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Tag: progettazione

L’apprendimento basato sulle sfide per una didattica STEAM efficace

Le tre fasi: coinvolgimento, indagine e azione.

Durante le riunioni scolastiche, gli insegnanti si preoccupano principalmente del completamento del programma, e dedicano uno spazio marginale alla definizione di strategie per lo sviluppo delle competenze chiave di apprendimento degli studenti, le uniche in grado di preparare i nostri giovani alle sfide di un mondo in continuo cambiamento, caratterizzato da professioni emergenti, tecnologie inesplorate e problemi, ad oggi, imprevedibili. Una realtà tanto complessa, inoltre, non può essere affrontata da una scuola che da anni fonda le proprie basi organizzative sulla suddivisione delle discipline di insegnamento; dovremmo piuttosto cogliere le opportunità provenienti dalla didattica STEAM, capace di integrare e contaminare abilità provenienti da discipline diverse – non solo di area scientifica – intrecciando teoria e pratica per lo sviluppo di nuove competenze, anche trasversali (Linee guida STEM, nota MIM 4588 del 24/10/23).

L’approccio STEAM consente di coinvolgere attivamente gli studenti in esperienze autentiche, fornendo loro un modo diverso di interrogare il mondo, basato sulle connessioni tra le discipline di studio, sull’investigazione dei fenomeni, sulla risoluzione di problemi reali.

Come introdurre in modo pratico ed efficace l’approccio STEAM nelle nostre scuole? Un valido quadro di riferimento ci viene offerto dal Challenge-Based-Learning (CBL), l’apprendimento basato sulle sfide, uno strumento didattico che integra l’apprendimento attivo, il lavoro di squadra e sfide autentiche, al fine di sviluppare negli studenti le competenze per il 21° secolo, necessarie a risolvere i problemi che affronteranno nel corso della vita. A differenza di quanto abitualmente viene richiesto agli studenti con i tradizionali esercizi – in cui applicare conoscenze già note per un loro consolidamento- il CBL sfida lo studente con la proposta di problemi autentici, in cui le nuove conoscenze sono il risultato di un processo personale di indagine e scoperta sostenuto dal docente e dal gruppo di lavoro.

In vista dell’avvio delle azioni didattiche e formative finanziate con le risorse dell’investimento ‘Nuove competenze e nuovi linguaggi’, la scuola italiana non dovrebbe promuovere modelli di apprendimento che rimandano al futuro lavorativo la verifica della conoscenza nella risoluzione dei problemi, ma modelli in cui è il problema stesso a diventare strumento di apprendimento.

IL CBL, grazie alla proposta di problemi sfidanti, rappresenta uno dei framework che meglio risponde alle attuali esigenze di sviluppare e rafforzare le competenze degli studenti nell’ambito della didattica STEAM.

Come applicare concretamente il CBL nei nostri contesti scolastici? L’apprendimento basato sulle sfide comprende tre fasi interconnesse fra loro: coinvolgimento, indagine e azione.

Fase 1: COINVOLGIMENTO

Per il docente la prima fase rappresenta il momento più difficile della progettazione, perché dovrà concentrare la propria attenzione sulla definizione di una sfida che sia realmente significativa per gli studenti, ovvero in grado di mobilitare quella motivazione intrinseca che risulta essere il volano più efficace per l’apprendimento.

Si parte dalla presentazione di una Grande Idea, ovvero di un tema di ampio respiro, un problema a livello globale che offre diverse opportunità di indagine come, ad esempio, uno dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030.

La Grande Idea stimola nel gruppo classe una serie di interrogativi riferiti al contesto territoriale, agli interessi personali e della comunità. Sono le cosiddette domande essenziali, che agganciano il macro tema al mondo dello studente e lo coinvolgono in prima persona in una situazione avvertita come problematica.

La fase di coinvolgimento si conclude con l’identificazione di una sfida, definita sapientemente dal docente in modo da trasformare le domande essenziali emerse in un concreto invito all’azione.

