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Autore: Flavia Franco

Insegnante di scuola primaria, tutor di scienze della formazione primaria, autrice di testi ministeriali e di narrativa, formatrice esperta di didattica della letto-scrittura, giornalista, blogger.

Osservare il mondo

Come maestra, ho sempre creduto che l’educazione non si limiti ai confini della scuola. La vera comprensione del mondo si sviluppa attraverso l’esperienza diretta e l’osservazione. Questo principio diventa particolarmente rilevante durante le vacanze, quando siamo fuori dalla routine quotidiana e abbiamo l’opportunità di esplorare nuovi ambienti e culture.
Le vacanze rappresentano un’occasione unica per i bambini (e per gli adulti) di apprendere in modo informale, immergendosi in contesti diversi da quelli abituali. Spesso, presi dall’euforia del viaggio e dalle numerose attività programmate, rischiamo di dimenticare quanto sia prezioso il semplice atto di osservare ciò che ci circonda.

L’osservazione attenta contribuisce a sviluppare la curiosità e il senso di meraviglia. Durante una passeggiata in un bosco, per esempio, un bambino può scoprire il ciclo vitale di un albero, osservare gli insetti nel loro habitat naturale o notare le diverse sfumature di verde nelle foglie. Ogni dettaglio osservato è una finestra su un nuovo mondo di conoscenze e comprensioni. In vacanza, ci può capitare di essere esposti a culture e tradizioni diverse dalle nostre. Un mercato locale, una festa tradizionale o un semplice pranzo in un ristorante tipico diventano occasioni per apprendere e apprezzare la diversità culturale. Questo tipo di apprendimento non solo amplia le conoscenze, ma sviluppa anche empatia e tolleranza.


OSSERVARE PER SVILUPPARE IL PENSIERO CRITICO
L’osservazione attenta concorre allo sviluppo di competenze cognitive fondamentali come l’attenzione, la memoria e il pensiero critico. Quando un bambino osserva un paesaggio, un’opera d’arte o un fenomeno naturale, è invitato a fare domande, formulare ipotesi e trovare collegamenti con ciò che ha già imparato. E questo aiuta a formare un pensiero critico e indipendente.
Osservare l’ambiente naturale durante le vacanze può anche sensibilizzare i bambini (e gli adulti) alla bellezza e alla fragilità del nostro pianeta. Notare i segni dell’inquinamento, l’impatto dell’uomo sulla natura o semplicemente apprezzare la bellezza di un paesaggio incontaminato, può ispirare un maggiore rispetto per l’ambiente e un impegno per la sua tutela.
Come maestra, incoraggio sempre i miei alunni e le loro famiglie a sfruttare le vacanze trasformandole in un’opportunità per osservare il mondo con occhi nuovi.
Perché l’osservazione non è solo uno strumento di apprendimento, ma anche un modo per arricchire la nostra vita, rendendoci più consapevoli e più connessi con il mondo che ci circonda. In un’epoca in cui siamo costantemente distratti da schermi e dispositivi, il semplice atto di fermarsi e osservare può diventare un potente antidoto alla superficialità e alla disattenzione.
Quindi, durante le prossime vacanze, ricordiamoci di aprire gli occhi: il mondo ha tanto da insegnarci, se solo siamo disposti a imparare.

Arrivano le vacanze… parliamo di compiti!

La scuola accoglie con grande sollievo l’arrivo del mese di Giugno.
I bambini e le bambine sono stanchi, il lavoro di apprendere è impegnativo e spesso non è l’unico che essi svolgono.
Corsi di danza, basket, nuoto, musica, calcio… ciascuno di loro è spesso impegnato in altre attività che, seppur utili o rilassanti, contribuiscono al carico della fatica e dello stress.
Anche per gli insegnanti la conclusione dell’anno scolastico rappresenta un momento molto faticoso, dopo un anno di intenso lavoro si tirano le fila, si effettuano riunioni e collegi docenti, si compilano documenti di valutazione e relazioni, si ultima la compilazione dei registri elettronici, si espletano gli adempimenti burocratici che richiedono attenzione e generano altro stress.
Tutte operazioni che si svolgono in gran parte quando i bambini sono ormai in vacanza poiché, com’è noto, le insegnanti e gli insegnanti non terminano certo il loro lavoro con la chiusura delle lezioni!

