: quando l’insegnante decide di far costruire ai suoi alunni un Quadro di Civiltà ne deve prima di tutto tracciare i confini spazio-temporali. Per questo si possono usare le carte geografiche e i grafici temporali, con la funzione di contestualizzare la descrizione del popolo da approfondire.

Come rappresentare, in modo che risulti evidente agli alunni, il Quadro di Civiltà?

La forma più utilizzata e più efficace è quella della mappa; essa, in quanto organizzatore grafico, ha due funzioni fondamentali:

  • da un lato la sua dimensione visuale aiuta gli alunni a fissare gli aspetti tematici raggruppati negli indicatori; è quindi uno strumento per la comprensione e la memorizzazione dei contenuti dati.
  • Dall’altro è uno dispositivo di sintesi, che aiuta a leggere il testo per ricavarne informazioni e organizzarle in base ad un sistema storicamente fondato; sostiene dunque la ricostruzione del sapere e la sua problematizzazione.

Per sintetizzare, alcune indicazioni per facilitare il lavoro degli insegnanti.

Se si lavora per quadri di civiltà occorre tenere presenti tre elementi fondamentali:

  • Spazio e tempo entro cui si colloca la descrizione data dal quadro vanno sempre precisati. In genere si dovrebbe preferire il periodo nel quale la civiltà era nel suo massimo sviluppo e presentava gli aspetti maggiormente caratterizzanti. Nella sintesi visuale tali elementi devono avere una posizione preminente, in modo che risultino chiaramente identificabili. Le domande “quando” e “dove” dovrebbero essere, per gli alunni, il punto di partenza per ogni tipo di riflessione storica si apprestino a fare.
  • Il Quadro di Civiltà, come detto, ha la funzione di descrivere: per far comprendere agli alunni che una civiltà non rimane tuttavia fissa ed uguale a sé stessa nel tempo lungo della sua durata, sarebbe bene presentare più quadri per la stessa civiltà in periodi differenti. A partire da quelli disponibili nel manuale, che in genere rappresentano il momento di maggior splendore del popolo trattato, il docente può decidere di seguire lo stesso modello per costruire altri quadri di altri periodi (la nascita di una civiltà, il suo declino, ecc.) e metterli in successione cronologica.

Ciò potrebbe avviare alla strutturazione dell’idea di trasformazione, osservando le permanenze e i mutamenti che i diversi indicatori tematici possono presentare; inoltre consentirebbe di introdurre il concetto di periodizzazione, indicando come periodo storico il lasso di tempo in cui le caratteristiche di un popolo, di un luogo, di una situazione sono rimaste comuni e attribuendo alla trasformazione la funzione di periodizzare, cioè di passare da un’epoca ad un’altra nuova.

  • Nel momento in cui si costruiscono i quadri per le civiltà che si devono affrontare è bene utilizzare sempre gli stessi indicatori tematici, in modo che siano comparabili; in questo modo l’insegnante può pensare ad attività di confronto tra civiltà, che possano dare l’idea del mondo come sistema storico complesso: per esempio, popoli contemporanei potevano avere tratti simili o differenti, popoli vissuti in spazi analoghi potevano aver sviluppato sistemi economici, politici o sociali simili o differenti.

A questo punto l’alunno può interrogarsi sui perché, avviando il processo di interpretazione storica.

Bibliografia minima:

Braudel, F. (1998). Storia misura del mondo. Bologna : Il Mulino.

Mattozzi, I. (2009). La didattica dei quadri di civiltà. In M.T. Rabitti (ed.), Per il curricolo di storia. Idee e pratiche (pp. 79-92). Milano : Franco Angeli.

Mattozzi, I. (2011). Pensare la storia da insegnare. Castelguelfo : Cenacchi.

Pentucci, M. (2018). Come da manuale. La trasposizione didattica nei contesti di insegnamento-apprendimento. Reggio Emilia : Junior.

Pentucci, M., & Laici, C. (2019). Gli organizzatori dell’azione didattica: un confronto tra docenti in servizio e studenti in formazione pre-service. Education Sciences & Society, 10(1). 157-169.

 

Nel nuovo Sussidiario Il Cerchio dei Saperi la Tematizzazione e i Quadri di Civiltà aiutano l’apprendimento della storia!

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Amo leggere = amo crescere

Spunti e suggerimenti per avvicinare i bambini all’esperienza della lettura e al mondo straordinario che porta con sé.

Qual è il supporto che un libro può offrire alla crescita dei nostri bambini? Perché la lettura è così importante? Quali sono le strategie che si possono utilizzare per sorgere la loro passione per i libri?

È ormai scientificamente provato che entrare in contatto con i libri fin da piccoli amplia enormemente il vocabolario del bambino, la cosiddetta “scatola delle parole”, sviluppando le capacità di comprensione del linguaggio e la produzione di nuove immagini mentali. Inoltre, la lettura amplifica la gamma di stimoli cui i bambini sono esposti e dunque rappresenta uno strumento molto potente per incrementare le capacità di apprendimento.

Gli effetti che la lettura genera, sia autonoma sia sotto forma di ascolto, sono dunque molteplici:

  • incrementa il livello di alfabetizzazione,
  • amplia il vocabolario
  • produce migliori performance attentive e migliori risultati scolastici.

Un bambino che legge non solo sarà un bambino che pensa, ma anche che sogna e che esprime i suoi desideri, la sua immaginazione e la sua creatività. Inoltre, le storie che raccontiamo ai nostri bambini o che essi leggono in autonomia hanno il potere di trasmettere valori fondamentali come quello dell’amicizia, del rispetto dell’altro, della diversità contribuendo al loro sviluppo emotivo e sociale.

“Questa storia mi ha fatto piangere” non vi è mai capitato di sentire queste parole da qualcuno dei vostri alunni? Sì, perché la lettura è veicolo di emozioni, un veicolo potente. E sappiamo bene quanto lavorare sulle emozioni sia importante, soprattutto ai giorni nostri! Il libro deve diventare un oggetto familiare, sempre presente soprattutto a scuola. Fin dalla prima è importante che i bimbi familiarizzino con l’oggetto-libro: che lo prendano in mano, che imparino a conoscerlo sfogliandolo liberamente.

Le attività di animazione alla lettura diventano quindi di fondamentale importanza, sia quelle libere, ludiche e giocose, sia quelle finalizzate alla comprensione profonda di ciò che si va leggendo.

Nella serie delle guide AMO LEGGERE sono declinate moltissime attività da “giocare” con gli alunni, laboratori di costruzione, di teatro, circoli di lettura, recensioni, lapbook…

Amo leggere Amo leggere attivamente Amo leggere attivamente - Lapbook

Il menù take away della lettura, proposto in calce, offre un ventaglio vastissimo di attività nel quale l’insegnante non ha che da scegliere. Il CD allegato offre una gamma vastissima di schede divertenti create per “gustare” il libro in tutti i suoi aspetti.

Amo leggere - Pag. 127

Viaggi di Istruzione: andar per musei

I viaggi di istruzione costituiscono un arricchimento dell’attività didattica e rispondono alle finalità formative della scuola. La visita al museo favorisce la conoscenza diretta degli aspetti storici, culturali ed artistici degli argomenti trattati.

In questo periodo si discute di mete per i viaggi di istruzione da programmare per il prossimo anno. Perché la visita ad un museo rappresenta un appuntamento da non mancare?

Perché il museo è un luogo d’apprendimento, un luogo educativo che può essere anche divertente. Inoltre, contribuisce alla formazione del futuro cittadino adulto. Alcuni studi infatti sostengono che alla base della fruizione museale in età adulta c’è una fruizione avvenuta in età scolastica che ne ha influenzato gli atteggiamenti. È attraverso la conoscenza e la frequentazione dei musei, già a partire dal primo ciclo scolastico che si possono porre le basi per un’educazione consapevole al patrimonio culturale.

A seguire un elenco di Musei adatti ai bambini, presenti sul territorio nazionale.

MUSEO EGIZIO DI TORINO

Faraoni, mummie, statue gigantesche: non c’è dubbio che una visita al Museo Egizio di Torino rappresenta un’esperienza incredibile per i più piccoli. È il posto perfetto dove avvicinarli alla storia in maniera divertente e giocosa. Tra reperti straordinari e laboratori per bambini, è impossibile non rimanere affascinati da questo straordinario museo, il secondo al mondo dopo quello del Cairo.

Per saperne di più: https://museoegizio.it/

MUSEO DELLE SCIENZE DI TRENTO

Sei piani del museo, costruiti ad anello intorno a una corte interna in cui volteggiano, appesi, animali di ogni genere. Ogni piano del Museo racconta un habitat e un aspetto della vita sulla Terra, passando dagli spazi dedicati alla natura alpina, a quelli che approfondiscono la tecnologia e la sostenibilità, alle riproduzioni degli scheletri di dinosauro (le attrazioni preferite dai bambini). E c’è anche spazio per giocare!

Per saperne di più: https://www.muse.it/it/Pagine/default.aspx

L’ACQUARIO DI GENOVA

L’Acquario di Genova – il più grande acquario d’Europa – è un’esperienza unica, durante la quale i piccolissimi si emozionano e i più grandicelli si incuriosiscono e vogliono scoprire tutto sugli ambienti marini. Esperienze tattili, percorsi e attività tematiche rendono questo luogo ricco di emozioni e di meraviglia che li induce ad amare e a rispettare la natura.

Per saperne di più: https://www.acquariodigenova.it/

MUSEO LEONARDO DA VINCI

Ogni bambino rimarrà estasiato dalle opere e dai marchingegni di Leonardo, un personaggio che suscita da sempre grande fascino per la sua enigmatica scrittura speculare e per i misteri che aleggiano intorno alla sua figura. Vinci è il punto di partenza per scoprire tutto su questo grandissimo uomo e ci sono diverse proposte per affascinare e coinvolgere piccoli scienziati in erba.

