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18 DICEMBRE
GIORNATA MONDIALE DEI MIGRANTI
Ridurre le disuguaglianze

PERCHÉ IL 18 DICEMBRE SI CELEBRA LA GIORNATA INTERNAZIONALE PER I DIRITTI DEI E DELLE MIGRANTI?

Dall’anno 2000 il 18 dicembre si celebra la Giornata Internazionale del Migrante, evento istituito dalle Nazioni Unite per ricordare l’approvazione, nel 1990, della Convenzione Internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori e le lavoratrici migranti e dei membri delle loro famiglie, un testo di novantatré articoli dove si trova la definizione universalmente riconosciuta di “lavoratore migrante” e si stabiliscono standard internazionali per il trattamento dei migranti e delle loro famiglie.
Il documento ha come scopo quello di prevenire lo sfruttamento e mettere fine ai movimenti clandestini o illegali, stabilendo le condizioni minime di riconoscimento e accettazione del migrante a livello universale.

Il concetto di “lavoratore migrante”, o “immigrato”, se osservato dal punto di vista del Paese ospite, è in stretta relazione con quello di “straniero”:
da qui possono nascere dubbi e pregiudizi. Il fenomeno della migrazione in realtà è molto antico: da sempre le persone si spostano in cerca di lavoro o di opportunità economiche, per raggiungere la famiglia oppure per studiare, ma spesso sono obbligate a spostarsi per sfuggire a conflitti, persecuzioni, terrorismo o violazioni dei diritti umani, oppure agli effetti negativi del cambiamento climatico, dei disastri naturali o di altri fattori ambientali. Quindi quasi sempre la gente emigra per necessità, non per scelta. Ma in quest’era di globalizzazione i fenomeni migratori hanno raggiunto nuove proporzioni, con problematiche di accoglienza o di rifiuto del tutto nuove rispetto al passato.

Oggi, il contributo lavorativo degli immigrati è indispensabile nella nostra economia, eppure queste persone sono spesso sfruttate da famiglie e aziende attraverso il fenomeno del lavoro in nero, vengono discriminate per la loro provenienza e sono vittime di pregiudizi e stereotipi, nonché di violazioni dei diritti umani.

Collegamenti con gli Obiettivi dell’Agenda 2030
OBIETTIVO 10 – RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE: Ridurre le disuguaglianze all’interno dei e fra i Paesi.

Il riferimento centrale alla migrazione si trova nell’Obiettivo 10.7: facilitare una migrazione ordinata, sicura, regolare e responsabile e la mobilità delle persone, anche attraverso l’attuazione di politiche migratorie pianificate e ben gestite.

Va ricordato che l’Agenda 2030 riconosce il contributo della migrazione allo sviluppo sostenibile: ben 11 dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile contengono rimandi e indicatori relativi alla migrazione o alla mobilità, e la migrazione è indirettamente rilevante anche per molti altri obiettivi trasversali.


DA LEGGERE, DA VEDERE

LIBRI

- L’approdo, di S. Tan, Edizioni Elliot
Una graphic novel da leggere con lentezza e pazienza, come un romanzo scritto. Illustrata alternando grandi tavole suggestive con piccoli fotogrammi intensi, è un racconto tremendamente reale e surreale della migrazione di un uomo in fuga dal proprio Paese.

- Ammare. Vieni con me a Lampedusa, di A. Pellai e B. Tamborini, De Agostini
La storia di Mattia, 14 anni, e Caterina, 13, le cui strade si incrociano, dando vita a un’amicizia speciale. Mattia cura sotto falsa identità un blog (vieniconmealampedusa.it) per sensibilizzare il mondo sul destino dei migranti che attraversano il Mediterraneo e arrivano a Lampedusa. L’idea, nata da una ricerca per la scuola, lo spinge a mettersi in gioco per fare qualcosa per tutti coloro che attraversano il Mediterraneo cercando una speranza. Grazie a questo progetto, Mattia trova la forza di alzare lo sguardo e la certezza di non essere solo, e trova anche Caterina, un’amica speciale.

- Ho viaggiato fin qui. Storie di giovani migranti, a cura di C. Ceci e F. Iarrera, prefazione di E. Affinati, Erickson
Racconti di alcuni ragazzi migranti tra i 15 e i 19 anni, provenienti dai Paesi dell’Europa dell’Est, dell’America latina, Filippine, Cina, Egitto, Nigeria, che «hanno viaggiato fin qui», per ricominciare una nuova vita in Italia. Frutto di un progetto dei docenti di una scuola dell’hinterland milanese e di una giornalista, il libro dà voce alle loro storie, in racconti emozionanti: il trauma dell’abbandono, del distacco dalla patria e dagli affetti, dai villaggi e dalle campagne; il viaggio, spesso rocambolesco; le difficoltà all’arrivo, fra gap linguistico e differenze culturali; la scoperta del nuovo Paese e il lento cammino di integrazione. Un’opera di alto valore educativo, per adulti e ragazzi, che ci invita a guardare il fenomeno migratorio con gli occhi dei protagonisti.