A titolo esemplificativo, si riporta il testo di una sfida utilizzata con una classe in un CBL avente come macro tema l’obiettivo 14 dell’Agenda 2030, riguardante la vita sulla Terra:

Il Sindaco di […] conferisce al vostro studio associato di esperti il compito di monitorare le variazioni di temperatura in diverse aree della città e di ideare un dispositivo destinato a garantire il benessere delle piante, particolarmente minacciate dalle attuali condizioni climatiche. Purtroppo, le risorse finanziarie disponibili sono limitate, considerando l’ampia estensione del territorio comunale, e il vostro team dovrà formulare una soluzione con costi contenuti, utilizzando anche materiali di riciclo.

Da sottolineare il carattere inclusivo del CBL nel momento in cui la sfida viene rivolta ad uno “studio associato di esperti “, richiamo evidente alla possibilità di coinvolgere nei gruppi di lavoro in cui verrà suddivisa la classe, un team di studenti con diversi talenti, personalità e punti di forza, trasformando così ogni alunno in un attore protagonista dell’intero processo di apprendimento.

 

Fase 2: INDAGINE

Nella fase di indagine lo studente intraprende un viaggio verso la conoscenza a partire da una serie di domande guida formulate dall’insegnante. Queste domande sono ordinate in base alle priorità del percorso conoscitivo progettato dal docente per il gruppo classe, ma ciascun alunno, seppur guidato da questo essenziale strumento di indagine, potrà godere di una certa libertà d’azione nel personale processo di apprendimento. Potrà infatti sfruttare una serie di risorse (libri di testo, video, pagine web) e attività guida (esperimenti, simulazioni, giochi) messe a disposizione dal docente per giungere alle prime conclusioni condivise con il proprio gruppo.

A titolo esemplificativo, riprendendo la sfida lanciata nella fase precedente, alcune possibili domande guida potrebbero essere: come funziona un sensore di temperatura? Come si effettua la registrazione di dati in un archivio elettronico? Sai usare un foglio di calcolo per trasformare i dati in grafici? Come creare un sistema di segnalazione di allarme a distanza?

Come risorsa per rispondere a questi interrogativi suggeriamo il libro “Laboratorio sperimentale STEAM” edito dalla Raffaello e le attività guida 4 e 5 della sezione 4 dedicata alla robotica educativa.

Scopri il Laboratorio Sperimentale STEAM, del corso Techno-logics per la SS1, con l’intervista a Gianni Monti!

Fase 3: AZIONE

Dopo aver completato la fase di indagine, ogni gruppo identifica e implementa una singola soluzione per la sfida, che dovrà essere prima sperimentata e poi condivisa con un pubblico autentico sotto forma di brochure informativa, pagina web, progetto di miglioramento, app mobile, dispositivo elettronico etc.

Si può facilmente ipotizzare che durante la fase di sperimentazione possano emergere nuovi interrogativi, che potrebbero richiedere ulteriori ricerche e riportare gli studenti alla fase di indagine.

La fase di azione rappresenta un momento fondamentale per riflettere sul proprio operato, perché il gruppo riceve una serie di feedback, sia dalla sperimentazione del proprio artefatto cognitivo che dalla presentazione al pubblico. Queste risposte possono fornire ottimi spunti per l’autovalutazione e, in particolare, per determinare il proprio impatto sulla sfida.

Dall’analisi delle tre fasi è evidente che il docente dovrà adoperarsi per creare contesti di apprendimento in cui lo studente si senta libero di osare e di fallire con la creatività. Nel CBL il come arrivare alla soluzione, ha valore tanto quanto la soluzione stessa. L’obiettivo della sfida non è raggiungere ad una verità assoluta, bensì sviluppare un’opinione personale e individuare possibili soluzioni a problemi reali.

Durante il percorso, ogni fase può essere documentata attraverso relazioni e presentazioni che rappresentano evidenze nel personale viaggio nella conoscenza. La documentazione prodotta può fornire importanti elementi di valutazione per il docente.

Il CBL si configura come un efficace strumento didattico per promuovere l’indagine dei fenomeni da vari punti di vista, consentendo agli studenti di identificare le naturali connessioni tra le diverse aree del sapere, caratteristiche dell’approccio STEAM.

La musica: un linguaggio da scoprire

Qual è il ruolo della musica negli ambienti educativi e didattici?

Musica una parola che utilizziamo moltissime volte al giorno e in diversi contesti. Ma cosa intendiamo quando parliamo di musica? E qual è il ruolo della musica negli ambienti educativi e didattici?

Musica dal greco antico mousikè, “arte delle Muse”, è l’arte di creare e di produrre con la voce, con il corpo e con gli strumenti.

Possiamo dunque riflettere su quanto la musica assuma un’importanza fondamentale. Ragioniamo ad esempio sul repertorio di canzoni che proponiamo nei contesti educativi. Sono sempre le stesse o variano? Quali canzoni scegliamo? Quando e perché prevedere delle canzoni o delle melodie? Tutto dipende molto dallo scopo, da come vogliamo che la musica accompagni i bambini e le bambine durante le diverse attività.

Possiamo infatti pensare a un sottofondo musicale per aumentare la concentrazione finché i bambini disegnano o costruiscono qualcosa sperimentando la motricità fine. La musica può essere utilizzata per accompagnare attività di rilassamento, prima del riposo pomeridiano o dopo attività molto stimolanti come l’attività motoria.

Semplici canzoni possono contribuire a potenziare la memoria e facilitare attraverso il testo e la melodia l’apprendimento delle fasi per compiere un compito. Ad esempio, la canzone di Mary Poppins “Basta un poco di zucchero e la pillola va giù” può essere utilizzata per riordinare gli spazi dopo aver giocato e/o lavorato oppure la canzone “Clean up”  per riordinare insegnando nel contempo parole in lingua inglese.

Inoltre, osserviamo, ad esempio, come musiche differenti possono influenzare l’approccio alle diverse tecniche di pittura, la postura negli spazi di lavoro (disegno a terra, a tavolino, a muro, a cavalletto) e come cambiando le musiche, cambiano le esperienze che i bambini vivono sperimentando tecniche posture e soprattutto emozioni differenti in base ai brani proposti.

Ancora, una canzone ci può aiutare per favorire nei bambini la percezione del tempo che passa e nello specifico, il tempo da dedicare a una attività. Ad esempio, per indossare le scarpe per andare in giardino abbiamo il tempo di una canzone. Sembra una magia ma la musica può facilitare e velocizzare le azioni e molto spesso può contribuire alla motivazione e i bambini si ritrovano a fare una gara con se stessi per terminare il compito sempre prima e godersi poi la parte di canzone restante.

E avete mai sentito bambini cantare una canzone “pasticciando” con le parole nuove sentite per la prima volta? Ci stanno comunicando che non le conoscono che magari non le hanno mai sentite e non ne conoscono nemmeno il significato. Quando ci soffermiamo sulla parola e diamo loro consapevolezza del suono e del significato il gioco è fatto! La parola è diventata una nuova parola da inserire nel proprio vocabolario.

MA DA QUANDO POSSIAMO ESPORRE IL BAMBINO ALLA MUSICA?
Naturalmente da subito, dal concepimento ogni singolo momento della giornata può essere accompagnato da musiche differenti. La musica ci accompagna, infatti, ben prima della nascita. In particolare, le ricerche relative al periodo prenatale ci mostrano come già durante la gravidanza si sviluppino le primissime capacità percettive per cui anche la musica presente nell’ambiente esterno possa essere percepita dal feto nel grembo materno.

PERCHÉ LA MUSICA È IMPORTANTE PER LO SVILUPPO DEI BAMBINI?
La musica è da sempre considerata fonte e strumento di espressione emotiva ma non solo, la musica può avere un impatto anche sugli aspetti socio-relazionali, motori e cognitivi.

È NECESSARIO ESSERE MUSICISTI PER FAR FARE AI BAMBINI ESPERIENZE MUSICALI?
Il musicista è fondamentale per far fare esperienze specifiche in base alle abilità e alle potenzialità di ciascun bambino e bambina. Ma , ma ricordiamoci che il bambino è quotidianamente esposto alla musica. Per esempio, possiamo scorgere caratteristiche musicali anche analizzando le nostre interazioni verbali. Ritmo, intonazione della voce, pause sono solo alcuni degli aspetti da considerare.