Per saperne di più: http://www.museoleonardiano.it/ita/educational/con-la-famiglia

MUSEO DI ZOOLOGIA DI ROMA

Insieme a giochi e attività creative e sensoriali, il Museo Civico di Zoologia di Roma offre avventure entusiasmanti ai bambini di tutte le età, per andare alla scoperta degli animali, della natura e della scienza, tra sale tradizionali e percorsi nuovi, pensati in modo immersivo e interattivo.

Per saperne di più: http://www.museodizoologia.it/attivita-educative/attivita-per-ragazzi-e-famiglie/

CITTA’ DELLA SCIENZA

A Napoli lo spazio per bambini e con i bambini della Città della Scienza è articolato in diversi percorsi: un percorso percettivo sui cinque sensi, aree dedicate al movimento e all’equilibrio, il cantiere della Casa in Costruzione, un Planetario per i più piccoli, una casa sull’albero per “leggere”, un’area di gioco e psicomotricità per i piccolissimi da 0 a 3 anni.

Per sapere di più: http://www.cittadellascienza.it/catalogo-scuola/uno-spazio-per-i-bambini-e-con-i-bambini/

E, per finire il tour, un gioco divertente… perché non creare anche un museo con i capolavori della classe?
Scoprine uno! https://flaviafranco.it/classe-quinta/museo-della-storia-esposti-i-nostri-lavori/

Andar per musei

 

11 Ottobre – Giornata Mondiale delle bambine e delle ragazze

Una bibliografia ragionata per riflettere insieme in classe sugli stereotipi di genere.

Le Nazioni Unite dedicano ogni anno la giornata dell’11 ottobre alle bambine e delle ragazze.
Tramite la Risoluzione 66/170 del 19 dicembre 2011, le Nazioni Unite hanno deciso di istituire questa giornata al fine di concentrare l’attenzione sui diritti delle più piccole e sulla necessità di promuoverne l’emancipazione poiché il miglioramento delle loro condizioni di vita coinvolge le famiglie, le comunità e la società intera.
Anche se sembra che nei paesi occidentali il problema non sussista, basta guardarsi intorno per rendersi conto che di strada da fare ce n’è ancora molta.

La giornata dell’11 ottobre può fornirci lo spunto per introdurre e successivamente sviluppare l’argomento, magari aiutati dalla lettura di un libro.
Ecco una bibliografia che può esserci utile, accompagnata da una breve descrizione del contenuto:

Per i più piccoli:

Francesca Mascheroni – Uffa, le femmine! Uffa, i maschi! – Il Mulino a Vento, Serie Gialla

Uffa, le femmine! Uffa, i maschi!Federico, a causa di un impegno della mamma, oggi dovrà rimanere per qualche ora a casa di una compagna, Elisa. Una vera sfortuna per chi, come lui, le femmine non le sopporta proprio!
Alice è emozionata per la gita scolastica. Quando sale sul pulmino, però, si accorge che il suo posto non è con le sue amiche del cuore, ma vicino a… un maschio! Attraverso due storie divertenti, Federico e Alice impareranno una cosa nuova: quando ci si diverte e si sta bene insieme, l’essere “maschi” o “femmine” non ha più tanta importanza.

Per i più grandi:

Loredana Frescura – Il pallone è maschio, la palla è femmina! – Il Mulino a Vento, Serie Rossa

Il pallone è maschio, la palla è femminaCarlotta ha dieci anni e gioca a calcio in una squadra mista del suo paese. Durante le partite, guarda le nuvole per cercare il volto del suo papà che, dal cielo, le dà consigli sul modo migliore di battere un rigore e sul modo migliore di sorridere al mondo. La sua mamma ha i capelli rosso – ciliegia e la porta agli allenamenti con un vecchio motorino arancione. Però un’epidemia di varicella colpisce la squadra e allora tutto sembra perduto. Carlotta ha un’idea che meraviglierà molti, ma è l’idea migliore per dare al calcio e allo sport una nota di vera bellezza.

 

 

Flavia Franco – Sulle rive del Tigri – Il Mulino a Vento, Un tuffo nella storia

Sulle rive del TigriNajeba, una ragazzina sumera intraprendente e coraggiosa, ha una grande abilità: è una campionessa nel gioco delle biglie e ogni giorno sfida e sconfigge i suoi coetanei maschi grazie alla sua abilità e precisione. Ma Najeba ha un sogno segreto: nonostante le sue umili origini, vorrebbe diventare una scriba del tempio.

 

 

Michela Albertini – Nina e la capanna del cuore – Il Mulino a Vento, Serie Blu

Nina e la capanna del cuoreCostretta a seguire la famiglia, Nina, una bambina di origine albanese, si trasferisce in una nuova città, abbandonando gli affetti e le amicizie faticosamente conquistati dopo il suo arrivo in Italia.
Adesso dovrà ripartire da capo, ma l’inserimento a scuola sarà molto difficile, a causa dell’ostilità di alcuni compagni, che la deridono con dispetti e pregiudizi razziali.