- Nel mare ci sono i coccodrilli. Storia vera di Enaiatollah Akbari, di F. Geda, Baldini e Castoldi Dalai
La storia vera di un bambino afghano in fuga dal suo Paese fino all’Italia. A 10 anni è costretto a lasciare il suo villaggio perché degli uomini vogliono prenderlo come “risarcimento” per una perdita causata dal padre. Per salvarlo, la madre lo accompagna in Pakistan, ma poi torna a casa dagli altri figli. Da qui hanno inizio la prematura vita adulta di Enaiatollah e l’incredibile viaggio che lo porterà in Italia passando per l’Iran, la Turchia e la Grecia. Un’odissea che lo metterà in contatto con la miseria e la nobiltà degli uomini, e che, nonostante tutto, non gli fa perdere l’ironia né il sorriso. Enaiatollah, infine, troverà un posto dove fermarsi (viene preso in custodia da una coppia italiana) e vivere la sua età, riuscendo anche a contattare sua madre dopo un distacco di otto anni.

- Le stelle di Lampedusa. La storia di Anila e di altri bambini che cercano il loro futuro fra noi, di P. Bartolo, Mondadori
Pietro Bartolo fa il medico a Lampedusa, isola dove sbarcano centinaia di migranti dopo pericolose traversate in mare. Un giorno incontra Anila, una bambina sui dieci anni, arrivata da sola in una nave piena di naufraghi disperati. Di solito i bambini di quell’età arrivano in Italia accompagnati dai genitori o da qualche altro adulto. Pietro capisce presto che l’arrivo a Lampedusa per Anila non era la fine di un lungo viaggio, ma un nuovo punto di partenza verso il suo vero obiettivo, trovare la mamma «da qualche parte in Europa» e salvarla.

- Non dirmi che hai paura, di G. Catozzella, Feltrinelli
Samia è una ragazzina somala con la corsa nel sangue, allenata da Alì, suo amico e confidente. Mentre il suo Paese è sempre più preda dell’irrigidimento politico e religioso, e le armi parlano sempre più forte la lingua della sopraffazione, Samia sente che il destino di riscatto per il suo Paese e per le donne somale passa nelle sue gambe, magre e velocissime. Gli allenamenti segreti e le prime vittorie la portano a qualificarsi alle Olimpiadi di Pechino, dove arriva ultima, ma diventa un simbolo per le donne musulmane in tutto il mondo. Ma lei vuole vincere e partecipare alle Olimpiadi di Londra del 2012, anche se tutto diventa più difficile, con gli integralisti al potere e una perdita lacerante da affrontare. Una notte decide di lasciare tutto per rincorrere la libertà e il sogno di vincere le Olimpiadi: viaggerà da sola per ottomila chilometri, percorrendo l’odissea dei migranti dall’Etiopia al Sudan e, attraverso il Sahara, alla Libia, per arrivare via mare in Italia.

- Bilal. Viaggiare, lavorare, morire da clandestini, di F. Gatti, Rizzoli Bur
Un’avventura contemporanea attraverso i deserti e il mare, dall’Africa all’Europa, dalle bidonville al mercato dei nuovi schiavi, vissuta in prima persona dall’autore, che ha attraversato il Sahara sui camion e si è fatto arrestare come immigrato clandestino per raccontare gli atti eroici e le tragedie che accompagnano i protagonisti di una conquista incompiuta. Un grande racconto, istruttivo e umano.

- La vita ti sia lieve. Storie di migranti e altri esclusi, di A. Ballerini, prefazione di Erri De Luca, postfazione di Fabio Geda, Melampo Editore
L’autrice, avvocato dei diritti umani per l’immigrazione, racconta le storie dei migranti, uomini, donne e bambini visti da vicino. Sono racconti di persone normali ed eroiche insieme, schiacciate da destini, ingiustizie, meschinità insopportabili. Si intrecciano alle loro le vicende di donne e uomini giusti che a queste esistenze tendono una mano condividendone e alleggerendone, in parte, il peso.

WEB

Pagina del sito del Parlamento Europeo con un approfondimento sulle motivazioni delle migrazioni.

Il sito dell’IOM (International Organization for Migration), aggiornato al 2021. In inglese.

Pagina del sito dell’ONU dedicato alla giornata 2021 dei diritti dei migranti. In inglese.