Ma ora vogliamo fare un esempio concreto e presentarvi un’attività musicale da svolgere facilmente. Scopo principale dell’attività è lavorare sulla spazialità dei suoni, sul riconoscimento timbrico e la discriminazione dei suoni.

Attività: segui il suono

Tutti i bambini in cerchio nascondono un piccolo oggetto sonoro o uno strumento dietro la schiena. Al centro un bambino dovrà avvicinarsi solo al/ai bambini che stanno suonando.

Variazione: con lo stesso setting, dare ad un solo bambino del cerchio una campanella. I bambini suoneranno tutti insieme, ma il bambino al centro dovrà avvicinarsi solo a chi ha suonato la campanella

… e ora non ci resta che divertirci a suon di musica!

blog image neurones

L’osservazione all’inizio dell’anno scolastico

Quali strumenti a disposizione dell’insegnante?

Sta per iniziare il nuovo anno scolastico e i bambini e le bambine tra i 3 e i 6 anni stanno per cominciare o ricominciare il proprio percorso. Arrivano da un’estate ricca di esperienze, di emozioni, di curiosità e di voglia di raccontare.

Ma io docente sono pronta? Sono pronta a osservare, a conoscere, a documentare il livello di partenza di ciascun bambino e bambina che incontrerò alla scuola dell’infanzia? Quali abilità avrà acquisito durante l’estate, con quali abilità comincerà la scuola?Avrei bisogno di strumenti, strumenti specifici necessari per organizzare dal punto di vista didattico-educativo il nuovo anno.

Per iniziare a progettare le attività, ecco una proposta per te, estratta dal progetto:
Una girandola di esperienze. In viaggio con Neurones verso i prerequisiti

 

Facciamo subito un esempio, prendiamo il quaderno operativo secondo livello, a pagina 34.

L’attività “Il volume della mia voce” mi aiuta a  capire se il bambino o la bambina della mia classe, se ciascun bambino e bambina del gruppo con cui lavoro ha acquisito o non ha acquisito l’abilità di utilizzare il tono di voce adeguato nei vari contesti sociali.

 

Se possiede l’abilità, posso progettare attività che gli permettono di procedere nel suo sviluppo, nel suo percorso di crescita, se non l’ha ancora acquisita posso lavorare con attività che vanno a potenziarla.

Registrata l’osservazione posso procedere. Ma Come?

 Devo osservare attentamente come ogni bambino svolge l’attività, quali domande pone, come si comporta di fronte a questa esperienza e lo posso scrivere immediatamente nella griglia di osservazione di ciascun bambino.

Andiamo alla relativa pagina della Guida Didattica, a pag. 139, dove potete trovare un esempio per potenziare questa specifica abilità.

 Sulla base di quanto ho osservato posso scegliere anche di proporre  le attività del livello precedente pag. 138.

 

Oppure del livello successivo pag. 140 per potenziare e/o stabilizzare la medesima abilità. 

                                                                                                                                

 

Potenziare, in questo progetto, vuol dire accompagnare ogni bambino a percorrere la sua strada, il suo viaggio, esperienza dopo esperienza, abilità dopo abilità, per arrivare ad acquisire competenze relative ai cinque campi di esperienza.

Ogni attività presentata è pensata con l’obiettivo che ognuno possa trovare la sua misura per apprendere. Senza giudizi, senza frustrazioni, ma al contrario motivando, gratificando con una serie di esperienze che fanno divertire, che fanno coltivare la curiosità che permette di crescere e di apprendere. 

Proprio per questo, “Una girandola di esperienze” ci offre una serie di attività, di esperienze che danno spazio al divertimento, alla possibilità di pensare a modi nuovi, molteplici e creativi di apprendere.

E tu, docente, sarai sempre accompagnata e accompagnato sapendo in quale campo di esperienza stai lavorando, su quale contenuto, in quale abilità e come i bambini stanno procedendo nel loro magnifico percorso di crescita.

A questo punto non ci resta che augurarvi BUON INIZIO!
Buon inizio con consapevolezza e con intenzionalità educativa.
Vi aspettiamo ai prossimi incontri formativi

Le autrici
Patrizia, Laura, Francesca, Anna, Elena

Vuoi conoscere meglio il progetto?  Clicca l’immagine!