Compiti per le vacanze, sì o no?
Una riflessione attorno al consueto dibattito sui compiti per le vacanze
COMPITI PER LE VACANZE, sì o no?
In questi giorni si sta sviluppando, come sempre, il dibattito intorno al fatidico problema:
“compiti delle vacanze sì, compiti no”.
Cercherò di spiegare in questo articolo perché sono favorevole.
Le vacanze dei nostri alunni durano circa tre mesi, da metà giugno a metà settembre. Un lasso di tempo molto lungo nel quale hanno la possibilità di ritemprarsi, di giocare, di stare con la famiglia, di andare in giro, di passeggiare e andare in bici, di visitare nuovi luoghi, di nuotare e costruire castelli di sabbia o lanciarsi in splendide gare di biglie.
È un tempo bellissimo, com’è giusto che sia, in cui la parola “libertà” deve farla da padrona.
All’interno di questo tempo di riposo, ritengo utile che i bambini dedichino qualche momento al loro “lavoro” di scolari. Un piccolo impegno spalmato su tre mesi di vacanza che, oltre a riabituarli a brevi momenti di concentrazione su un compito, educa al rispetto di qualche semplice dovere.
I genitori, che spesso vivono i compiti delle vacanze come un castigo per loro, condizionando anche il punto di vista dei bambini, dovrebbero affiancare le scelte degli insegnanti, valorizzando questi brevi momenti di impegno e ripasso, permettendo ai bambini di svolgerli in autonomia, dando loro fiducia.
“Scegli tu quando farli, mi fido di te. È bello ogni tanto tu rimettere in moto la mente! Se hai bisogno di un aiuto, sono qui”, magari aiutandoli a colorare o facendo a gara nel completare qualche esercizio, senza pretendere la perfezione, cosa che non dovrebbero fare neppure gli insegnanti.
Funzionano come ripasso?
Francamente non so rispondere. Forse sì, forse no. Quello che so per certo è che i nostri bambini “crescono” anche (e soprattutto) affrontando piccoli momenti che mettono alla prova la loro volontà e il loro impegno.
L’abitudine che si è diffusa in questi anni è quella di agevolarli sempre, eliminando dalla loro strada tutto quello che può richiedere un minimo di fatica.
“Prepara il bambino per il viaggio, non il viaggio per il bambino” recita un aforisma che amo molto.
In circolazione ci sono molti libri per le vacanze. Ne scelgo sempre uno semplice, divertente e accattivante dal punto di vista grafico. La richiesta che faccio ai miei alunni (e che condivido con i genitori) è:
“Divertitevi a completarlo. Cercate di predisporre un programma in modo che il lavoro non vi pesi e fate il meglio che potete. Se non riuscite ad ultimare l’opuscolo, pazienza”.
Ebbene, non capita MAI che qualcuno non lo termini.
Infatti, a settembre li utilizzo, attraverso la correzione collettiva o a gruppi, come fase di autovalutazione legata anche alla verifica dei prerequisiti in ingresso.
Ovviamente, insieme al libretto non devono mancare mai i consigli di lettura.
La famosa “lettura gratuita”, nata e cresciuta con il solo scopo di trasmettere emozioni.
Ma questo, come dicono i francesi, ça va sans dire …
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Flavia Franco
Insegnante di scuola primaria, tutor di scienze della formazione primaria, autrice di testi ministeriali e di narrativa, formatrice esperta di didattica della letto-scrittura, giornalista, blogger.
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