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Tag: natura e ambiente

Il valore dell’educazione in natura

10 attività secondo il Metodo Montessori

Del Metodo Montessori si parla molto, ma si dice poco del pensiero di Maria Montessori circa la natura.

Sapevate che già un secolo fa, sosteneva che i bambini trascorrevano troppo poco tempo a contatto con la natura?

Maria Montessori  aveva intuito il legame speciale che esiste tra infanzia e natura, evidenziandone le importanti potenzialità educative e sviluppandone l’applicazione fino al percorso educativo adolescenziale.

Nei suoi scritti, Maria Montessori si sofferma molto sul forte divario che separa la vita naturale e quella sociale dell’uomo civilizzato e soprattutto su quanto questo aspetto condizioni in modo rilevante lo sviluppo infantile e non solo.

Nel capitolo “La natura nell’educazione” contenuto ne “La scoperta del bambino”, scrive:

Nel nostro tempo e nell’ambiente civile della nostra società, i bambini… vivono molto lontani dalla natura ed hanno poche occasioni di entrare in intimo contatto con essa o di averne diretta esperienza”.

Invece, afferma la Montessori, bambine e bambini hanno bisogno di vivere naturalmente, di “vivere” la natura e non soltanto di conoscerla, studiandola o ammirandola.

E non basta introdurre l’igiene infantile, l’educazione fisica, una maggiore esposizione dei bambini e delle bambine all’aria libera, perché “Il fatto più importante risiede proprio nel liberare possibilmente il fanciullo dai legami che lo isolano nella vita artificiale creata dalla convivenza cittadina”.

Ci sono ancora troppi pregiudizi, su tale argomento, perché tutti ci siamo fatti volontariamente prigionieri, e abbiamo finito con l’amare la nostra prigione e trasmetterla ai nostri figlioli. La natura si è a poco a poco ristretta, nella nostra concezione, ai fiorellini che vegetano, e agli animali domestici utili per la nostra nutrizione, pei nostri lavori, o per la nostra difesa. Con ciò anche l’anima nostra si è rattrappita…”.

E prosegue: “La natura, in verità, fa paura alla maggior parte della gente. Si temono l’aria e il sole come nemici mortali. Si teme la brina notturna come un serpente nascosto tra la vegetazione. Si teme la pioggia quasi quanto l’incendio”.

Maria Montessori aveva avuto modo di osservare i bambini e le bambine giocare all’aperto nei giardini froebeliani. Immediatamente si era accorta del loro legame magico con la natura.

Nei giardini froebeliani (idea che poi la Montessori condividerà e porterà nelle sue Case dei bambini), potevano sperimentare in modo diretto il ciclo di vita delle piante, realizzando dei veri e propri orti e, quando possibile, allevando piccoli animali da cortile. Nelle strutture senza spazi adeguati ci si muniva di vasi.

Montessori spiega così che l’educazione nella scuola deve dare al bambino “motivi di attività, e insieme conoscenze che lo interessino” perché “il bambino, che è il più grande osservatore spontaneo della natura, ha indubbiamente bisogno di avere a sua disposizione un materiale su cui agire”.

Gli educatori e le educatrici devono prestare attenzione a non portare i pregiudizi degli adulti anche nelle attività da svolgere in mezzo alla natura. “Ci siamo fatti un’idea troppo simbolica dei fiori: e ci adoperiamo più ad adattare l’attività dei bambini alle nostre idee, che a seguire il bimbo per interpretare i suoi veri gusti e bisogni… Essi desiderano compiere grandi lavori, e mettere in diretto rapporto la loro attività con i prodotti della natura… I bambini sono profondamente contenti di agire, di conoscere, di esplorare, anche indipendentemente dalla bellezza esteriore”.

Parlando di educazione nell’adolescenza, la natura secondo Maria Montessori è fondamentale nel percorso di preparazione ad una vita adulta partecipata e responsabile. Qualsiasi progetto educativo dovrebbe, secondo la pedagogista, coinvolgere l’ambiente naturale in quanto elemento di crescita soprattutto per i valori che la natura trasmette.

Educazione ambientale non significa solo insegnare nozioni sulla natura e sulla salvaguardia dell’ambiente, ma suscitare l’interesse delle ragazze e dei ragazzi verso l’ambiente, fare cioè in modo che si sentano parte di un macrocosmo vivo e pulsante.

Introdurre la natura nell’educazione non deve servire quindi solo a studiarla: l’educazione deve far “vivere la natura” per alimentarne il “sentimento”, al fine di acquisire sin dall’infanzia una coscienza “cosmica” che porti poi, naturalmente, l’individuo adolescente a partecipare attivamente e fattivamente alla vita sociale. Così sarà in grado di contribuire da adulto, alla “elevazione” dell’intera società umana.

Prendersi cura degli animali e delle piante, secondo Maria Montessori, è fonte di grande soddisfazione: sapere che qualcuno ha bisogno di loro e che il loro lavoro produce la vita è un forte incentivo alla responsabilizzazione ma anche allo sviluppo emotivo, alla capacità di immaginare e controllare le emozioni.

L’educazione ambientale è una piccola parte di quella che sarà l’educazione cosmica teorizzata da Maria Montessori. Si può imparare molto dalla natura: la pazienza, la curiosità, i legami tra le cose.

Quali sono le attività più semplici e accattivanti da far svolgere in contesto naturale a bambini e bambine?

Le possibili attività da svolgere nell’ambiente naturale sono numerose e diversificate e possono rientrare all’interno della categoria delle attività di “vita pratica” suggerite dall’approccio montessoriano. 

Passeggiare nel bosco, creare con gli elementi della natura, servirsi di elementi naturali per studiarne le forme e i colori, costruire un terrarium, dipingere con piccoli rametti, arrampicarsi sugli alberi, sono solo alcune delle esperienze che bambine e bambini possono sperimentare in natura.

Di seguito abbiamo raccolto alcune delle attività, ispirate alla pedagogia montessoriana, per educare alla bellezza della natura e scoprirne la magia.

  1. LA MATEMATICA CHE PUOI VEDERE
    Imparare ad osservare la natura in numeri e forme è molto stimolante: si possono contare i petali dei fiori, il numero delle spirali di un girasole, il numero dei semi di una pigna, che potrà poi essere utilizzata per fare le sottrazioni o le addizioni; infine si può individuare la spirale logaritmica in natura (in una conchiglia, nella forma di un uragano e in quella delle galassie…) e scoprire che tutto è magicamente collegato.
  1. LA CACCIA DEI COLORI
    Dopo aver preparato una scheda con alcuni colori, consegnatela ai bambini e alle bambine con un compito speciale: andare a caccia di elementi naturali del colore corrispondente per una caccia al tesoro dedicata alle sfumature del mondo!
  1. IL NOSTRO ORTO
     Vita pratica? Tra le attività più puramente pratiche per raggiungere l’indipendenza il giardinaggio è tra quelle più affascinanti, divertenti ed educative. Creare un piccolo orto da coltivare e curare insieme è un’attività che permette di scoprire molto sui cicli della vita. Piantare semi, vederli germogliare e occuparsene è una grande emozione!
  1. SPERIMENTARE CON L’ACQUA
    Travasi, acqua che scorre, imbuti, cucchiai e bacinelle: i bimbi scoprono il mondo anche giocando con l’acqua, elemento base della vit.
  1. ARRAMPICARSI SUGLI ALBERI
    Ottima per lo sviluppo muscolare e stimolare l’equilibrio. Da fare: accantonare l’apprensione e favorire la fiducia, lasciando bambini e bambine libere di misurarsi con le proprie abilità e con i propri limiti.
  1. RAMOSCELLI PER DIPINGERE
    Si possono creare dei pennelli molto divertenti, con piccoli rami sottili o aghi di pino da legare bene intorno a rametti più rigidi. Quante tipologie di pennello! Quanti effetti diversi da creare! Spazio alla fantasia e all’intuizione.
  1. LA CACCIA AL TESORO CON LE PAROLE
    Niente di meglio di una passeggiata in natura per allenare il linguaggio, la capacità narrativa, il vocabolario e l’espressività: descrivete quello che si osserva, raccontate la storia degli alberi che incontrate, oppure una divertente caccia al tesoro di parole (provate a trovare un determinato fiore, una pianta, un sasso, una foglia…).
  1. IL MEMORY DELLA NATURA
    Munirsi di scatoline con coperchio e raccogliere coppie di piccoli elementi naturali uguali. Dopo aver osservato, si chiudono le scatoline e inizia il gioco! Vince chi accoppia più elementi uguali. Questo gioco aiuta i bambini a sviluppare la capacità di osservazione, di memoria e di riconoscimento.
  1. DISEGNARE CON LA NATURA
    Prima si parte in missione per raccogliere tanti elementi della natura, poi si utilizzano per creare persone, animali, volti o altre figure fantasiose, per favorire l’immaginazione e divertirsi a creare con ciò che la natura ci offre.
  1. LE BOTTIGLIE SENSORIALI
    La missione questa volta sarà raccogliere rametti di piante diverse e inserirli in bottiglie e riempite d’acqua insieme a glitter colorati. Questo lavoro insegna a riconoscere le diverse piante divertendosi poi a scuotere le bottiglie per vedere lo scintillio del glitter intorno ai rametti.

Quattro attività da fare in giardino

Idee per un’Estate da spasso

Cosa fare con le bambine e i bambini della Scuola dell’Infanzia d’estate?
Per te quattro attività pratiche da fare tutti insieme in giardino!

“Dalla teoria alla pratica”: attività didattiche tratte dalla Guida Didattica “Momenti per Crescere” Vol.1.

1) SFONDO INTEGRATORE: Lo sfondo integratore può essere considerato un facilitatore dell’apprendimento attraverso la strutturazione di situazioni motivanti. È un contenitore di percorsi didattici finalizzati alla costruzione di un contesto condiviso da tutti i bambini, che ha la capacità di ampliare le risorse dell’azione educativa. Limita e precisa il percorso educativo; inoltre, dà senso di continuità alle attività didattiche, che altrimenti potrebbero sembrare sconnesse.

Attività: Proponiamo un nuovo incontro con il nostro personaggio-guida, il Signor Contadino: organizziamo un picnic durante il quale scopriamo il mondo dell’orto, assaggiamo i suoi prodotti e ci trasformiamo anche noi in piccoli contadini. Per concludere disegniamo ciò che il Signor Contadino ci ha fatto assaggiare: pomodorini e fragole. (AVVISO: far firmare ai genitori il consenso all’assaggio così da essere informati e prevenire eventuali rischi legati ad allergie.)

2) DIDATTICA LABORATORIALE: La didattica laboratoriale prevede una partecipazione attiva di tutti i bambini al processo di apprendimento, valorizzando le diverse abilità e competenze sociali. È una metodologia che favorisce l’inclusione. Prevede la costruzione di contesti efficaci dal punto di vista relazionale, poiché questi particolari contesti d’apprendimento – i laboratori – sono luoghi in cui il prodotto finale deve essere fortemente motivante e la situazione formativa deve essere operativa e partecipativa per tutti.

Attività: Proponiamo, in una giornata calda, di giocare con i colori e l’arte in maniera insolita. Creiamo in giardino un laboratorio di pittura, dove con acqua e tempere i bambini creano il loro colore, riempiono le pistole ad acqua e poi sparano il colore su fogli bianchi appesi a parete.

3) STREAM: Le STREAM rappresentano un approccio scientifico alla conoscenza del mondo esterno e, rispetto alle STEAM, includono anche la lettura tra le discipline da considerare, poiché questa è un elemento che sviluppa il senso critico, che concorre al pieno sviluppo di ogni bambino. Lettura e scrittura, anche attraverso l’ascolto nel caso dei più piccoli, sono fondamenti della comunicazione in qualsiasi contesto.

Attività: Portiamo in giardino una bacinella con acqua e alcuni girini per poterli osservare da un punto di vista scientifico, proponiamo di ridisegnarli e impariamo una filastrocca che metta in risalto le loro caratteristiche, da recitare mentre li osserviamo.

4) CODING: Il coding è una metodologia che sottende un processo logico-creativo con metodi e strategie specifiche della tecnologia volti alla soluzione di problemi complessi. È una metodologia didattica per educare al pensiero computazionale, che serve a risolvere situazioni e problemi complessi in maniera innovativa, e può essere utilizzato come approccio metodologico in modo trasversale, quindi in ogni progettazione educativa.

Attività: Realizziamo con materiale riciclato un’ape che guiderà i bambini in diversi percorsi. Giochiamo così in giardino a spostarci secondo le indicazioni della nostra amica (ad esempio: quattro passi a destra, tre passi in avanti, due passi indietro, cinque passi a sinistra, ecc.). Possiamo costruire anche un vero e proprio percorso con un arrivo. (Per i bambini che hanno difficoltà nella lateralizzazione e per i più piccolini, è opportuno legare un fiocco blu al polso destro e un fiocco rosso al polso sinistro.)

Giornata Mondiale degli Oceani in versi

Le più belle poesie dedicate al mare

L’8 giugno è la Giornata Mondiale degli Oceani, giorno dell’Anniversario della Conferenza Mondiale su Ambiente e Sviluppo di Rio de Janeiro, un’occasione preziosa per riflettere sul dovere di ogni individuo e della collettività di tutelare questa risorsa preziosa, così che possano goderne a pieno le generazioni future.

Quest’anno abbiamo deciso di celebrare questa giornata con la poesia: il mare, l’acqua, le profondità dell’abisso hanno da sempre affascinato poeti e poetesse di tutti i tempi, leggiamo insieme quattro bellissime poesie da leggere in riva al mare, lasciandosi cullare dal rumore delle onde.

 

Conchiglie

Eternamente giace e splende piano
sotto l’enormi tempestose ondate
e sotto le minute onde beate
che il Greco antico un tempo ha nominato
crespe di risa.
Ascolta: la conchiglia iridescente
canta nel mare, al più profondo.
Eternamente giace e canta silenziosa.

Katherine Mansfield (1888-1923)

 

Le isole fortunate

Quale voce a noi giunge con il suono delle onde
che non è la voce del mare?
È la voce di qualcuno che ci parla,
ma che, se ascoltiamo, tace,
perché noi abbiamo ascoltato.
E solo se, in dormiveglia,
senza sapere di udire udiamo,
ci mormora la speranza
alla quale, come bambini
addormentati, dormendo sorridiamo.
Sono isole fortunate,
sono terre senza luogo,
dove dimora nell’attesa il Re.
Ma, se incominciamo a destarci,
tace la voce e non c’è che il mare.

Fernando Pessoa (1888-1935)

 

Il mare è tutto azzurro

Il mare è tutto azzurro.
Il mare è tutto calmo.
Nel cuore è quasi un urlo
di gioia. E tutto è calmo.

Sandro Penna (1906-1977)

 

L’uomo e il mare

Uomo libero,
sempre tu amerai il mare!
Il mare è il tuo specchio:
contempli l’anima tua
nell’infinito srotolarsi
della tua onda,
e il tuo spirito
è un abisso non meno amaro.
Ti diletti a tuffarti
nel seno della tua immagine;
l’abbracci con gli occhi
e con le braccia,
e il tuo cuore si distrae
talvolta dal proprio battito
al fragor di quel lamento
indomabile e selvaggio.
Entrambi siete
tenebrosi e discreti:
uomo,
nessuno ha sondato
il fondo dei tuoi abissi;
mare,
nessuno conosce
le tue intime ricchezze:
tanto gelosamente serbate
i vostri segreti!
E tuttavia da secoli innumerevoli
vi fate guerra senza pietà nè rimorsi,
tanto amate la strage e la morte,
o lottatori eterni,
o fratelli inseparabili!

Charles Baudelaire (1821-1867)

Primavera in versi

Tre poesie per celebrare la natura

 

L’armonia dell’uomo nei confronti della natura è una possibilità, una sfida, un atto di coraggio, una conquista.

La poesia è una forma espressiva e un’esperienza da vivere per esprimere il rapporto dell’uomo con la natura, alla ricerca di una possibile armonia.    

Avvicinarsi alla Natura con testi tra loro diversissimi per stile e storia degli autori è ancora un modo per riflettere su cosa sia l’incanto della Natura e cosa rappresenti il rischio della sua distruzione.

 

L’incanto dei boschi senza sentiero

Vi è un incanto nei boschi senza sentiero.
Vi è un’estasi sulla spiaggia solitaria.
Vi è un asilo dove nessun importuno penetra
in riva alle acque del mare profondo,
e vi è un’armonia nel frangersi delle onde.
Non amo meno gli uomini, ma più la natura
e in questi miei colloqui con lei io mi libero
da tutto quello che sono e da quello che ero prima,
per confondermi con l’universo
e sento ciò che non so esprimere
e che pure non so del tutto nascondere.

George Gordon Noel Byron, poeta e politico britannico, noto come Lord Byron (Londra, 22 gennaio 1788 – Missolungi, 19 aprile 1824)  

 

Natura, vattene!

Le gridarono:
“Vattene, Natura!”.
Lei si prese paura.
Fece il suo fagottello:
ci mise dentro
l’ultimo alberello,
l’ultima viola
dell’ultima aiuola
e uscì dalla città.
E va, e va…pensava:
“Mi fermerò nei boschi!”.
Ma i boschi erano stati
disboscati.
“Mi fermerò nei prati!”.
Ma erano tanto piccoli:
non c’era posto per tutti
gli insetti, i mammiferi,
gli uccelli, i tramonti…
“Vattene, Natura!”
E lei se ne andò:
in quattro ripiegò
gli ultimi prati
come fazzoletti.
Lasciò il pianeta
AccaZeta…
Adesso lassù
è tutta una città:
di verde – ve lo posso
giurare – c’è rimasto
solo il semaforo,
quando non è rosso…

Gianni Rodari (Omegna, 23 ottobre 1920 – Roma, 14 aprile 1980)

 

Il 23 aprile si festeggia la Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’autore, ricorrenza promossa dall’UNESCO  per valorizzare e celebrare la lettura come attività culturale fondamentale nella vita e nella storia dei popoli e dell’umanità.

Per questa data così importante scegliamo di leggere una poesia dedicata al mese di Aprile da Anna Frank. Il suo invito, rivolto a guardare il cielo fuori dalla soffitta, comunica la tristezza della segregazione e della solitudine ma, al tempo stesso, è un invito a superare  confini di sofferenza, perché esprime il pensiero della felicità legata alla libertà di guardare il cielo.

 

Aprile

Prova anche tu,
una volta che ti senti solo
o infelice o triste,
a guardare fuori dalla soffitta
quando il tempo è così bello.
Non le case o i tetti, ma il cielo.
Finché potrai guardare
il cielo senza timori,
sarai sicuro
di essere puro dentro
e tornerai
ad essere Felice.

 Anna Frank  (Francoforte 1929  –  Bergen-Belsen, 1945)

Start as you mean to go on

Encourage Children to Respect the Environment

Start as you mean to go on. It’s a common English expression and never is it more relevant for teachers than at this time of year, when we are full of enthusiasm, good intentions and ideas of how to motivate and connect with our students.   If we really do succeed in starting as we mean to go on, then we will continue to work throughout the whole school year and consistently maintain this enthusiasm with which we start in September.
I try to do this every year, although I don’t always succeed. This year, however, will be different. It will be different because of a chilling news headline from August which I simply can’t get out of my head.
“A code red for humanity” was the title I read which introduced the  publishing of the UNs document on the effects of human behaviour on global warming.
It was the word “humanity” which struck me; a word which includes everyone and excludes noone. It is a word which includes me the teacher, my colleagues  and every single  one of my pupils.
So it is time to raise my head and act. I have decided: I am going to be the colleague who drives everybody crazy, going on and on at every planning meeting about reducing, reusing and recycling. I am going to be the teacher who reminds my pupils every single lesson of how we are all responsible for reducing carbon emissions and  how every action counts and I am going to lead by example. I HAVE TO, I AM PART OF HUMANITY.
The ideas are tumbling around in my head: it’s time to cut the excess: fewer coloured pens, pencils and felt tips, exercise books without margins in which we start writing on the top line , not the second; absolutely  no glitter, sequins, cellophane for wrapping “lavoretti”; every child will go back to the old days and bring in their own hand towel rather than using  and wasting paper towels in the toilets; we will have a recycling bin for all masks (which  we will actually use this year)and we will research how they can be recycled; we will have class competitions to award the pupil who is most creative in reusing and and recycling; we will reinstate the Green monitors – an idea from a past Erasmus project in which the Year 5 pupils regularly checked the recycling bins of all the  other classes; we will ask the local council to lower the heating in our schools in winter and we will wear extra layers; I will become fanatical about reducing  the number of photocopies and I will  ensure not a single centimetre of paper is wasted when I prepare a worksheet; we will keep  a record of our “recycling and reusing” activities so that we reflect and make a conscious decision to improve our behaviour and “reduce, reuse, recycle ” will become a mantra, repeated at every opportunity.
Parents will come to me and say that their children are conscientious citizens, aware of the importance of looking after the environment. In years to come I will not end my teaching career with a feeling of guilt at not having taught my pupils to respect the environment at every opportunity.

I will start this school year with this very clear objective in mind. I have to. I am part of humanity and will accept my responsibility and teach my pupils to do the same. It’s scary, the task ahead is enormous but a new school year awaits with endless possibilities. I am going to start as I mean to go on.

 

Michelle Slattery

 

VERSIONE ITALIANO

Educare i bambini e le bambine al rispetto per l’ambiente? Facciamolo con azioni concrete

Start as you mean to go on. È un’espressione inglese molto comune ed è molto calzante soprattutto in questo momento dell’anno in cui siamo pieni di entusiasmo, di buone intenzioni e di idee su come motivare ed entrare in relazione con i nostri studenti. Se davvero riusciremo ad “iniziare come vorremmo continuare”, allora continueremo a lavorare per tutto l’anno scolastico mantenendo costante questo entusiasmo con cui iniziamo a settembre.
Cerco di farlo ogni anno, anche se non sempre ci riesco. Quest’anno, però, sarà diverso. Sarà diverso a causa di una notizia agghiacciante che ho letto ad agosto e che non riesco proprio a togliermi dalla testa.
“Un codice rosso per l’umanità” è stato il titolo che ho letto e che faceva da introduzione al documento delle Nazioni Unite sulle conseguenze del comportamento umano sul riscaldamento globale.
È stata la parola “umanità” che più mi ha colpito; una parola che include tutti e non esclude nessuno. È una parola che include me maestra/o, i miei colleghi e ogni mio alunno.
Quindi è il momento di alzare la testa e di agire. Ho deciso: sarò la collega che farà impazzire tutti e che ad ogni riunione punterà a sensibilizzare su argomenti come la riduzione di emissioni, il riutilizzo e il riciclo. Sarò l’insegnante che ricorderà agli studenti in ogni lezione di come tutti siamo responsabili nella riduzione delle emissioni di carbonio e di come ogni azione conta e darò l’esempio. DEVO, SONO PARTE DELL’UMANITÀ.
Le idee mi ronzano in testa; è ora di tagliare l’eccesso: meno penne colorate, matite e pennarelli, quaderni senza margini in cui si comincia a scrivere sulla riga superiore, non sulla seconda; assolutamente niente glitter, paillettes, cellophane per incartare i “lavoretti”; ogni bambino tornerà ai vecchi tempi e porterà il proprio asciugamano invece di usare e sprecare quelli di carta nei bagni; avremo un cestino per la raccolta differenziata per tutte le mascherine (che utilizzeremo effettivamente quest’anno) e studieremo come possono essere riciclate; avremo concorsi di classe per premiare l’alunno più creativo nel riuso e nel riciclo; ripristineremo i monitor verdi – un’idea di un precedente progetto Erasmus in cui gli alunni del quinto anno controllavano regolarmente i cestini per la raccolta differenziata di tutte le altre classi; chiederemo al comune di abbassare il riscaldamento nelle nostre scuole in inverno e ci vestiremo di più. Diventerò fanatica nel cercare di ridurre al minimo il numero di fotocopie e mi assicurerò che non venga sprecato un solo centimetro di carta quando preparo un foglio di lavoro; terremo traccia delle nostre attività di “riciclo e riutilizzo” in modo da riflettere e prendere una decisione consapevole per migliorare il nostro comportamento e “ridurre, riutilizzare, riciclare” diventerà un mantra, ripetuto in ogni occasione.
I genitori verranno da me e diranno che i loro figli sono cittadini coscienziosi, consapevoli dell’importanza di prendersi cura dell’ambiente. Negli anni a venire non finirò la mia carriera di insegnante con un senso di colpa per non aver insegnato ai miei alunni a rispettare l’ambiente in ogni occasione.
Inizierò questo anno scolastico con questo obiettivo molto chiaro in mente. Devo. Faccio parte dell’umanità e accetterò la mia responsabilità e insegnerò ai miei alunni a fare lo stesso. Mi spaventa un po’ perché il compito da svolgere è enorme ma ci aspetta un nuovo anno scolastico con infinite possibilità. Inizierò come intendo continuare. I am going to start as I mean to go on.
 

Michelle Slattery