La conclusione dell’anno scolastico porta con sé anche l’assegnazione dei cosiddetti “compiti delle vacanze”, spesso così poco amati in modo particolare dalle famiglie. Dal mio punto di vista credo che possano risultare molto utili, ovviamente se assegnati in misura ragionevole (anche i bambini e le bambine hanno diritto al riposo!).
Esistono in commercio moltissimi opuscoli divertenti che permettono ai nostri alunni di ripassare quanto fatto in classe durante l’anno, in modo ludico e piacevole.
La loro estate è comunque lunga così come il tempo del riposo; perciò, è importante mantenere la “macchina” funzionante. A tutte e tutti noi insegnanti è capitato di dover aspettare a volte fino a fine ottobre per dar tempo ai bambini di recuperare le conoscenze e le competenze con cui li avevamo lasciati l’anno precedente e poter iniziare gli argomenti nuovi.

Il compito estivo rappresenta inoltre un esercizio all’impegno.
Ovviamente molto dipende dall’approccio con il quale si affrontano questi piccoli obblighi.
In questo aspetto sono molto importanti i genitori: se adottano un approccio polemico, il bambino o la bambina sarà autorizzato a lamentarsi, a protestare, a fare le cose in fretta e male.
Se in casa si darà la giusta importanza al “mantenersi” in esercizio con qualche piccola attività, anche per i bambini e le bambine diventerà cosa di utile da svolgersi a puntate, magari organizzando il tempo senza pensare di completare il libro già a Giugno (cosa assolutamente inutile) oppure rimandando il tutto a settembre, con la fatica che ne conseguirà.

Abituare i bambini ad affrontare piccoli impegni, anche se a volte magari un po’ gravosi, aiuta a diventare grandi e a prepararsi a quello che, da adulti, sarà il rispetto delle regole e del lavoro.

Per rendere le attività più accattivanti, le maestre e i maestri potranno aggiungere qualcosa di piacevole come

  • fare liberamente alcuni giorni di diario dei momenti scelti dai bambini perché da loro considerati più belli o densi di esperienze nuove
  • creare una scheda dei posti speciali frequentati
  • cucinare con la nonna e scrivere una ricetta
  • fare una raccolta di oggetti che hanno lasciato un segno

Ovviamente senza pretendere l’obbligo o la perfezione.
Infine, ultimo ma non ultimo, il consiglio di leggere almeno (e dico almeno) due libri, scelti tra un elenco fornito dall’insegnante oppure liberamente in biblioteca o acquistati in libreria, a fumetti o scientifici, di avventura o di paura…
Diventeranno un bel patrimonio di parole, da raccontare agli amici al rientro a scuola!

Cosa consigliare ai tuoi alunne e alunni per le vacanze estive?

L’importanza dell’ “imparare facendo” nella Scuola Primaria

“John Dewey, filosofo e pedagogista americano, (20 ottobre 1859 – 1º giugno 1952) è stato uno degli antesignani dell’imparare facendo. Secondo Dewey l’esperienza diretta è di fondamentale importanza per creare le basi dell’apprendimento: “l’educazione non è una preparazione per la vita; l’educazione è la vita stessa” (Dewey, 1897).

Secondo Dewey, è indispensabile che gli studenti vengano coinvolti attivamente nel processo di apprendimento poiché è solo prendendo parte ad attività pratiche e risolvendo problemi reali che si sviluppano abilità cognitive, emotive e sociali.

L’apprendimento attraverso l’esperienza diventa quindi un elemento indispensabile poiché consente di acquisire competenze, conoscenze e abilità che vanno ben al di là della semplice memorizzazione di contenuti teorici.

Insomma, un pioniere anche della didattica per competenze.


Ma perché oggi è più che mai importante insegnare riscoprendo l’esperienza diretta?
Perché viviamo in una società sempre più pervasa dalla tecnologia e dall’automazione, nella quale il valore delle competenze pratiche rischia di perdersi.

Come ci insegna Dewey, è attraverso le attività esperienziali che si forniscono a bambine e bambini gli strumenti per strutturare un apprendimento profondo e significativo. Creare progetti, sperimentare, costruire, sono operazioni che allenano la creatività, favoriscono lo sviluppo delle capacità di problem-solving, guidano nella comprensione dei fenomeni e nella risoluzione di problemi, toccandoli “con mano”.

Partecipare ad attività pratiche e/o manuali inoltre consente a bambine e bambini di sperimentare la progettualità e il senso di soddisfazione che deriva dal completamento di un progetto. Farlo in gruppo incoraggia la collaborazione e la comunicazione tra bambine e bambini. Condividere idee, risorse e responsabilità all’interno di un gruppo aiuta a sviluppare capacità sociali fondamentali come l’ascolto, la negoziazione e il rispetto delle opinioni altrui, quelle che noi chiamiamo life skills.

Nel Sussidiario dei linguaggi PAROLE SEGRETE, ampio spazio è dato a questo aspetto. A tal proposito, nella sezione CRESCERE INSIEME bambine e bambini trovano letture e attività cooperative, idonee a creare stimoli di tipo esperienziale.

