Debate: la valutazione
Giudicare e valutare il dibattito
GIUDICARE E VALUTARE UN DIBATTITO
“Bravi. Interessante dibattito!” Questa è l’espressione più comune con la quale si dichiara chiuso un dibattito e si invita l’uditorio ad un applauso collettivo quale segno di riconoscimento per lo sforzo compiuto. Ma dietro quelle semplici parole si nasconde un mondo molto complesso che è quello della valutazione.
La parola italiana “valutare” indica un insieme delicato di operazioni che hanno oggetti, attori e scopi diversi. Ciò vuol dire prendere in considerazione alcune questioni di fondo: cosa si valuta? Chi valuta? Con quale obiettivo?
Per rispondere a queste domande dobbiamo innanzitutto partire da una distinzione sostanziale tra Dibattito Curricolare e Dibattito competitivo poiché la valutazione si svolge su due piani paralleli e differenti: il percorso didattico e la disputa. Con il prima si valutano le abilità sviluppate dagli studenti, con il secondo la performance e porta a designare una squadra vincitrice. Ciascuna azione fa riferimento a differenti parametri di valutazione e a differenti soggetti coinvolti.
Cercheremo di chiarire questi aspetti seguendo i due diversi piani di sviluppo.
COSA SI VALUTA?
- Nel dibattito curricolare
A scuola si finisce per studiare solo quello che viene valutato. Per esempio, se l’insegnante nelle verifiche tiene conto solo della grammatica, gli studenti e le studentesse studieranno soltanto le regole di grammatica. Se nelle verifiche di storia si chiederanno fatti e date, gli studenti focalizzeranno l’attenzione solo su quelle. Il dibattito richiede però abilità molto complesse, che coinvolgono strutture e funzioni del linguaggio, abilità logiche, padronanza dei contenuti, abilità relazionali.
Affinché la valutazione sia efficace e formativa, si presuppongono le seguenti fasi:
1) declinazione di obiettivi cognitivi ben definiti; 2) pianificazione di attività didattiche volte al conseguimento di tali obiettivi; 3) valutazione in itinere per monitorare la progressiva acquisizione degli obiettivi programmati.
Le prove saranno, come in ogni percorso, sia diagnostiche, sia formative che sommative, ovvero iniziali, in itinere e finali. In questo contesto è possibile prevedere prove o valutazioni che siano espressamente focalizzate sui contenuti, sulle funzioni della lingua, sulla capacità di lavorare in team, sulle abilità comunicative.
Esempi di obiettivi cognitivi per studenti della scuola del primo ciclo, focalizzati sulle competenze orali, possono essere:
- Formulare frasi complete;
- Utilizzare consapevolmente connettivi logici;
- Disporre in sequenze logiche le idee;
- Formulare un’introduzione al discorso;
- Formulare una conclusione;
- Proporre idee all’interno del gruppo di lavoro.
Una chiara lista di obiettivi cognitivi aiuta il/la docente a comporre una checklist di valutazione che lo guiderà in tutte le fasi di sviluppo dei suoi studenti. Si partirà da una prima fase diagnostica per verificare i livelli di partenza della classe e si giungerà ad una valutazione sommativa al fine di accertare le competenze acquisite. Il percorso di sviluppo abbraccerà l’intero anno scolastico.
Un esempio di checklist potrebbe essere la seguente:
INDICATORI |
✓ |
X |
1. Ha formulato frasi complete |
||
2. Utilizza connettori logici |
||
3. Ha formulato l’introduzione |
||
4. Ha formulato la conclusione |
||
5. Cita le fonti |
||
6. Mantiene un contatto visivo |
La checklist proposta potrà essere cambiata e adattata all’attività svolta in classe, all’età degli studenti e soprattutto agli obiettivi fissati in sede di programmazione.
- Nel dibattito competitivo
La valutazione in questo caso si concentra solo sul dibattito e questo impone un significativo cambio di prospettiva. Si tratta di stabilire quali siano le questioni importanti su cui valutare l’intero dibattito.
I parametri utilizzati nel modello World School Debate sono sostanzialmente tre: il contenuto, lo stile e la strategia[1].