FILM

- Alì ha gli occhi azzurri, regia di C. Giovannesi, 2012
Due ragazzi di sedici anni di Ostia, alle otto del mattino rubano un motorino, fanno una rapina, e alle nove entrano a scuola. Sono Nader, egiziano nato a Roma, e Stefano, italiano e suo migliore amico. Anche la fidanzata di Nader è italiana, ma proprio per questo i genitori di lui sono contrari al loro amore. Nader allora scappa di casa. Il film racconta una settimana della vita di un adolescente che prova a disubbidire ai valori della propria famiglia, in bilico tra l’essere arabo o italiano, coraggioso e innamorato: come in una fiaba contemporanea, Nader dovrà sopportare il freddo, la solitudine, la strada, la fame e la paura, la fuga dai nemici e la perdita dell’amicizia, per tentare di conoscere la propria identità. Qui il trailer:

- La mia classe. Il percorso di integrazione, regia di D. Gaglianone, 2013
Tratto da una storia vera, il film racconta l’incredibile avventura di un bambino indiano di cinque anni che sale per sbaglio su un treno, percorre più di 1.500 chilometri e arriva a Calcutta. Lì finisce in orfanotrofio, per poi venire adottato da una coppia australiana. Dopo 25 anni, con il consenso della mamma adottiva, torna in India con la speranza di ritrovare la “vera” famiglia. Un viaggio, anche cinematografico, intenso e privo di retorica, che ci permette di confrontare l’infanzia e l’adolescenza in posti del mondo molto diversi fra loro. Qui il trailer:

- My name is Adil, regia di A. Azzab, A. Pellizer, M. Rezene, 2016
Il film racconta la storia vera di Adil, un bambino che da un paesino di campagna del Marocco si trasferisce a Milano. Scopre così che l’Italia non è il Paese delle città favolose e della ricchezza facile sognata nell’infanzia, ma gli offre la possibilità di studiare e costruire nuovi legami. Un film sincero che insegna a camminare con le scarpe altrui, a comprendere la povertà, i sogni e i dolori del distacco. Qui il trailer:

- Fuocoammare. L’arrivo via mare, regia di G. Rosi, 2016
Samuele è un ragazzino di Lampedusa con l’apparente sicurezza, le paure e il bisogno di capire e conoscere tipici dei preadolescenti. Va a scuola e gioca nella natura della terraferma, anche se tutto, attorno a lui, parla di mare e di quelle migliaia di persone che, negli ultimi vent’anni, hanno cercato di attraversarlo alla ricerca di una vita degna di questo nome, ma che troppo spesso vi hanno trovato la morte. Un continuo contrasto tra la vita quotidiana dell’isola, a stretto contatto con la natura, e le operazioni di salvataggio, dal mare alle prime ore sulla terra ferma. Una calma interrotta a intervalli regolari dalla disperazione di chi arriva nel primo pezzo di terra dell’Europa. Qui il trailer:

- Hotel Splendid. I centri di accoglienza, regia di M. Bucci, 2016
L’Hotel Splendid è un albergo di Cesenatico convertito in centro di accoglienza straordinario per richiedenti asilo politico. Il film è un racconto intimo e corale sulla vita di una comunità di migranti provenienti dalle coste africane. Documenta le esperienze quotidiane e il funzionamento di questa struttura, con un doppio filo narrativo: il drammatico viaggio intrapreso dai migranti per giungere in Europa e il percorso dei richiedenti asilo da quando entrano nel centro d’accoglienza fino alla conclusione dell’iter. Il regista, che ha vissuto un anno intero all’Hotel Splendid, ascolta nel dettaglio i racconti di ogni singolo profugo: persone che, pur trovandosi nello stesso luogo, hanno storie, comportamenti ed esperienze molto diverse. Qui il trailer:

- Io sono qui, regia di G. Gravagna, 2017
Dine, Magassouba e Omar sono tre ragazzi ospiti nei centri per migranti minori di Palermo che, con le loro voci, sguardi, pause e sorrisi, ci raccontano che cosa succede quando dei migranti minori sbarcano al porto di Palermo, che cosa fanno una volta arrivati nelle nostre città, quali sono le loro storie, perché partono e come è stato il loro viaggio. Qui la presentazione del film:

- Nour, regia di Maurizio Zaccaro, 2019
Questo film si basa su una vicenda realmente accaduta e raccontata dal medico di Lampedusa Pietro Bartolo, insieme a Lidia Tilotta, nel libro “Lacrime di sale”. Un film costruito nello spazio dell’isola, tra il pronto soccorso dove Bartolo si prende cura dei rifugiati, la banchina dove toccano terra le carrette del mare, una radio artigianale, il centro di accoglienza. Qui arriva, sola e impaurita, Nour, una ragazzina siriana di 10 anni che ha perduto il padre, ucciso, e la madre, che non si è imbarcata. Bartolo se ne prenderà cura e, passo dopo passo, cercherà di ricostruire non solo il passato della bambina, ma anche il suo presente e un nuovo futuro. Commovente e dura, è una delle tante storie “private” che non dobbiamo ignorare... Qui il trailer del film: