Primavera in versi
Tre poesie per celebrare la natura
L’armonia dell’uomo nei confronti della natura è una possibilità, una sfida, un atto di coraggio, una conquista.
La poesia è una forma espressiva e un’esperienza da vivere per esprimere il rapporto dell’uomo con la natura, alla ricerca di una possibile armonia.
Avvicinarsi alla Natura con testi tra loro diversissimi per stile e storia degli autori è ancora un modo per riflettere su cosa sia l’incanto della Natura e cosa rappresenti il rischio della sua distruzione.
L’incanto dei boschi senza sentiero
Vi è un incanto nei boschi senza sentiero.
Vi è un’estasi sulla spiaggia solitaria.
Vi è un asilo dove nessun importuno penetra
in riva alle acque del mare profondo,
e vi è un’armonia nel frangersi delle onde.
Non amo meno gli uomini, ma più la natura
e in questi miei colloqui con lei io mi libero
da tutto quello che sono e da quello che ero prima,
per confondermi con l’universo
e sento ciò che non so esprimere
e che pure non so del tutto nascondere.
George Gordon Noel Byron, poeta e politico britannico, noto come Lord Byron (Londra, 22 gennaio 1788 – Missolungi, 19 aprile 1824)
Natura, vattene!
Le gridarono:
“Vattene, Natura!”.
Lei si prese paura.
Fece il suo fagottello:
ci mise dentro
l’ultimo alberello,
l’ultima viola
dell’ultima aiuola
e uscì dalla città.
E va, e va…pensava:
“Mi fermerò nei boschi!”.
Ma i boschi erano stati
disboscati.
“Mi fermerò nei prati!”.
Ma erano tanto piccoli:
non c’era posto per tutti
gli insetti, i mammiferi,
gli uccelli, i tramonti…
“Vattene, Natura!”
E lei se ne andò:
in quattro ripiegò
gli ultimi prati
come fazzoletti.
Lasciò il pianeta
AccaZeta…
Adesso lassù
è tutta una città:
di verde – ve lo posso
giurare – c’è rimasto
solo il semaforo,
quando non è rosso…
Gianni Rodari (Omegna, 23 ottobre 1920 – Roma, 14 aprile 1980)
Il 23 aprile si festeggia la Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’autore, ricorrenza promossa dall’UNESCO per valorizzare e celebrare la lettura come attività culturale fondamentale nella vita e nella storia dei popoli e dell’umanità.
Per questa data così importante scegliamo di leggere una poesia dedicata al mese di Aprile da Anna Frank. Il suo invito, rivolto a guardare il cielo fuori dalla soffitta, comunica la tristezza della segregazione e della solitudine ma, al tempo stesso, è un invito a superare confini di sofferenza, perché esprime il pensiero della felicità legata alla libertà di guardare il cielo.
Aprile
Prova anche tu,
una volta che ti senti solo
o infelice o triste,
a guardare fuori dalla soffitta
quando il tempo è così bello.
Non le case o i tetti, ma il cielo.
Finché potrai guardare
il cielo senza timori,
sarai sicuro
di essere puro dentro
e tornerai
ad essere Felice.
Anna Frank (Francoforte 1929 – Bergen-Belsen, 1945)