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Autore: Patrizia Granata

Coordinatrice Scientifica Raffaello Scuola, Pedagogista e Pedagogista Clinico, Coordinatrice Scolastica, consulente e formatrice, ideatrice di progetti didattici. Autrice di articoli e testi didattici per l’infanzia e libri adozionali per la scuola Primaria. Svolge attività di ricerca-azione presso il Centro Infanzia “Giovanni XXIII”.

La Scuola Primaria ci aspetta!

Siamo pronti e pronte a salutare la Scuola dell’Infanzia?

Il passaggio dalla Scuola dell’Infanzia alla Scuola Primaria rappresenta un momento importante per bambini e bambine ma anche per genitori e docenti che hanno il compito di accompagnarli in questo tempo di cambiamento.

La primavera è arrivata e l’anno scolastico ormai sta per terminare. È tempo di uscite didattiche, visite, feste, è un tempo importante per osservare il percorso di sviluppo vissuto da ciascun bambino e ciascuna bambina, ed è tempo di osservare se ciascuno è pronto per il passaggio alla Scuola Primaria.

 Ma cosa significa essere pronti per il passaggio alla Scuola Primaria? Come possiamo dire se un bambino, una bambina, è pronto, pronta per la classe prima? 

Attraverso un’osservazione attenta possiamo dire quali abilità e conoscenze si sono sviluppate e come ciascun bambino abbia raggiunto le competenze richieste per poter sostenere gli apprendimenti successivi relativi alla Scuola Primaria.

Possiamo osservare lo sviluppo di abilità cognitive, percettive, emotive e motorie non perdendo di vista però la motivazione, la creatività e la curiosità ad apprendere.

I bambini e le bambine che iniziano la Scuola Primaria si trovano ad affrontare situazioni note ma anche non note, chiediamoci se possiedono le strategie e gli strumenti per affrontare serenamente le nuove sfide di apprendimento.  

Siamo riuscite durante il periodo di frequenza alla Scuola dell’Infanzia a dedicare spazio per promuovere lo sviluppo dell’autonomia in modo che ciascun bambino davanti ad un nuovo compito, problema o sfida formuli ipotesi ponendo domande e/o individuando possibili azioni e soluzioni? Ancora, possiedono le strategie per orientarsi di fronte ad una nuova attività? Possiamo dire che hanno acquisito i prerequisiti necessari per gli apprendimenti relativi all’area della scrittura, della lettura e del calcolo che incontreranno alla Scuola Primaria? E infine, ma non meno importante, abbiamo con loro raggiunto competenze trasversali ai cinque campi di esperienza della Scuola dell’Infanzia?

Queste alcune delle domande che possiamo porci per osservare, valutare e valorizzare il percorso vissuto da ciascun bambino durante gli anni della Scuola dell’Infanzia e per rispondere a queste domande possiamo proporre, nella fase finale dell’anno scolastico, alcune attività trasversali come quelle presentate di seguito. 

Attività 1: Costruire l’invito per la propria festa di compleanno.
Presentiamo e consegniamo il materiale che decidiamo di utilizzare, accompagniamo poi i bambini e le bambine alla realizzazione del biglietto promuovendo dialogo, confronto e riflessioni relative ai cinque campi di esperienza.

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Attività 2: Inventare una canzone
Un’altra attività può essere inventare una canzone, ad esempio, per la festa di fine anno, pensando al testo e alle musiche. Anche in questa attività possiamo coinvolgere tutti i campi di esperienza con alcune domande che stimolano la riflessione, la motivazione e la creatività.

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Proporre attività mettendo in luce l’interazione tra i campi di esperienza consente di osservare molteplici abilità, conoscenze e competenze relative a diverse aree dello sviluppo.

Siamo quindi pronti per la Scuola Primaria? Chiediamolo alle bambine e ai bambini e coinvolgiamoli in attività ed esperienze che permettano loro di scoprirlo e raccontarlo insieme.

Scopri la Guida Didattica “Una girandola di esperienze
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Scuola a 360°

Una rubrica senza confini che si arricchisce ogni giorno con la linfa di chi vive la scuola

Raffaello Scuola, sempre più, vuole essere a fianco di educatrici, docenti, bambine e bambini, alunni e alunne, ma anche di genitori, dirigenti scolastici e perché no professionisti che a vario titolo ruotano e interagiscono con il mondo della scuola.

Ecco allora la necessità di far nascere la nuova rubrica Scuola a 360°. Una rubrica semplice ed efficace, coordinata da personale altamente qualificato e dedicata e alla scuola di ogni ordine e grado, dal sistema integrato 0-6 alla scuola primaria per arrivare alla secondaria di secondo grado.

Scuola a 360° sarà un pozzo a cui attingere normative, riflessioni, suggerimenti, articoli divulgativi e scientifici, materiali e molto altro ancora. Verranno organizzate tavole rotonde per trattare tematiche che rispondano ai bisogni del momento, quali: osservazione, documentazione, progettazione, abilità, competenze, valutazione, contesti di apprendimento, educazione affettiva, sviluppo cognitivo, sviluppo emotivo, INVALSI, didattica integrata, individualizzata, personalizzata, ma anche tematiche più specifiche come possono essere quelle legate alla comprensione del testo, alla riflessione linguistica, alla motivazione allo studio, all’innovazione didattica o tecnologica, come le STEAM o all’intelligenza artificiale.. Ancora, la rubrica permetterà di condividere bisogni emersi durante le formazioni, durante la stesura di progetti fatti con le scuole e di generare un’alleanza per sostenere il grande valore educativo-didattico che oggi la scuola è tenuta a dare.

Con Scuola a 360° si vuole offrire l’opportunità di generare una vera e propria alleanza educativa fra coloro che nella quotidianità si occupano di alunni e alunne, di studentesse e studenti, con chi si occupa di figli e figlie che vivono il contesto scuola, con chi studia, sperimenta, ricerca ciò che può sorreggere gli apprendimenti ma anche il benessere di chi educa e di chi è educato e l’editoria, che sempre più vuole essere strumento che facilita e sorregge il prezioso lavoro di ciascuno.

Scuola a 360° vuole occuparsi dello sviluppo fisico, psichico ed emotivo mettendo al centro la persona, la didattica, le competenze e le sfide educative. Vuole essere una rubrica aperta, che raccoglie bisogni ma anche riflessioni, una rubrica che non ha confini e che si arricchisce ogni giorno con la linfa di chi vive la scuola.

Molte sono le difficoltà che si incontrano nella scuola, molte sono le sfaccettature e molte le normative che si devono, non solo conoscere, ma anche applicare. Raffaello Scuola vuole fornire strumenti efficaci alla gestione consapevole e professionale di un gruppo di bambini e bambine di una classe non trascurando quelle che oggi sono le necessità principali: l’inclusione, l’innovazione, il benessere, l’orientamento, il contrastare l’abbandono scolastico e l’agire in modo consapevole in ogni singola situazione.

Essere educatrice, educatore, docente, genitore, dirigente, editore, significa essere prima di tutto persona che si dedica a una professione, a un ruolo, non è sufficiente e non è professionale fare l’educatrice e l’educatore, la docente, il genitore, l’editore perché non è funzionale al mondo scuola.

Come può dunque una formazione, un libro di testo accompagnare un docente, un alunno o un genitore se non è costruito da una riflessione comune? Quanto influenza gli apprendimenti il sentire alleati gli adulti che ruotano attorno a una bambina? Quanto influenza l’educazione, l’istruzione il sentire alleati studiosi, editori, professionisti di varie discipline?

La scuola non può bastarsi, se fatta solo di chi insegna e di chi apprende, non può crescere se non c’è confronto, non può vivere se non c’è alleanza, studio e motivazione.

Possono cambiare le normative che la regolano, possono cambiare i voti, i giudizi, le materie, ma se alla base c’è una rete che filtra ciò che è funzionale alla crescita di ciascun protagonista e ciò che non lo è, possiamo ancora sperare in una scuola vera, che insegna la vita dove ciascuno può scrivere una pagina del libro più meraviglioso che c’è.