Anche in ambito artistico, le attività manuali e pratiche offrono a tutte e a tutti la libertà di esprimere e coltivare la creatività. Attraverso la pittura, il disegno, la scultura e l’artigianato, bambine e bambini possono esplorare diverse forme d’arte e sviluppare il proprio stile. Questo processo di espressione personale è essenziale per lo sviluppo dell’identità e della fiducia in se stessi.

È con questo scopo che al Sussidiario dei linguaggi PAROLE SEGRETE è allegato un fascicolo dedicato all’arte che offre un’ampia panoramica di attività finalizzate proprio a questo obiettivo.

Come nasce un sussidiario dei linguaggi?

Un sussidiario dei linguaggi è un meraviglioso lavoro di squadra.
È un’impresa, un’avventura dove tutto è perfettamente pianificato e ogni cosa concorre a creare uno strumento che da un lato ha l’obiettivo di aiutare il bambino e la bambina a crescere nell’amore per la lettura e dall’altro si pone lo scopo di agevolare il lavoro dell’insegnante in questo bellissimo compito.

Un sussidiario dei linguaggi ha una fase di gestazione nella quale autori e redazione condividono idee e pensieri, facendo emergere l’idea di fondo che guiderà tutto il percorso: la lettura come veicolo di apprendimento, la lettura come sviluppo della passione per la parola scritta, la lettura come volano per la scrittura, la lettura come “casa” delle regole di grammatica.

In questa fase si definiscono le tipologie di allegati che andranno a completare, in modo coerente, il percorso che le insegnanti avranno a disposizione per orientare la  loro scelta.

l punti nodali sono la comprensione del messaggio scritto e l’analisi di tipologie che compongono l’universo letterario, come si evince dagli obiettivi delle Indicazioni Nazionali:

“Leggere testi (narrativi, descrittivi, informativi) cogliendo l’argomento di cui si parla e individuando le informazioni principali e le loro relazioni. – Comprendere testi di tipo diverso, continui e non continui, in vista di scopi pratici, di intrattenimento e di svago. – Leggere semplici e brevi testi letterari, sia poetici sia narrativi, mostrando di saperne cogliere il senso globale. – Leggere semplici testi di divulgazione per ricavarne informazioni utili ad ampliare conoscenze su temi noti.”

 

All’interno del percorso l’autrice o l’autore individua temi sui quali vuole accendere un faro: la parità di genere, l’ambiente, le relazioni, le life skills, le stagioni, le emozioni, le Steam.

Nel caso del sussidiario dei linguaggi PAROLE SEGRETE tutte queste tematiche vengono affrontate grazie a letture stimolo e attività pratiche create ad hoc.

Per fare tutto questo l’autore legge e seleziona libri e libri e libri dai quali estrarre i brani su cui i bambini lavoreranno sia all’interno delle tipologie testuali sia nelle sezioni tematiche.

Ad esempio, se l’autore o l’autrice sta predisponendo la sezione relativa alla descrizione, dovrà individuare testi tratti dalla miglior narrativa italiana e straniera dai quali si possano estrapolare descrizioni che rispondano alle caratteristiche da analizzare: animali, persone, cose, ambienti, da vedersi sotto una luce oggettiva o soggettiva, con caratteristiche statiche o dinamiche o magari con sequenze dialogiche creando per ciascuna di essere i relativi esercizi legati alla comprensione e alla trasposizione in produzione scritta.

Lo stesso viene fatto per tutte le sezioni: testo poetico, narrativo con i suoi generi, argomentativo, regolativo.

Come si evince, la scelta dei brani diventa un punto qualificante per poter offrire ai bambini esempi di bella scrittura che possano condurli a sviluppare l’amore per il bello e la passione per la parola scritta.

Questo, per le insegnanti che stanno scegliendo il libro di testo, rappresenta un punto nodale insieme alle modalità con cui vengono costruiti gli esercizi di comprensione che guidano a riflettere su tutte le componenti del testo, compresa quella grammaticale, e aiutano il bambino a “valorizzare” il contenuto, imparando ad interrogarlo in modalità più approfondite, le stesse che troverà nelle Prove Invalsi.

Ogni pagina del sussidiario e dei suoi allegati viene poi analizzata insieme alla redazione, studiata graficamente attraverso  font e spaziature idonee a rendere il testo assolutamente inclusivo.

Nel lavoro di squadra rivestono un ruolo importantissimo gli illustratori e le illustratrici che permettono di dare vita a quello che sarà un libro per bambini e bambine. Il loro estro rende gradevole e accattivate ogni pagina, pensata per far gioire anche gli occhi, per regalare il bello di cui i bambini hanno diritto.