 

Claudio Elliott – Cleopatra, la regina delle regine – Il Mulino a Vento, I grandi della storia

Cleopatra - La Regina delle regineCleopatra, faraone d’Egitto dal 51 al 30 a.C., fu la donna più potente dell’antichità; era intelligente, astuta e molto colta. Riuscì a far innamorare di sé Giulio Cesare e Marco Antonio, dando sicurezza e stabilità al suo regno. Dall’infanzia, prima felice poi tormentata, alla salita al trono a soli 18 anni, ai trionfi in Egitto, nella lussureggiante cornice del fiume Nilo, il racconto ripercorre la gloria e lo splendore, ma anche le fragilità, la sconfitta e la morte di questa donna straordinaria.

 

E per concludere in bellezza questo articolo, chiediamo aiuto a Rita Levi-Montalcini:

“Le donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente. Hanno sempre dovuto portare due pesi, quello privato e quello sociale. Le donne sono la colonna vertebrale delle società.”
(Rita Levi-Montalcini)

Primi giorni di scuola: iniziamo con un gioco

Il gioco è lo strumento principe attraverso il quale il bambino esprime la propria identità e sviluppa le proprie conoscenze, anche le più complesse.

Il gioco è sempre un momento molto importante per i nostri alunni, qualunque classe frequentino.

Il gioco rende felici, libera le emozioni, annulla le barriere, ricarica di energia.

Soprattutto all’inizio dell’anno riveste un ruolo essenziale: permette ai bambini di conoscersi, se si tratta di una classe prima, o di ricostituire il gruppo e/o integrare nuovi alunni se si tratta di classi successive. I giochi che possiamo proporre sono di due tipi: individuali o di gruppo. Un esempio di questo tipo di gioco individuale sono le sedie musicali.

Si inizia con un numero di sedie inferiore di uno rispetto al numero degli alunni. Si dà il via alla musica. Quando l’insegnante interrompe, i bambini devono occupare una sedia. Ad ogni ripresa si eliminerà una sedia e ad ogni giro un giocatore uscirà. Il rischio di questo tipo di giochi, pur essendo molto divertenti, è che dopo due minuti dall’inizio ci si ritrovi già con un primo eliminato, seduto e annoiato cui andranno ad aggiungersene altri. Se la classe è turbolenta, si corre il rischio che inizino a disturbarsi a vicenda, creando problemi per il prosieguo dell’attività. Alla fine rimarranno solo due giocatori mentre gli altri aspettano che la partita finisca.

I giochi individuali sono comunque divertenti e non vanno demonizzati, poiché stimolano aspetti importanti come le capacità strategiche e l’accettazione della sconfitta.

Nei giochi di gruppo invece a sfidarsi sono squadre composte da più bambini e bambine.
I giochi di gruppo fanno leva sulla cooperazione, sullo sforzo comune per raggiungere un obiettivo, sull’accettazione dei tempi e delle capacità di tutti.

Un esempio di questi giochi è il “Tutti per uno, uno per tutti”. Il gioco dovrebbe essere svolto preferibilmente in palestra ma può andare bene anche un cortile.

  • Si dividono gli alunni in gruppi da 4-5
  • Ogni bambino ha a disposizione un foglio di giornale
  • Ciascuna squadra deve compiere il percorso prestabilito camminando solo sui fogli di giornale
  • Vince il gruppo che taglia per primo il traguardo (naturalmente quando anche l’ultimo componente avrà superato la linea di arrivo)

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Dopo aver sperimentato entrambi i giochi sarà bello aprire con i bambini una discussione:
Quali le differenze? Quali i vantaggi o le difficoltà? Quale il gioco più divertente? Meglio giocare da soli o in squadra? A questo punto, buon nuovo inizio e … buon gioco a tutti!
A questi link troverete altri giochi per i primi giorni di scuola e non solo: Giochi di accoglienza

Leggi e vai: compiti di lettura e non solo

Alle porte delle vacanze, ogni anno la stessa domanda: compiti sì o compiti no?

La scuola sta finendo e l’estate è alle porte (si spera…).
Arriva il momento in cui noi insegnanti dobbiamo prendere una decisione sui compiti delle vacanze.
Assegnarli oppure no? Se sì, quali, quanti, come?
Personalmente credo che i compiti delle vacanze vadano assegnati. Un piccolo esercizio ogni tanto mantiene la mente allenata e fa sì che i bambini si abituino a adempiere a questo piccolo dovere, allontanando la tentazione, sempre in agguato, dei videogiochi.
Nello stesso tempo sono fermamente convinta della necessità che durante l’estate i nostri alunni giochino, si divertano e si riposino. L’anno scolastico è lungo ed impegnativo, il diritto al gioco e al riposo va salvaguardato.
Dunque, contemperare le due esigenze significa per noi insegnanti agire “cum grano salis”.
In circolazione ci sono molte proposte di libri per le vacanze accattivanti e “leggeri”. Io prediligo quelli multidisciplinari. L’idea dei diversi volumi penso possa sovraccaricare il bambino, raddoppiando, per forza di cose, le richieste.

Molto importanti, secondo me, sono i “compiti di lettura”.
Nelle mie classi consegno ai bambini un elenco di titoli, chiedendo loro di scegliere almeno due libri da leggere dei quali discuteremo al rientro a scuola.

Per le insegnanti che utilizzano il LEGGI E VAI, creare un elenco è abbastanza semplice. Basta fare riferimento ai testi suggeriti nelle varie sezioni del circolo dei lettori. I libri potranno essere reperiti nelle biblioteche civiche della città, pertanto nessun genitore (a meno che non lo voglia) sarà obbligato a comprarli.
Qui sotto l’esempio legato alla sezione del racconto di paura.

Leggi e vai - pag. 21

Se vogliamo che i bambini effettuino delle riflessioni sui libri che hanno letto, possiamo assegnare loro qualche scheda appositamente predisposta, iniziando con un’attività di analisi:

Amo leggere - pag. 124

per poi scendere sul livello della comprensione intervistando niente meno che il libro!

 Amo leggere - pag, 125

 

Infine, possiamo concludere la riflessione sul libro con l’aspetto emozionale, attraverso le sensazioni che ci ha donato e che vorremmo “regalare” a qualcuno.

Amo leggere - pag. 126

Le schede che ho utilizzato come esempio sono tratte dalla guida Amo leggere:

Amo leggere - Guida

A questo punto non mi resta che augurare felicissime vacanze a tutte voi.

Riposatevi! Ci vediamo a settembre con una nuova sorpresa!!!!!!!!!!!

Flavia

Leggi e vai: bambini e ritmi diversi. Strategie

A ognuno il suo! Suggerimenti e proposte per lavorare in classe rispettando le esigenze di ogni alunno.

Nelle nostre classi sono presenti bambini molto diversi tra di loro.
C’è l’alunno velocissimo, quello che dopo cinque minuti ti rivolge uno sguardo trionfante (gettandoti a volte nel panico) mentre grida:
– Maestra, ho finito!
C’è l’alunno tranquillo tranquillo, che parla, si guarda in giro, giochicchia con le matite, ficca il naso nel lavoro del vicino e dopo dieci minuti ancora non ha aperto il quaderno.
C’è l’alunno con difficoltà più marcate, che ti guarda smarrito mentre cerca di capire che cosa deve fare.
C’è l’alunno chiacchierone che parla parla parla e intanto non ascolta la consegna e poi non sa da che parte cominciare…
Ogni bambino un percorso, ogni bambino un ritmo diverso. 

Nel Leggi a Vai sono state inseriti suggerimenti metodologici e proposte di livello diverso proprio per agevolare il lavoro dell’insegnante evitando la faticosa ricerca di schede da fotocopiare e rendendo il libro uno strumento flessibile ed adattabile alle varie esigenze, senza però staccarsi dal percorso  ordinario, in modo da perseguire, tra gli altri, l’obiettivo di  una buona integrazione.

Le proposte, proprio per sottolinearne il carattere inclusivo, sono indicate con il logo: “L’unione fa la forza”.
A seguire un esempio di comprensione del testo:
Leggi e vai - pag. 22-23
Le pagine possono essere assegnate sia in attività cooperative, sia individuali. Essendo semplificate, ben si adattano anche ai bambini più lenti, che possono procedere con i loro tempi, mentre i compagni più veloci possono dedicarsi ad attività di comprensione più complesse:

Leggi e vai - pag. 26-27

I numerosi suggerimenti di lettura accompagnano l’alunno ad approfondire i vari livelli di comprensione, da soli o con un amico.

Leggi e vai - pag. 79
Lavorare “sul libro” e “con il libro”
significa proprio questo: assegnare consegne uguali a gruppi o a coppie di bambini in modo che si supportino a vicenda oppure attribuire consegne differenti, in modo che ciascun alunno possa trovare la più adatta al proprio livello cognitivo.
Nei casi più complessi (bambini non italofoni o con difficoltà conclamate) naturalmente si può fare ricorso ai testi semplificati disponibili sia in cartaceo sia in versione audio scaricabile on-line.

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 Per fare in modo che l’apprendere sia un percorso di crescita comune, un diritto uguale “per tutti”.

Leggi e vai: il racconto storico

Un prezioso alleato per imparare la storia

Il racconto storico è una tipologia di testo molto interessante e molto amata dagli alunni.
La classe quarta rappresenta il momento ideale per avviarne l’analisi.