In teoria il massimo punteggio che viene assegnato ad ogni intervento principale è 100, invece per la replica finale 50. Tuttavia, nella pratica anche a livello internazionale si attribuisce un massimo di 80 punti per gli interventi principali e 40 per i discorsi di replica.
Ciascun punteggio complessivo viene ripartito in una scala di valori come riportato nelle seguenti tabelle:
DISCORSO COSTRUTTIVO |
Contenuto |
Stile |
Strategia |
Totale |
Eccellente |
32 |
32 |
16 |
80 |
Ottimo |
31 |
31 |
16 |
78 |
Superiore alla media |
30 |
30 |
15 |
75 |
Nella media |
28 |
28 |
14 |
70 |
Inferiore alla media |
26 |
26 |
13 |
65 |
Migliorabile |
23 |
23 |
12 |
60 |
DISCORSO DI REPLICA |
Contenuto |
Stile |
Strategia |
Totale |
Eccellente |
16 |
16 |
8 |
40 |
Buono |
15 |
15 |
8 |
38 |
Nella media |
14 |
14 |
7 |
35 |
Migliorabile |
13 |
13 |
4 |
30 |
Esaminiamo sinteticamente il significato di ciascun parametro:
Contenuto: riguarda la qualità e la quantità delle informazioni, dei ragionamenti e delle prove presentati durante i discorsi. Secondo questi criteri si valuta sia l’argomentazione, sia la confutazione. Infine, quando si parla di qualità si fa riferimento alla rilevanza, alla ragionevolezza e all’accettabilità di fonti e informazioni.
Stile: è il modo con cui gli oratori espongono il discorso. Attiene alla postura, alla gestualità, allo sguardo e alla voce utilizzati nel corso del dibattito. Se ne valuta la funzionalità e la coerenza rispetto al contenuto. Non rientrano nei parametri di valutazione eventuali influssi dialettali.
Strategia: fa riferimento a due aree principali. La prima riguarda il rispetto delle tempistiche, del ruolo e della struttura dell’intervento. La seconda riguarda la coerenza e coesione tra i diversi interventi.
CHI VALUTA?
- Nel dibattito curricolare
Gli atti di cui si compone la valutazione non sono mai unidirezionali, non dipendono tutti necessariamente dall’insegnante, ma possono assumere la forma di autovalutazione o di valutazione fra pari.
Esiste quindi una valutazione formativa svolta dal docente. Una prerogativa fondamentale affinché il docente stesso possa rendersi conto dell’efficacia della propria azione didattica e al tempo stesso dei progressi fatti dagli alunni e delle alunne.
Esiste anche una valutazione formativa svolta dal singolo studente. Infatti, le stesse checklist di valutazione utilizzate dal docente possono essere compilate dagli studenti per svolgere una significativa riflessione sulle eventuali difficoltà o sullo sviluppo delle proprie abilità.
Un’accurata distinzione tra il percorso formativo e la gara di dibattito eviterà di danneggiare gli allievi più fragili e soprattutto di alimentare l’idea che il Debate sia adatto solo a studenti che hanno una predisposizione naturale all’eloquenza. Invece monitorare e valorizzare i progressi di ciascuno significa far passare l’idea che tutti possono migliorare rispetto ai propri livelli di partenza, indipendentemente dalla possibilità di vincere o perdere una gara di dibattito.
- Nel dibattito competitivo
Nel dibattito competitivo è la giuria che decreta la squadra vincitrice. Alla giuria possono prendere parte sia i docenti, sia gli studenti. In ogni caso, vista la delicatezza e la complessità di questo ruolo è necessario che tutti i componenti siano consapevoli dei criteri di valutazione e sappiano come applicarli. Un utile suggerimento è quello di prendere nota dello svolgimento del dibattito: trascrivere, anche in modo abbreviato, quanto vene detto in fase dibattimentale, consente al giudice di avere riferimenti precisi sui ragionamenti, prove, esempi e citazioni.
Non esiste un modo univoco per trascrivere il dibattito, questo dipende dalle capacità di sintesi e di memorizzazione di ciascun giudice. Generalmente si divide un ampio foglio formato A3 in 6 colonne e in ciascuna colonna si riportano gli interventi dei 3 oratori PRO e dei 3 oratori CONTRO. Questa modalità permette un’accurata ricostruzione della linea argomentativa della squadra e al tempo stesso un confronto immediato tra i vari interventi.
QUALE OBIETTIVO?
Rispondere a questa domanda vuol dire riconoscere all’attività di dibattito tutta la sua funzione educativa e formativa. Infatti, sia nel Debate curricolare sia nel Debate competitivo l’obiettivo principale da perseguire è la crescita e lo sviluppo dei nostri studenti. Per questo motivo al termine di ogni attività curricolare o competitiva è opportuno che il docente fornisca una “restituzione” del giudizio agli studenti.
La restituzione è quindi un feedback che viene espresso a conclusione dell’attività o della gara. Dai consigli che il docente saprà dare agli studenti dipenderanno i progressi successivi. Questo mette chiaramente in luce come la garanzia di miglioramento dipende dalla qualità del messaggio trasmesso. Giudizi superficiali, generici o molto critici, potrebbero demotivare gli allievi verso un progressivo miglioramento e un crescente entusiasmo nel Debate, poiché non viene loro riconosciuto l’impegno speso nelle attività.
Alcuni utili suggerimenti, forniti da Shute[2], utili da tenere a mente in fase di restituzione, possono essere così sintetizzati:
1. Si eviti la lode o il biasimo dello studente: il giudizio deve riguardare non la persona, ma il compito da lui svolto. Si dovrà quindi spiegare il motivo per cui si ritiene valido o meno un discorso.
2. Le informazioni devono essere specifiche, comprensibili e non generiche. Utilissimi sono i riferimenti al materiale introdotto durante il dibattito, questo aiuta ad esemplificare i giudizi o a fornire suggerimenti più circostanziati.
3. Il feedback deve focalizzarsi sull’apprendimento prima che sulla prestazione. Questo vuol dire far comprendere a che punto del percorso di apprendimento sono gli studenti e come devono procedere.
4. Si eviti il confronto con gli altri oratori o con l’altra squadra. La comparazione tra gli oratori non è adatta al fine educativo che la restituzione persegue. Spesso è proprio il tipo di giudizio che demotiva gli studenti e limita possibili miglioramenti.
La grande sfida per la scuola italiana è proprio l’adozione del dibattito come vera e propria metodologia didattica per l’apprendimento cooperativo. In quest’ottica il dibattito come laboratorio potrebbe affiancare la lezione frontale per un tempo addirittura superiore al 50%.
In questo modo potranno essere promosse abilità e competenze atte a sviluppare una conoscenza critica e consapevole. La stessa valutazione svolgerà un ruolo chiave per la promozione dell’apprendimento, unitamente alla scoperta e all’ascolto di sé.
BIBLIOGRAFIA
California High School Speech Association, Speaking Across the Curriculum, IDEA Press
Snider Alfred, Many Sides Debate Across the Curriculum, IBEABTE Press
Snider Alfred, Sparking Debate, How to create a debate Program, IDEBATE Press
Manuele De Conti – Matteo Giangrande, Debate. Pratica, Teoria e Pedagogia, Editore Pearson
Christopher Sanchez, Il Debate nelle scuole, Editore Pearson
SITOGRAFIA
Better Debate Manual, http://betterdebatemanual.wixsite.com/better
The noisy classroom, http://noisyclassroom.com/
Ministero dell’istruzione e del merito, https://www.debateitalia.it
[1] World Schools Debating Championships (WSDC). Regolamento
[2] Shute, J. V. (2008). Focus on formative Feedback. Review of Educational research, 78, 153-189.
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Rosa Carnevale
Docente di Storia e Filosofia, svolge regolare attività di coach e giudice in gare regionali e nazionali di Debate. Componente attivo della Società Nazionale Debate Italia, promuove la diffusione del Debate attraverso un’intensa attività di formazione nella scuola primaria e nella scuola secondaria di primo e secondo grado. È coautrice del Mooc Introduzione al Debate del Politecnico di Milano. Da diversi anni lavora all’applicazione del dibattito nelle attività disciplinari e curricolari scolastiche.
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