I grafici assemblano il lavoro rendendolo coerente e scorrevole mentre molte persone leggono, rileggono, ricontrollano affinché non sfugga nulla. E, nonostante questo, a volte qualche refuso sfugge. Ma è comprensibile, il corso, tra quarta e quinta, tra libro di lettura e allegati vanta quasi 1000 pagine.

Infine la copertina, qualcosa che deve evocare la gioia di poter crescere e imparare in compagnia di un bel libro.

Alla fine di questo gioco di squadra entrano a pieno diritto le maestre che, con attenzione e competenza (e tanta pazienza), analizzano i volumi per decidere quale sarà il più adatto alla loro classe.

A loro va, naturalmente l’augurio di una buona scelta, naturalmente targata Raffaello!

Vuoi conoscere tutti i sussidiari dei linguaggi per la Scuola Primaria di Raffaello Scuola?

Scopri di più nella pagina dedicata

Sta arrivando la Primavera!

Il diritto alla Primavera

In questo tempo di clima impazzito, speriamo ci rimanga la Primavera.
La Primavera è la stagione della rinascita, è il momento in cui tutte le energie spingono verso la vita. Nascono nuovi profumi, nuove foglie, nuovi suoni, nuovi colori.

È molto importante, soprattutto per i bambini e le bambine che vivono in città, che le maestre affrontino questo argomento.
È bello immaginare la classe come una specie di stanza multisensoriale in cui si possano evocare le sensazioni che l’arrivo della bella stagione suscita in noi.
Facciamo ascoltare ai nostri alunni il cinguettio degli uccelli (in rete si può trovare senza difficoltà), portiamo a scuola dei giacinti e facciamo sentire loro il profumo intenso che emanano.

Proiettiamo alla LIM video time-laps (anche questi si trovano facilmente in rete) in cui in breve tempo si possa vedere lo sbocciare di un fiore o lo srotolarsi di una foglia. Guardiamo documentari di nidi che si riempiono di piccoli che escono dall’uovo.

Al termine di queste operazioni, recuperiamo le EMOZIONI, chiudendo gli occhi. Guidiamo i bambini e le bambine ad evocare le sensazioni che hanno provato. Corrediamo il tutto con qualche bella poesia. Niente come una poesia si sposa bene con la Primavera!

Scopri di più sul sussidiario dei linguaggi Parole segrete che ti proporrà una selezione di poesie dedicata ai piccoli e grandi lettori.

Buona Primavera!

L’inclusione è un viaggio. I care.

“I care”, mi prendo cura di te, ti ho a cuore, ho a cuore le tue emozioni. Creo una relazione con te come persona e con il tuo sentire. È da questa relazione “di cura” che scaturisce l’apprendimento.

Care colleghe, questo è il messaggio con cui voglio iniziare questa riflessione. Arriva dalla scuola di Barbiana, la scuola di Don Milani, arriva fino ai giorni nostri, forte e chiaro, potente e moderno: la cultura rende eguali e dà dignità all’uomo. 

Il piacere di sapere rende liberi.

Il messaggio di Don Milani, sviluppato e sperimentato a metà del secolo scorso, ci inchioda a una domanda: in che cosa consiste l’INCLUSIONE nella scuola di oggi? 
È un argomento di cui si parla moltissimo. Infatti, molti sono i progetti che la mettono al centro. Ma, se riflettiamo sul fatto che includere significa consentire a ciascuna bambina o bambino, ragazza o ragazzo, una partecipazione attiva alla vita di classe, rispettando le esigenze di tutti, organizzando l’apprendimento, in modo da dare la possibilità a ciascuno di realizzare il meglio di sé, viene da chiederci: “È davvero così nelle nostre scuole, oberate di burocrazia?

Oggi gli alunni svantaggiati socialmente e culturalmente vengono collocati nella categoria dei BES (Bisogni Educativi Speciali) quando non chiamati direttamente “i BES”, con un termine umiliante oltre che ghettizzante.

Se però allarghiamo lo sguardo ci rendiamo conto che ogni alunna e ogni alunno è portatore di un bisogno educativo specifico poiché ciascuno di essi necessita di attenzione, stimoli e, a volte, di supporto individualizzato. Dunque, è indispensabile che come educatori, siamo formati per comprendere e rispettare le differenze, siano esse di natura culturale, linguistica, di abilità, di sensibilità, di emozioni.

È indispensabile altresì che operiamo le scelte didattiche giuste, efficaci per bambine e bambini e il più possibile semplici nell’attuazione.

Dalla mia esperienza didattica, la metodologia principe per praticare l’inclusione è il lavoro di gruppo, sia strutturato in cooperative learning, sia libero o realizzato in forma di peer to peer. È nel gruppo infatti che ci sia aiuta, è nel gruppo che si diventa “PARI”, è nel gruppo che si gettano i semi delle life skills, garanzia di una convivenza armoniosa.

Un’altra strategia, non meno importante, è la creazione di proposte didattiche flessibili, materiali e strumenti, supporti tecnologici in grado di essere rimodulati ed adattati alle esigenze e alle caratteristiche di alunni e alunne “portatori e portatrici di storie” tutte diverse tra loro.

Legato al tema imprescindibile delle emozioni, che condiziona tutto l’apprendimento, è indispensabile la creazione di “ponti” tra docenti e genitori. Nella mia esperienza una comunicazione aperta e continua permette di individuare tempestivamente eventuali difficoltà o necessità specifiche degli studenti. In questo modo, la scuola diventa un luogo in cui la comunità educativa lavora insieme per il benessere di tutte le bambini e tutti i bambini.

Creare un ambiente inclusivo non solo migliora l’esperienza di apprendimento degli studenti, ma contribuisce anche a costruire una società più aperta, più rispettosa, più giusta. 

Su queste basi si fonda il sussidiario dei linguaggi “PAROLE SEGRETE”, attraverso un filo affettivo che lega tutte le proposte: si chiama PRENDERSI CURA, INCLUDERE. Un viaggio didattico per offrire alle colleghe e ai colleghi uno strumento che, partendo dalle emozioni, possa contribuire alla realizzazione di un percorso completamente inclusivo.

Concludo con la riflessione di un altro mentore dell’inclusione: Mario Lodi

Io penso che per gli educatori autentici niente è impossibile: se noi offriamo ai bambini una scuola capace di trasformare le diversità in valori positivi, può avvenire il cambiamento della società al suo interno. Soltanto così i bambini d’oggi, che la società ha formato a sua immagine secondo le regole attuali fondate sul consumismo e la competizione, possono diventare cittadini responsabili, motivati, educati.”

Dunque… avanti tutta! 

I care.

Celebrare il Natale a Scuola

Un’importante occasione di Condivisione e Apprendimento

Il periodo natalizio è un momento magico che porta gioia e calore nelle nostre vite. A scuola, parlare del Natale con bambine e bambini rappresenta un’opportunità educativa significativa poiché offre loro una preziosa finestra sulle diverse culture e tradizioni che circondano questa festività. Attraverso storie, canzoni, ricette, leggende possono imparare a conoscere le pratiche natalizie in tutto il mondo, promuovendo la comprensione e l’apertura mentale.

Il Natale è celebrato in modi diversi da persone di varie culture e religioni. Questa diversità offre un’opportunità unica per insegnare a bambine e bambini l’importanza del rispetto e della comprensione interculturale promuovendo il dialogo e abbattendo le barriere culturali.

Il Natale è spesso associato a valori fondamentali come la generosità, la compassione e la solidarietà. A scuola si possono esplorare questi valori attraverso attività che incoraggiano la condivisione, la gentilezza e la partecipazione a iniziative benefiche come la preparazione di doni per i genitori o la costruzione di oggetti da vendere ai mercatini. Queste esperienze contribuiscono a formare cittadini con le orecchie aperte ai bisogni degli altri, allontanando, almeno per un po’, la prigione del consumismo.

Le attività legate al Natale offrono un terreno fertile per lo sviluppo della creatività, della manipolazione, dell’espressione individuale. Bambine e bambini possono essere coinvolti in progetti artistici, possono recitare in rappresentazioni teatrali, imparare canzoni, scrivere storie o occuparsi di ricette.

Inoltre, lavorare “intorno” al Natale promuove un senso di comunità e appartenenza: attraverso decorazioni condivise di corridoi, aule, finestre si crea un ambiente che favorisce la coesione e il senso di “scuola come casa comune”.

In conclusione non dimentichiamo che bambine e bambini (e non solo loro) amano il Natale ed è giusto che lo vivano appieno anche a scuola.

Per le insegnanti e gli insegnanti rappresenta un’occasione intorno alla quale si può creare un’unità di apprendimento interdisciplinare che sviluppa obiettivi e competenze e li trasforma in compiti di realtà.

Se affrontato con il dovuto rispetto, risulterà un percorso di lavoro coinvolgente anche per le bambine e i bambini non italofoni, i quali, di fatto, sono già immersi nella realtà e nell’atmosfera natalizia, che avvolge i nostri paesi e le nostre città.

L’ascolto: una competenza irrinunciabile, un valore prezioso

L’ascolto è una competenza fondamentale: nella Scuola Primaria, insegnare ai bambini e alle bambine ad ascoltare attentamente ha un impatto significativo sull’apprendimento e sullo sviluppo sociale ed emotivo.

Quando i bambini iniziano a imparare a leggere e scrivere, un buon ascolto è essenziale per comprendere le istruzioni degli insegnanti e le lezioni. Imparare ad ascoltare attentamente è il primo passo per sviluppare abilità di comprensione, che sono essenziali in tutte le discipline.

L’ascolto è una componente chiave della comunicazione: nella Scuola Primaria, le nostre bambine e i nostri bambini imparano a esprimere idee e sentimenti. Ma per farlo in modo significativo, devono essere in grado di interagire con gli altri e dunque di ascoltarli. Ciò favorisce relazioni positive e migliora il clima della classe permettendo di sviluppare empatia e comprensione.

Un ascolto “attivo” aiuta a sviluppare l’attenzione e la concentrazione. Queste abilità sono fondamentali per l’apprendimento e il successo scolastico. Attraverso l’ascolto di storie lette ad alta voce, i bambini imparano a mantenere l’attenzione su un compito specifico.

L’ascolto è un elemento critico nella risoluzione dei problemi. In classe, i bambini devono ascoltare istruzioni e comprenderle per affrontare le sfide che incontrano nel loro percorso scolastico.

Ascoltare significa anche incrementare la crescita culturale e linguistica, attraverso la narrativa, la poesia e la musica, stimolando la curiosità e l’apprezzamento della diversità.

Per questo nel sussidiario dei linguaggi PAROLE SEGRETE ci sono molte proposte di ascolto e letture teatrali online, per dare una veste diversa alle parole scritte, trasformandole in bellissimi suoni.

Perché è importante parlare di Stagioni nella Scuola Primaria

Parlare di stagioni, con le nostre alunne e i nostri alunni può sembrare un argomento “antico” o, per alcuni, superato. In realtà, l’argomento “STAGIONI” offre numerosissimi spunti didattici, trasversali a tutte le discipline e rappresenta un’opportunità unica per esplorare il mondo naturale che ci circonda.

Per questo, nel sussidiario dei linguaggi PAROLE SEGRETE ho voluto riservare loro uno spazio speciale.

Affrontando il ciclo delle stagioni si crea una connessione immediata con il mondo naturale attraverso un approccio “storico” al succedersi degli eventi, visto nella prospettiva del tempo ciclico. Osservare la natura nel suo modificarsi continuo crea una connessione che aiuta a sviluppare consapevolezza e senso di responsabilità verso l’ambiente.

Parlare di stagioni rappresenta un’opportunità ideale per introdurre concetti scientifici fondamentali. Si può imparare come la posizione della Terra rispetto al sole influisca sul clima e sulle stagioni, scoprendo il funzionamento di fenomeni come l’equinozio e il solstizio, verificando come le stagioni influenzino la flora e la fauna, compreso il comportamento di animali e piante.

Le stagioni forniscono all’insegnante l’opportunità per attivare l’osservazione diretta. Le bambine e i bambini possono tenere un diario delle stagioni, registrando i cambiamenti che notano nel loro ambiente durante tutto l’anno. Questa attività incoraggia a essere attenti e curiosi e sviluppa abilità di osservazione fondamentali.

I brani musicali dedicati, permettono di allenare l’ascolto, mentre la fruizione di dipinti a tema stagionale offre l’opportunità di avvicinare i nostri alunni e le nostre alunne all’arte.

Dal punto di vista delle emozioni, le stagioni sono il terreno ideale per suscitare sensazioni: l’autunno può accendere immagini poetiche di foglie cadenti e tavolozze di colori mentre la primavera può portare la gioia della rinascita. Queste connessioni emotive possono fornire lo spunto per produzioni scritte narrative, descrittive o poetiche.

In conclusione, l’insegnamento del ciclo delle stagioni non solo offre opportunità di apprendimento ricche e significative, ma promuove anche l’educazione ambientale. È attraverso una maggiore comprensione e apprezzamento del mondo naturale che i bambini e le bambine imparano ad amare e rispettare la natura, a prendersene cura, diventando cittadini consapevoli e responsabili della salvaguardia del nostro pianeta.

#BacktoSchool: un nuovo inizio anche per maestre e maestri

Durante le meritatissime vacanze gli insegnanti hanno ricaricato le pile. Ora, con l’arrivo di settembre, si preparano a riaprire le porte delle loro aule. L’ inizio dell’anno scolastico di solito viene visto dalla parte degli studenti, dimenticandosi del fatto che, anche per le maestre e i maestri, si tratta di ricominciare. C’è chi cambia classe, chi arriva ex novo, chi lascia una quinta per riprendere dalla prima, chi prende servizio per la prima volt …

Sappiamo bene il ruolo fondamentale che le insegnanti e gli insegnanti giocano nell’ispirare, stimolare, guidare i loro alunni.

Ecco allora alcuni suggerimenti per ritornare a scuola con la giusta carica:

1. Riflettere sull’impatto
Dedicate del tempo a riflettere sulle sfide e i successi dell’anno precedente. Sulle cose buone che sono accadute. Questa riflessione potrà aiutarvi a definire obiettivi chiari e mettere in prospettiva l’impatto positivo che hanno sulla vita degli studenti.

2. Creare connessioni significative
Costruire relazioni positive è un aspetto cruciale dell’insegnamento. Pertanto, è importante mettere in pratica strategie per comprendere meglio le esigenze individuali di alunni e alunne, dando loro spazio di espressione e di parola, creando un ambiente di apprendimento inclusivo e stimolante, valorizzando quel poco o quel tanto che ciascuno di loro può dare. Senza partire con una tonnellata di aspettative…

3. Sviluppo professionale continuo
La ricerca di opportunità di formazione continua può rinfocolare la vostra passione per l’apprendimento. Partecipare a workshop, conferenze e corsi online vi consentirà di rimanere aggiornati sulle ultime tendenze educative e di implementare nuove strategie in classe mantenendo la vostra mente “in pista”. Potrete avere l’opportunità di confrontarvi con colleghi o colleghe di altre scuole rimanendo giovani studenti e studentesse forever!

4. Innovazione e creatività
Sperimentare nuovi approcci didattici e strumenti tecnologici può rendere l’insegnamento più coinvolgente. L’uso creativo della tecnologia può rendere le lezioni più interattive e stimolanti, catturando l’attenzione degli studenti in modi nuovi ed entusiasmanti. Non abbiate paura, divertitevi!

5. Condivisione e collaborazione
Creare una comunità di insegnanti che spartiscono idee e risorse può essere fonte di ispirazione. Pertanto, lavorate insieme ai colleghi per risolvere sfide comuni, condividendo generosamente le vostre migliori pratiche. E chiudete un occhio sui pettegolezzi! La cooperazione genera appartenenza e motivazione. E migliora la didattica.

6. Celebrazione dei piccoli successi
Ogni passo avanti, anche il più piccolo, merita di essere festeggiato. Mantenete un atteggiamento positivo, riconoscendo e celebrando i successi individuali dei vostri alunni (e non solo gli insuccessi!!!). Insomma, ditevi un BRAVO o BRAVA qualche volta. Lo meritate!

7. Cura di sé: È fondamentale che gli insegnanti si prendano cura di sé stessi per poter essere al meglio per i loro alunni e alunne. Perciò cercate di mantenere un equilibrio tra lavoro e vita privata, praticate l’autocura e trovare momenti di relax. Non fate le eroine o gli eroi. Solo così potrete continuare a mantenere alta l’energia e la motivazione in un lavoro che è davvero molto impegnativo.

Buon nuovo cammino!

8 consigli per il #BacktoSchool

Rientro dalle vacanze, chi ben comincia…

Care maestre e maestri della scuola primaria,
mentre le vacanze estive giungono al termine, è tempo di prepararsi per un nuovo anno scolastico ricco di opportunità e sfide. Il rientro a scuola rappresenta un momento cruciale per stabilire le basi di un ambiente di apprendimento positivo e coinvolgente.

E allora, ecco alcuni suggerimenti per rendere questo processo il più agevole possibile:

1. Benvenuti calorosi: accogliete le vostre alunne e i vostri alunni con un sorriso caloroso e un atteggiamento positivo. Creare un’atmosfera accogliente può contribuire a ridurre l’ansia dei bambini e dei genitori nel momento del rientro a scuola.

2. Create delle routine: i bambini e le bambine si sentono al sicuro nell’ambito di una routine ben strutturata. Assicuratevi di stabilire orari fissi per le attività, le pause, le lezioni e condivideteli o, meglio, costruiteli con loro. Questo li aiuterà a sentirsi sicuri e a sapere cosa aspettarsi.

3. Attività di condivisione: dedicate del tempo ai momenti di condivisione, concorrerà alla costruzione del senso di comunità. Attività come “Mostra e Racconta”, in cui i bambini, partendo da un oggetto significativo, non necessariamente legato ad una vacanza, ( un sasso, un biglietto di un museo o l’incarto di un gelato…) ne narrano la storia, C’era una volta un biglietto d’ingresso al museo che dormiva in una biglietteria… può diventare un modo divertente per rientrare nel mood.

4. Sviluppare norme di classe: coinvolgeteli nella creazione delle norme di classe. Questo li farà sentire parte attiva nel processo decisionale e promuoverà il senso di responsabilità.

5. Pianificare attività coinvolgenti: preparate attività coinvolgenti e stimolanti per i primi giorni di scuola. Attività artistiche, giochi interattivi e attività di risoluzione dei problemi possono aiutare a catturare l’attenzione dei bambini, incoraggiandoli alla collaborazione. E non dimenticate che i bambini e le bambine, dalla prima alla quinta, adorano disegnare, dunque lasciate spazio al disegno libero! Ne saranno felici.

6. Comunicazione con i genitori: mantenete un canale aperto di comunicazione con i genitori fin dall’inizio dell’anno. Condividete le aspettative della classe, l’organizzazione e le modalità di comunicazione, mettendo ben in chiaro, fin da subito, qual è il loro ruolo e come possono svolgerlo in modo proficuo senza danneggiare i loro bambini. Questo contribuirà a costruire un rapporto di fiducia.

7. Flessibilità e pazienza: sappiamo bene che ogni alunna, ogni alunno, è un individuo unico; dunque, è necessario mostrare fin da subito flessibilità nell’affrontare le diverse esigenze e i diversi stili di apprendimento. La pazienza e l’empatia sono le chiavi per costruire un rapporto positivo!

8. Promuovere il benessere: assicuratevi che gli studenti si sentano al sicuro e supportati dagli adulti che li circondano. Il benessere emotivo è fondamentale per il successo scolastico. Perciò offrite fin da subito spazi per esprimere le emozioni e accogliete in modo empatico le preoccupazioni dei bambini.

In conclusione, il rientro a scuola dopo le vacanze estive è un’opportunità per creare una base solida per un anno di apprendimento positivo, significativo e, perché no, divertente.

Dunque, avanti tutta. E che sia un meraviglioso e gratificante anno scolastico per tutti!

 

Cinque consigli per viaggiare con bambine e bambini

È tempo di vacanze e di lunghi viaggi.

È tempo di vacanze e di lunghi viaggi.
Sappiamo tutti che, per bambine e bambini, restare molto tempo in auto può diventare una vera e propria tortura. Il rischio che si innervosiscano e si mettano a piangere è altissimo. Dunque, è necessario trovare strategie che li possano intrattenere e distrarre.
A seguire cinque consigli per rendere i viaggi meno… faticosi!

Il primo
Fermarsi spesso.
Lo so che se il viaggio è lungo i tempi si allungano ma i bambini hanno bisogno di muoversi, di sgranchirsi le gambe, di cambiare angolo visuale, di farsi attrarre da nuovi stimoli, per recuperare energia e calma.
Dunque, anche se siamo all’Autogrill, giochiamo a fare i saltelli del coniglio dietro la costruzione, camminiamo su e giù dal marciapiedi almeno dieci volte, facciamo il giro della stazione mano nella mano, e commentiamo ciò ciò che vediamo.
Non limitiamoci a scendere dall’auto, bar, bagno e si riparte. Accumuleremo noi e faremo accumulare loro nuovo stress.

Il secondo
Si canta.
Mettiamo le canzoncine che amano e cantiamo insieme, a squarciagola. E mentre cantiamo, battiamo le mani, facciamo gesti divertenti con loro (ovviamente non il guidatore!), cambiamo le parole alle canzoni e inseriamo strafalcioni che fanno ridere. Sarà un bel modo per alleggerire il clima, rendendo divertente anche una cosa noiosa come un viaggio in autostrada. E poi conversiamo con loro su ciò che vediamo dal finestrino. Se non c’è molto da vedere, contiamo le auto rosse o blu, leggiamo insieme le targhe, vince chi riesce a vederne o a leggerne di più.

Il terzo
Ascoltiamo le fiabe sonore.
Sono pura magia. Oppure il podcast di un bel libro e li catturerete come pesciolini nella rete!

Il quarto
Giochiamo ai giochi di parole.
Destinato a tutti i viaggiatori presenti nell’auto. Anche i più piccoli. Le variabili sono infinite.
Dire nomi di animali che cominciano con A o B ecc…
Dire nomi di persone che cominciano con … con la variabile “solo maschi o solo femmine”
Dire parole che inizino con la sillaba con cui termina la parola precedente.
La mamma dice CANE la bambina o il bambino dirà NEVE.
Dire nomi di cose che si usano in cucina… Capirete anche voi che le possibilità sono infinite. Ovviamente chi sbaglia viene eliminato.

Il quinto
NON date il cellulare ai vostri bambini. Oltre a smarrirsi in quel mondo, perdendosi tutto il resto, correranno il rischio di patire l’auto. E questo, davvero complicherebbe ulteriormente le cose.

IMPORTANTE
Non innervositevi se il bambino non ce la fa più. Il vostro nervosismo non farà che aumentare il suo, in un circuito che rischia di diventare senza soluzione.
Gli adulti siete voi. Cercate di ricordarvene…
Se loro sono tranquilli ne guadagnerete anche voi.

E a questo punto, che sia un buon viaggio. Enjoy!