Nel Leggi e Vai viene introdotta da un’intervista al professor De Fontis il quale, in qualità di esperto, ne riassume le caratteristiche principali:

Leggi e vai - pag. 124

Il racconto storico narra fatti che appartengono al passato e si svolgono in uno spazio e in un tempo ben definiti. L’autore di un racconto storico deve effettuare una ricerca approfondita avente come oggetto l’ambiente, la flora, la fauna, gli usi, i costumi, le abitudini quotidiane, i ritmi di vita del popolo che sarà oggetto del suo testo. La coerenza è indispensabile poiché nella narrazione non possono essere presenti elementi incongruenti con il periodo storico. Lo stesso tipo di coerenza investe anche il linguaggio che deve risultare adeguato al tipo di racconto.

Un bambino egizio, ad esempio, non potrà mai dire:
– Raga, stasera ci facciamo un hamburger e un cartoccio di patatine fritte…

Lascio a voi dedurre perché!

Il racconto storico ha lo scopo di appassionare il giovane lettore, trasmettendogli informazioni e conoscenze in modo nascosto e accattivante.

Dal racconto storico si possono dedurre e sviluppare aspetti che nel sussidiario delle Discipline vengono trattati in modo più specifico e settoriale.

Nell’esempio che segue, tratto dal libro “Sulle rive del Tigri”, il bambino viene a conoscenza dell’esistenza di uno straordinario oggetto di oreficeria, una corona appartenuta alla principessa Pu-Abi, uno dei personaggi del racconto. rinvenuta a Ur, nell’antica Babilonia (parte meridionale dell’Iraq), insieme a una stupefacente profusione di gioielli d’oro, databili alla metà del 111 millennio a.C. (circa 2500 a.C.)

Leggi e vai - pag. 126

Per creare un collegamento con l’oggi e con l’importanza dei musei, agli alunni viene proposta un’attività di documentazione sull’oggetto e sul museo in cui viene conservato.

Il racconto storico permette, attraverso l’immedesimazione, di calarsi nel periodo storico, rendendo la storia più “vicina” e agevolando in questo modo lo studio del periodo.

Nell’esempio che segue gli alunni vengono chiamati ad effettuare un’intervista a Marco Antonio in persona!

leggi e vai pag 129

Nel racconto storico infine si possono trovare ottimi spunti per sviluppare argomenti di discussione e di riflessione su problematiche che affondano le loro radici nel passato ma che, ahimè, persistono ancora oggi.

Il protagonista del racconto che segue, costretto a lavorare benché bambino, si presta, attraverso un COMPITO AUTENTICO, a stimolare un confronto su un tema scottante quale il lavoro minorile.

Leggi e vai - pag. 133

Se poi vogliamo arricchire il nostro percorso con video storici interessanti, possiamo rivolgerci a Rai Play, dove i nostri alunni, accompagnati da Alberto Angela, potranno addentrarsi dentro la storia del passato guardandola con gli occhi di oggi: https://www.raiplay.it/programmi/passaggioanordovest/

22 Aprile – Giornata mondiale della Terra

Compito autentico: il decalogo del RISPETTO!

La giornata della terra si festeggia il 22 aprile di ogni anno. È un momento di riflessione importante dedicato all’ambiente e alla salvaguardia del pianeta. Un giorno in cui vengono organizzate manifestazioni in tutto il mondo, per sensibilizzare sul tema dell’ecologia e fornire informazioni sullo stato di salute del pianeta.

L’idea di dedicare un giorno alla terra nasce da un gravissimo disastro ambientale avvenuto negli Stati Uniti nel 1969: un’enorme fuoriuscita di petrolio da un pozzo petrolifero.

In conseguenza di questo disastro, il 22 aprile 1970 è nata prima Giornata della Terra, cui parteciparono milioni di cittadini statunitensi. L’anno seguente anche le Nazioni Unite formalizzarono la partecipazione all’evento.

Nel sussidiario dei linguaggi LEGGI E VAI viene dato molto risalto alla cura dell’ambiente. Nelle pagine di Cittadinanza e Costituzione dedicate al RISPETTO si trovano alcune attività imperniate sull’importanza della salvaguardia del mondo che ci circonda.

 Leggi e vai - pag. 154-155

Partendo da queste riflessioni, può nascere un compito autentico.

Dopo la discussione in circle time su quali azioni intraprender per trasformare le parole infatti, gli alunni potranno creare un DECALOGO del RISPETTO, da appendere in casa, ad uso di tutta la famiglia.

Ecco alcune riflessioni da cui può prendere avvio il decalogo:

  • Usa la bici o i mezzi pubblici, uno più uno di noi fa cento scarichi in meno…
  • Spegni le luci quando non sei nella stanza. A che serve se non ci sei?
  • Non lasciare tv e computer in stand-by consumano energia elettrica per niente.
  • Preferisci la doccia alla vasca: la doccia consuma molta meno acqua e impiega meno tempo per scaldare l’acqua
  • Usa meno plastica.
  • Usa contenitori lavabili invece di quelli usa e getta.

Successivamente, si potrà proporre ai bambini una simpatica canzoncina, tratta sempre dal LEGGI E VAI

Leggi e vai - pag. 160

Potrebbe essere un ottimo spunto di riflessione anche la lettura di alcuni brani di Noi siamo il futuro, la raccolta di racconti ispirata all’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.

Insieme alla visione di bel video dell’European Space Agency, ESA sull’effetto serra.

 

Tutti insieme, sarà bellissimo creare uno slogan o cercare un aforisma da appendere sulla porta della classe, per ricordare a tutti che il rispetto della terra non finisce il 22 aprile…

“La terra non appartiene all’uomo, è l’uomo che appartiene alla terra”.
(Proverbio dei Nativi americani)

Leggere veloci, leggere bene, leggere per scelta

Idee, suggerimenti e tecniche per sviluppare e consolidare il piacere di leggere.

Di solito tutti noi, d’istinto, cerchiamo di evitare le cose che ci costano fatica. Poi, dal momento che siamo adulti, facciamo prevalere il senso del dovere o pensiamo al risultato che il nostro sforzo produrrà e quindi… procediamo. Per i bambini invece il meccanismo non funziona così bene. Se una cosa è faticosa… perché un bambino dovrebbe decidere di farla? Proviamo a spostare questo ragionamento sulla lettura.  Se il nostro alunno stenta, se impiega molto tempo nella decodifica, se non comprende subito ciò che legge, per quale arcano motivo dovrebbe scegliere di farlo?

In base a queste riflessioni da tempo propongo ai miei alunni attività giocose finalizzate ad aumentare la scorrevolezza e la fluidità mediante l’affinamento delle abilità tecniche.

Ho chiamato questi esercizi: PIRATI DEL TESTO. Con questi esercizi il bambino può:

  • dedicarsi alla decodifica senza preoccuparsi della comprensione o dell’espressività;
  • migliorare la scorrevolezza;
  • misurarsi con se stesso;
  • migliorare la velocità.

L’obiettivo delle attività suggerite è quello di rendere più rapida possibile l’associazione fonema/grafema e la conseguente lettura delle parole. Durante la prima fase di acquisizione della lettoscrittura il bambino è concentrato sulla decodifica più che sul significato del testo scritto. L’errore per anticipazione ne è un chiaro esempio. Accade quando il bambino, trovandosi di fronte alla parola “CAPPOTTO” si limita ai primi tre grafemi e legge “CAPPELLO”. In quel momento il suo bisogno immediato è quello di eliminare al più presto l’ansia legata alla decodifica della parola più che alla comprensione del significato. Via via che la lettura si fa più sciolta, il bambino sarà in grado di anticipare sempre meglio il significato di ciò che sta leggendo.

Ecco alcuni esempi di attività tratte dalla guida AMO LEGGERE:

Amo leggere

 

  1. LETTURA A ROVESCIO
    1. in senso regressivo ma corretto -> Es: Il cane di Paolo abbaia nel cortile di notte – notte di cortile nel abbaia Paolo di cane Il
    2. rovesciando anche le parole -> Es: Vetton id elitroc len aiabba oloaP id enac lI

    Può sembrare difficile ma, credetemi, con i testi brevi e semplici non lo è affatto.
    E contrariamente a quanto si può pensare, anche i bambini con difficoltà riescono nel compito (se serve con un po’ di aiuto della maestra).

  2. LETTURA DEL CANGURO
    Il brano – lettura preparata – viene letto ad alta voce una parola sì ed una no. Anche in questo caso l’esercizio è mirato esclusivamente all’acquisizione di velocità nella decodifica e non alla comprensione di ciò che il testo propone.
  3. LETTURA DI GRUPPO
    Il brano – lettura preparata – viene letto dai bambini a voce alta una parola ciascuno, prima dall’inizio e poi dal fondo. Ciò favorisce notevolmente la concentrazione, costringe a tenere il segno, evita la noia durante la lettura degli altri, diverte. Permette ai bambini con difficoltà nella lettura di seguire senza problemi, ottenendo le stesse performance degli altri (devono leggere solo una parola!) e invita al miglioramento. Sono i bambini stessi infatti che si sfidano a leggere più veloce.

Nel Leggi e VAI le pagine PIRATI DEL TESTO accompagnano lo sviluppo delle diverse tipologie.
Ecco un esempio legato al testo “giallo”:

Leggi e vai - pag. 99

Oppure al testo poetico:

Leggi e vai - pag. 145

Un esempio con step di miglioramento:

Leggi e vai - Pag. 74

Esercitarsi, misurarsi, divertirsi, migliorare… 
Leggere veloce, leggere bene, leggere per scelta, diventando CONSUMATORI FELICI DI STORIE.

21 Marzo – Giornata mondiale della poesia

Spunti di riflessione e suggerimenti operativi per scoprire insieme ai bambini il testo poetico.

Poesia e magia, direbbe il sommo Gianni Rodari, formano un binomio fantastico da far scoprire ai nostri alunni fin dalle prime classi. I bambini, per loro natura intrisi di meraviglia, di emozione, di stupore, di ingenuità, rappresentano l’humus ideale nel quale la poesia può felicemente germogliare.

