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L’inclusione è un viaggio. I care.

| Flavia Franco | , | Tempo di lettura: 4 min.
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“I care”, mi prendo cura di te, ti ho a cuore, ho a cuore le tue emozioni. Creo una relazione con te come persona e con il tuo sentire. È da questa relazione “di cura” che scaturisce l’apprendimento.

Care colleghe, questo è il messaggio con cui voglio iniziare questa riflessione. Arriva dalla scuola di Barbiana, la scuola di Don Milani, arriva fino ai giorni nostri, forte e chiaro, potente e moderno: la cultura rende eguali e dà dignità all’uomo. 

Il piacere di sapere rende liberi.

Il messaggio di Don Milani, sviluppato e sperimentato a metà del secolo scorso, ci inchioda a una domanda: in che cosa consiste l’INCLUSIONE nella scuola di oggi? 
È un argomento di cui si parla moltissimo. Infatti, molti sono i progetti che la mettono al centro. Ma, se riflettiamo sul fatto che includere significa consentire a ciascuna bambina o bambino, ragazza o ragazzo, una partecipazione attiva alla vita di classe, rispettando le esigenze di tutti, organizzando l’apprendimento, in modo da dare la possibilità a ciascuno di realizzare il meglio di sé, viene da chiederci: “È davvero così nelle nostre scuole, oberate di burocrazia?

Oggi gli alunni svantaggiati socialmente e culturalmente vengono collocati nella categoria dei BES (Bisogni Educativi Speciali) quando non chiamati direttamente “i BES”, con un termine umiliante oltre che ghettizzante.

Se però allarghiamo lo sguardo ci rendiamo conto che ogni alunna e ogni alunno è portatore di un bisogno educativo specifico poiché ciascuno di essi necessita di attenzione, stimoli e, a volte, di supporto individualizzato. Dunque, è indispensabile che come educatori, siamo formati per comprendere e rispettare le differenze, siano esse di natura culturale, linguistica, di abilità, di sensibilità, di emozioni.

È indispensabile altresì che operiamo le scelte didattiche giuste, efficaci per bambine e bambini e il più possibile semplici nell’attuazione.

Dalla mia esperienza didattica, la metodologia principe per praticare l’inclusione è il lavoro di gruppo, sia strutturato in cooperative learning, sia libero o realizzato in forma di peer to peer. È nel gruppo infatti che ci sia aiuta, è nel gruppo che si diventa “PARI”, è nel gruppo che si gettano i semi delle life skills, garanzia di una convivenza armoniosa.

Un’altra strategia, non meno importante, è la creazione di proposte didattiche flessibili, materiali e strumenti, supporti tecnologici in grado di essere rimodulati ed adattati alle esigenze e alle caratteristiche di alunni e alunne “portatori e portatrici di storie” tutte diverse tra loro.

Legato al tema imprescindibile delle emozioni, che condiziona tutto l’apprendimento, è indispensabile la creazione di “ponti” tra docenti e genitori. Nella mia esperienza una comunicazione aperta e continua permette di individuare tempestivamente eventuali difficoltà o necessità specifiche degli studenti. In questo modo, la scuola diventa un luogo in cui la comunità educativa lavora insieme per il benessere di tutte le bambini e tutti i bambini.

Creare un ambiente inclusivo non solo migliora l’esperienza di apprendimento degli studenti, ma contribuisce anche a costruire una società più aperta, più rispettosa, più giusta. 

Su queste basi si fonda il sussidiario dei linguaggi “PAROLE SEGRETE”, attraverso un filo affettivo che lega tutte le proposte: si chiama PRENDERSI CURA, INCLUDERE. Un viaggio didattico per offrire alle colleghe e ai colleghi uno strumento che, partendo dalle emozioni, possa contribuire alla realizzazione di un percorso completamente inclusivo.

Concludo con la riflessione di un altro mentore dell’inclusione: Mario Lodi

Io penso che per gli educatori autentici niente è impossibile: se noi offriamo ai bambini una scuola capace di trasformare le diversità in valori positivi, può avvenire il cambiamento della società al suo interno. Soltanto così i bambini d’oggi, che la società ha formato a sua immagine secondo le regole attuali fondate sul consumismo e la competizione, possono diventare cittadini responsabili, motivati, educati.”

Dunque… avanti tutta! 

I care.

  • Insegnante di scuola primaria, tutor di scienze della formazione primaria, autrice di testi ministeriali e di narrativa, formatrice esperta di didattica della letto-scrittura, giornalista, blogger.

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