La musica: un linguaggio da scoprire

Qual è il ruolo della musica negli ambienti educativi e didattici?

Musica una parola che utilizziamo moltissime volte al giorno e in diversi contesti. Ma cosa intendiamo quando parliamo di musica? E qual è il ruolo della musica negli ambienti educativi e didattici?

Musica dal greco antico mousikè, “arte delle Muse”, è l’arte di creare e di produrre con la voce, con il corpo e con gli strumenti.

Possiamo dunque riflettere su quanto la musica assuma un’importanza fondamentale. Ragioniamo ad esempio sul repertorio di canzoni che proponiamo nei contesti educativi. Sono sempre le stesse o variano? Quali canzoni scegliamo? Quando e perché prevedere delle canzoni o delle melodie? Tutto dipende molto dallo scopo, da come vogliamo che la musica accompagni i bambini e le bambine durante le diverse attività.

Possiamo infatti pensare a un sottofondo musicale per aumentare la concentrazione finché i bambini disegnano o costruiscono qualcosa sperimentando la motricità fine. La musica può essere utilizzata per accompagnare attività di rilassamento, prima del riposo pomeridiano o dopo attività molto stimolanti come l’attività motoria.

Semplici canzoni possono contribuire a potenziare la memoria e facilitare attraverso il testo e la melodia l’apprendimento delle fasi per compiere un compito. Ad esempio, la canzone di Mary Poppins “Basta un poco di zucchero e la pillola va giù” può essere utilizzata per riordinare gli spazi dopo aver giocato e/o lavorato oppure la canzone “Clean up”  per riordinare insegnando nel contempo parole in lingua inglese.

Inoltre, osserviamo, ad esempio, come musiche differenti possono influenzare l’approccio alle diverse tecniche di pittura, la postura negli spazi di lavoro (disegno a terra, a tavolino, a muro, a cavalletto) e come cambiando le musiche, cambiano le esperienze che i bambini vivono sperimentando tecniche posture e soprattutto emozioni differenti in base ai brani proposti.

Ancora, una canzone ci può aiutare per favorire nei bambini la percezione del tempo che passa e nello specifico, il tempo da dedicare a una attività. Ad esempio, per indossare le scarpe per andare in giardino abbiamo il tempo di una canzone. Sembra una magia ma la musica può facilitare e velocizzare le azioni e molto spesso può contribuire alla motivazione e i bambini si ritrovano a fare una gara con se stessi per terminare il compito sempre prima e godersi poi la parte di canzone restante.

E avete mai sentito bambini cantare una canzone “pasticciando” con le parole nuove sentite per la prima volta? Ci stanno comunicando che non le conoscono che magari non le hanno mai sentite e non ne conoscono nemmeno il significato. Quando ci soffermiamo sulla parola e diamo loro consapevolezza del suono e del significato il gioco è fatto! La parola è diventata una nuova parola da inserire nel proprio vocabolario.

MA DA QUANDO POSSIAMO ESPORRE IL BAMBINO ALLA MUSICA?
Naturalmente da subito, dal concepimento ogni singolo momento della giornata può essere accompagnato da musiche differenti. La musica ci accompagna, infatti, ben prima della nascita. In particolare, le ricerche relative al periodo prenatale ci mostrano come già durante la gravidanza si sviluppino le primissime capacità percettive per cui anche la musica presente nell’ambiente esterno possa essere percepita dal feto nel grembo materno.

PERCHÉ LA MUSICA È IMPORTANTE PER LO SVILUPPO DEI BAMBINI?
La musica è da sempre considerata fonte e strumento di espressione emotiva ma non solo, la musica può avere un impatto anche sugli aspetti socio-relazionali, motori e cognitivi.

È NECESSARIO ESSERE MUSICISTI PER FAR FARE AI BAMBINI ESPERIENZE MUSICALI?
Il musicista è fondamentale per far fare esperienze specifiche in base alle abilità e alle potenzialità di ciascun bambino e bambina. Ma , ma ricordiamoci che il bambino è quotidianamente esposto alla musica. Per esempio, possiamo scorgere caratteristiche musicali anche analizzando le nostre interazioni verbali. Ritmo, intonazione della voce, pause sono solo alcuni degli aspetti da considerare.

Ma ora vogliamo fare un esempio concreto e presentarvi un’attività musicale da svolgere facilmente. Scopo principale dell’attività è lavorare sulla spazialità dei suoni, sul riconoscimento timbrico e la discriminazione dei suoni.

Attività: segui il suono

Tutti i bambini in cerchio nascondono un piccolo oggetto sonoro o uno strumento dietro la schiena. Al centro un bambino dovrà avvicinarsi solo al/ai bambini che stanno suonando.

Variazione: con lo stesso setting, dare ad un solo bambino del cerchio una campanella. I bambini suoneranno tutti insieme, ma il bambino al centro dovrà avvicinarsi solo a chi ha suonato la campanella

… e ora non ci resta che divertirci a suon di musica!

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Si gioca!

L’importanza del gioco in età infantile

Quante volte abbiamo sentito dire: sta solo giocando!
Questa affermazione ci fa pensare che il gioco sia una perdita di tempo, un’attività di poca importanza. Ma noi docenti della scuola dell’infanzia sappiamo bene che non è così.

Cosa intendiamo esattamente con il termine GIOCO?

Il gioco ha un ruolo fondamentale nello sviluppo perché permette al bambino di sperimentare prima e di consolidare poi ciò che ha appreso sia dal punto di vista cognitivo che socio-affettivo.

Giocare implica un’azione, un’attività liberamente scelta dal bambino o bambina che può svolgere da solo e/o in gruppo senza avere specifici scopi.

Possiamo dunque comprendere quanto importante sia che i bambini giochino da soli o in compagnia di altri bambini.

Partiamo proprio dalla domanda più semplice: PERCHÈ È IMPORTANTE GIOCARE?

Se chiediamo a un bambino: cosa ti piace fare di più durante il giorno? Con molta probabilità ci risponderà giocare! E già questa è una motivazione che ci riconduce al benessere del bambino. Giocare fa star bene. Giocare è una scelta quotidiana di bambini e bambine. Ma per avere una risposta ancora più precisa possiamo andare indietro nel tempo e scoprire che il gioco è da sempre una, anzi direi, la forma di apprendimento più naturale, spontanea ed efficace.

Con cosa giocavano i bambini una volta?
I bambini dell’antichità utilizzavano giochi, passatempi e giocattoli simili a quelli di oggi, sia nella forma che nella sostanza. Avevano a disposizione numerose opportunità di gioco, i primi veri e propri giocattoli riproducevano armi ed aratri. Grazie soprattutto ai giochi, i bambini imparavano a conoscere ruoli e comportamenti.

Possiamo dunque affermare che il gioco permette al bambino di conoscere l’ambiente che lo circonda e di interagire con esso, e come per qualsiasi altra attività che il bambino compie, noi educatori dobbiamo porre la nostra attenzione, non su un presunto risultato, ma sull’intero processo che viene messo in atto dal bambino stesso che lo porta poi ad apprendere.

Oggi possiamo definire il gioco come un’esperienza ludica che permette al bambino di manifestare la propria attività personale, spontanea e intenzionale indispensabile alla sua crescita. Il gioco spontaneo, è utile per rinforzare la propria autonomia, per la promozione e lo sviluppo dell’intenzionalità.
Si gioca per osservare, per entrare in relazione, per rilassarsi, per imparare, per divertirsi per riempire di significato il mondo che sta attorno al bambino.

Compresa l’importanza del gioco chiediamoci:

Dove si gioca?
È importante considerare che c’è uno spazio per ogni gioco. Non possiamo infatti far giocare un bambino in uno spazio non adatto che richiede il continuo intervento dell’adulto che deve fornire regole, affinché il bambino non si faccia male, o non danneggi il materiale.  E’ bene preparare gli spazi a priori.
Gli spazi vanno preparati!
Pensiamoli, progettiamoli e organizziamoli con cura.

Il materiale che il bambino trova all’interno dello spazio gioco è fondamentale per determinare l’esperienza che farà.
Ricordiamoci che il bambino ha necessità di vivere e dunque giocare anche e soprattutto all’aperto. Oltre ai benefici fisici ha infatti la possibilità di aumentare le occasioni di scoperta, di meraviglia e di movimento.

Possiamo concludere ribadendo che il gioco è fondamentale per lo sviluppo di ogni bambino e bambina, lo stesso contribuisce al benessere fisico, cognitivo, emotivo e sociale.

Il GIOCO è un diritto inviolabile ed inscindibile di ogni bambino e perché no, di ogni adulto!

Patrizia Granata
Coordinatrice del progetto didattico-educativo “Una girandola di esperienze“.

 

Vuoi conoscere meglio il progetto?  Clicca l’immagine!

L’osservazione all’inizio dell’anno scolastico

Quali strumenti a disposizione dell’insegnante?

Sta per iniziare il nuovo anno scolastico e i bambini e le bambine tra i 3 e i 6 anni stanno per cominciare o ricominciare il proprio percorso. Arrivano da un’estate ricca di esperienze, di emozioni, di curiosità e di voglia di raccontare.

Ma io docente sono pronta? Sono pronta a osservare, a conoscere, a documentare il livello di partenza di ciascun bambino e bambina che incontrerò alla scuola dell’infanzia? Quali abilità avrà acquisito durante l’estate, con quali abilità comincerà la scuola?Avrei bisogno di strumenti, strumenti specifici necessari per organizzare dal punto di vista didattico-educativo il nuovo anno.

Per iniziare a progettare le attività, ecco una proposta per te, estratta dal progetto:
Una girandola di esperienze. In viaggio con Neurones verso i prerequisiti

 

Facciamo subito un esempio, prendiamo il quaderno operativo secondo livello, a pagina 34.

L’attività “Il volume della mia voce” mi aiuta a  capire se il bambino o la bambina della mia classe, se ciascun bambino e bambina del gruppo con cui lavoro ha acquisito o non ha acquisito l’abilità di utilizzare il tono di voce adeguato nei vari contesti sociali.

 

Se possiede l’abilità, posso progettare attività che gli permettono di procedere nel suo sviluppo, nel suo percorso di crescita, se non l’ha ancora acquisita posso lavorare con attività che vanno a potenziarla.

Registrata l’osservazione posso procedere. Ma Come?

 Devo osservare attentamente come ogni bambino svolge l’attività, quali domande pone, come si comporta di fronte a questa esperienza e lo posso scrivere immediatamente nella griglia di osservazione di ciascun bambino.

Andiamo alla relativa pagina della Guida Didattica, a pag. 139, dove potete trovare un esempio per potenziare questa specifica abilità.

 Sulla base di quanto ho osservato posso scegliere anche di proporre  le attività del livello precedente pag. 138.

 

Oppure del livello successivo pag. 140 per potenziare e/o stabilizzare la medesima abilità. 

                                                                                                                                

 

Potenziare, in questo progetto, vuol dire accompagnare ogni bambino a percorrere la sua strada, il suo viaggio, esperienza dopo esperienza, abilità dopo abilità, per arrivare ad acquisire competenze relative ai cinque campi di esperienza.

Ogni attività presentata è pensata con l’obiettivo che ognuno possa trovare la sua misura per apprendere. Senza giudizi, senza frustrazioni, ma al contrario motivando, gratificando con una serie di esperienze che fanno divertire, che fanno coltivare la curiosità che permette di crescere e di apprendere. 

Proprio per questo, “Una girandola di esperienze” ci offre una serie di attività, di esperienze che danno spazio al divertimento, alla possibilità di pensare a modi nuovi, molteplici e creativi di apprendere.

E tu, docente, sarai sempre accompagnata e accompagnato sapendo in quale campo di esperienza stai lavorando, su quale contenuto, in quale abilità e come i bambini stanno procedendo nel loro magnifico percorso di crescita.

A questo punto non ci resta che augurarvi BUON INIZIO!
Buon inizio con consapevolezza e con intenzionalità educativa.
Vi aspettiamo ai prossimi incontri formativi

Le autrici
Patrizia, Laura, Francesca, Anna, Elena

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