Ma, perché l’approccio al testo poetico risulti completo e gratificante, è necessario percorrere due strade: quella della fruizione e quella della produzione. I bambini devono comprendere la poesia dei poeti, analizzarne la struttura, recepirne il messaggio per poter diventare poeti essi stessi ed avere così a disposizione uno strumento per comunicare emozioni, condividendole con altri in modo spontaneo, sciolto, creativo.

I testi poetici, pur essendo la massima espressione del pensiero libero, prendono vita attraverso forme e strutture differenti.

Nel Leggi e Vai, ad esempio, è proprio un poeta a spiegarlo ai bambini:

Leggi e vai - Pag. 138

Procedendo nell’analisi di componimenti differenti i bambini potranno verificare la veridicità di quanto affermato dal poeta. Per questo è importante che, in modo guidato, possano confrontarsi con tutte le tipologie, dalle più semplici (come la filastrocca) a quelle con linguaggi e contenuti più complessi.

Leggi e vai - Pag. 148

Dopo l’analisi i bambini, coadiuvati dalle proposte del laboratorio di scrittura, potranno passare alla produzione per imitazione…

Leggi e vai - Laboratorio - Pag. 69

Imparando a “costruire” nuove poesie anche attraverso modalità stimolanti e creative.

Leggi e vai - Laboratorio - Pag, 70

Leggi e vai - Laboratorio - Pag. 72

Il mondo dei poeti è un giardino pieno di fiori da cogliere. Sarà bellissimo far scoprire ai bambini che a volte la poesia si può nascondere anche dentro i testi delle canzoni.

Leggi e vai - Pag. 151

Infine, dopo aver analizzato i consigli sulla poesia del “Circolo dei lettori”:

Leggi e vai - Pag. 176

si potrà aprire una finestra interdisciplinare, chiedendo ai bambini un compito autentico:  “raccontare” la poesia con linguaggi differenti magari attraverso un video:

 

o con un’attività manuale creativa. In fondo il 21 marzo è anche il giorno in cui prende avvio la dolce Primavera…

https://flaviafranco.it/classe-quarta/compito-creativo-costruisci-la-primavera-fase-1/

Strizzo il testo – L’importanza del riassunto

Strategie, metodi e suggerimenti per insegnare come riassumere un testo

Saper riassumere è un’operazione fondamentale.

A LIVELLO ORALE permette di esplicitare con chiarezza il proprio pensiero, di andare al succo del discorso senza perdersi in digressioni inutili e senza dimenticare dati importanti e o irrinunciabili.

È indispensabile per sviluppare un METODO DI STUDIO efficace, che tenga conto anche dei legami logici e temporali nonché del lessico che caratterizza il brano che l’alunno deve ricordare.

A LIVELLO SCRITTO permette di esercitare le abilità di sintesi, di scoprire la struttura di un testo, di individuare i dati inutili o sovrabbondanti, di estratte le informazioni fondamentali riproponendole con altre parole, parafrasandole e rendendole proprie.

Dico spesso che è l’insegnante di ITALIANO che introduce al METODO DI STUDIO, poiché, lavorando sui vari tipi di testi, cercando nessi logici e parole chiave, individuando inferenze, compiendo deduzioni, schematizzando, egli guida il bambino ad impadronirsi di tutte quelle operazioni che gli saranno utili nelle discipline di studio. Per questo secondo me sarebbe importante che tutti gli insegnanti si coordinassero nelle richieste. Ciò permetterebbe ai nostri alunni di ritrovare la stessa modalità di lavoro in tutte le discipline.

Nel LEGGI E VAI è stata inserita una sezione specifica al riguardo, denominata in modo simpatico “STRIZZO IL TESTO”.

La sezione guida il bambino, passo passo, a compiere i passaggi necessari, iniziando dal RICONOSCIMENTO e dalla SINTESI delle SEQUENZE, attraverso la riflessione sulle informazioni essenziali e sull’eliminazione di quelle superflue.

Leggi e vai - pp. 36-37

Nella fase successiva il percorso si sofferma sulla capacità di ESTRARRE UNO SCHEMA dal testo, offrendo al bambino molte varianti, affinchè egli possa scegliere quella che ritiene più congeniale.

Leggi e vai - pag. 52

Progredendo nel livello di difficoltà, la terza parte riguarda la relazione tra RIASSUNTO e DISCORSO DIRETTO e guida il bambino a comprendere il ruolo del discorso diretto nonché la possibilità di una sua trasformazione e rielaborazione.

Leggi e vai - pag. 88-89

L’ultima sezione del volume di classe quarta affronta argomenti più complessi quali la relazione tra RIASSUNTO e DESCRIZIONE e la RISCRITTURA mediante l’utilizzo di CONNETTIVI LOGICI.

Leggi e vai - pag. 100

A conclusione di ogni riassunto, è importante che il bambino ripeta, a voce alta, ciò che ha sintetizzato, in modo che se ne possa impadronire anche a livello orale.

Così facendo, imparerà a studiare…  senza accorgersene!

Bello, no?