2 OTTOBRE
GIORNATA MONDIALE DELL’HABITAT
Città e comunità sostenibili

PERCHÉ IL 2 OTTOBRE SI CELEBRA LA GIORNATA MONDIALE DELL’HABITAT?
In realtà questa giornata non ha una data fissa: nel 1985 le Nazioni Unite hanno scelto di dedicare all’habitat il primo lunedì di ottobre. Ma qual è il significato di questa celebrazione, e che cosa si intende per giornata dell’habitat?
Le statistiche ci comunicano che oltre un miliardo e mezzo di persone nel mondo vivono in case che sono al di sotto degli standard di igiene e sicurezza; ci sono poi oltre 100 milioni di senzatetto. Questa giornata vuole essere un invito per tutti i Paesi del mondo a fare una riflessione sulle proprie città, per capire se i cittadini hanno un riparo adeguato e sicuro, che è uno dei diritti fondamentali dell’uomo. La celebrazione di questa giornata ha inoltre lo scopo di ricordare il potere e la responsabilità di ogni abitante del mondo nel determinare il futuro della città in cui vive.
Tra gli obiettivi che questa giornata intende promuovere troviamo:
- la creazione di mezzi di trasporto sostenibili ed economici;
- la creazione e il mantenimento di un ambiente di vita sano che sia anche sicuro per tutti, con particolare riguardo per i gruppi vulnerabili come bambini, donne, disabili, anziani e giovani;
- la creazione di posti di lavoro per ridurre gli alti livelli di disoccupazione prevalenti a livello globale;
- la bonifica delle baraccopoli e allo stesso tempo il miglioramento dei centri urbani;
- una migliore gestione dei rifiuti nelle aree urbane per ridurre gli elevati tassi di inquinamento in tutto il mondo;
- la creazione di aria sana e di qualità nei centri urbani;
- la fornitura di acqua potabile pulita e sicura e il miglioramento dei livelli generali di igiene;
- la creazione, la promozione e il ripristino di spazi verdi urbani in tutto il mondo.
Collegamento con l’Obiettivo 11 dell’Agenda 2030: Città e comunità sostenibili
L’obiettivo per lo Sviluppo Sostenibile numero 11 è dedicato alla promozione di insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili. La popolazione mondiale, infatti, si sta sempre più concentrando in città via via più grandi che rischiano di crescere in maniera disordinata, senza garantire agli abitanti le dovute condizioni di sicurezza. Questo rappresenta un grosso problema soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, ma riguarda in fondo tutto il pianeta.
LIBRI
- Il ragazzo delle favelas, di A. Molaschi, Il Mulino a vento
L’amicizia tra Valentina, tredicenne italiana, e Manuel, cresciuto in una favela brasiliana, tra degrado e violenza. Una storia di crescita, di conoscenza, di riflessione sulla povertà nel mondo.
- Il canto delle favelas, di G. Marchi, EMI
Le periferie di Rio de Janeiro, come quelle di molte altre metropoli del mondo, sono lacerate da povertà, fame, abbandono, violenza, degrado, sfruttamento minorile, narcotraffico. L’autore ci accompagna, attraverso la sua lunga esperienza di volontario, alla scoperta delle grandi risorse del popolo brasiliano: la musica e la danza, l’allegria, la convivialità, il sentimento religioso e, soprattutto, la comunità.
- Il sole in testa, di G. Martins, Mondadori
Rocinha, la favela più grande di Rio de Janeiro e del mondo, è una baraccopoli gigantesca in cui vivono oltre 70 mila persone. L’autore vi ambienta tredici racconti che non solo ci fanno entrare nell’universo crudo e spietato della favela, ma anche nelle menti e nei cuori delle persone, di quei ragazzi e di quegli uomini che quotidianamente cercano di inventarsi un’esistenza.
WEB
Sezione del sito Still I Rise dedicata al progetto fotografico Through our eyes, che coinvolge centinaia di studenti e studentesse tra i 9 e i 17 anni provenienti da diverse parti del mondo, soprattutto da Paesi in via di sviluppo. Attraverso le loro fotografie, ci immergiamo nella loro quotidianità spesso disperata e possiamo capire che cosa significa vivere in un campo profughi o in una baraccopoli. L’organizzazione Still I Rise si fa cassa di risonanza della voce di questi giovani che vengono troppo spesso strumentalizzati o ignorati.
FILM
- Anbessa, di M. Scarpelli, 2020, documentario
Anbessa è il punto di vista di un ragazzo sui due volti di Addis Abeba, capitale dell’Etiopia: da un lato una città che ha imparato a convivere con i predatori che vivono in quello che ancora resta della foresta; dall’altro, una delle capitali africane in maggiore espansione, oggetto negli ultimi anni di un importante – e in parte incontrollato – sviluppo edilizio. È un film lucido, ma anche poetico e pieno di magia, una sorta di romanzo di formazione del giovane protagonista. Qui il trailer:
- The Millionaire, di D. Boyle, 2008
Jamal, un giovane proveniente dagli slums di Bombay, partecipa a un famoso quiz televisivo per farsi amare da Latika, di cui è innamorato sin da bambino, e riscattarla – grazie alla vincita milionaria del quiz – dalla schiavitù di un pericoloso criminale. Il conduttore televisivo cerca di boicottarlo e lo fa arrestare, ma sotto tortura Jamal racconta alla polizia la storia della sua vita e gli episodi che lo hanno per caso portato a sapere le risposte del quiz milionario. Un film coinvolgente che ha vinto 8 Oscar e ci mostra le varie facce dell’India moderna, allo stesso tempo spirituale e materiale, colorata e grigia, di estrema miseria ed esagerata ricchezza. Qui il trailer: