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Autore: Laura Mattera

Psicologa e Psicoterapeuta, si occupa di età evolutiva e di età adulta. Svolge attività di consulenza e formazione in contesti educativi e scolastici in particolare per la fascia 0-6 anni. Ha collaborato alla stesura di testi ed è autrice di articoli per l’infanzia.

Progettare e sviluppare i contesti di apprendimento

Apprendere è un’esperienza che ci accompagna lungo tutto il ciclo di vita. L’apprendimento prevede il coinvolgimento di molteplici processi psichici che sono in continua interazione tra loro, processi cognitivi, emotivi, metacognitivi, motivazionali e socio-relazionali.

Perché è importante parlare di contesto di apprendimento? Questa espressione ci orienta a riflettere su quanto l’apprendimento non sia un meccanismo che prevede solo trasmissione, ricezione e immagazzinamento di informazioni.  Dove apprendiamo, con chi apprendiamo, perché apprendiamo, quando apprendiamo, in che modo apprendiamo ha un impatto sul funzionamento dei processi psichici che sostengono gli apprendimenti nonché sul benessere e quindi sulla salute di chi apprende.

Diventa dunque centrale soffermarsi e progettare non solo il “cosa” e quindi i contenuti, ma anche dedicare del tempo a riflettere, progettare e sviluppare il contesto di apprendimento.  Ad esempio chiedersi: “Come presento quell’argomento?”, “Come sostengo la motivazione?”, “E se un bambino o una bambina in quel momento non riesce a svolgere l’attività educativa o didattica presentata?”, “In che modo accompagno ad apprendere e ad affrontare l’ostacolo incontrato?” etc.

Parlare di contesto di apprendimento vuol dire quindi mettere in luce molteplici aspetti, tanti quanti sono i fattori che intervengono e che incidono sulla qualità degli apprendimenti. Vuol dire anche avere come premessa basilare che ogni essere umano è unico e irripetibile e quindi chi apprende ha dei propri bisogni, modalità, strategie e stili di apprendimento; ogni gruppo, sezione, classe ha le proprie specificità che non sono sempre le stesse ma che cambiano ed evolvono; ogni servizio educativo o scuola è un luogo fisico ma soprattutto un luogo che influenza è che influenzato e co-costruito da chi lo abita.  Per approfondire come progettare e sviluppare il contesto di apprendimento è necessario sottolineare prima di tutto l’importanza di una prospettiva flessibile, personalizzata e inclusiva (Come progettare un contesto d’apprendimento? Scoprilo con l’articolo dedicato link.

Inoltre, anche l’ambiente, il luogo in cui si apprende può favorire o ostacolare gli apprendimenti.

Ad esempio, chiediamoci: come è strutturato lo spazio in cui è previsto lo svolgimento dell’attività educativo o didattica?

Ci sono abbastanza luci? È un ambiente in cui ci sono molti stimoli sonori? Quanti materiali educativi o didattici sono presenti? Quali? Come sono disposte le sedie? Sono disposte in modo che sia favorita una collaborazione tra pari o uno svolgimento individuale dell’attività? Ecc.

Capiamo bene che a queste domande non ci sono delle risposte univoche o universali ma l’ambiente sarà da progettare e costruire in base agli obiettivi di apprendimento, e lo stesso ambiente di apprendimento sarà poi da aggiornare, rinnovare e co–costruire in base alle esigenze, alle sfide e anche agli ostacoli che si incontreranno lungo il percorso di apprendimento. Sono domande a cui è importante dare spazio perché apprendere è un processo dinamico, attivo e interattivo che si realizza all’interno di un contesto sociale.

Non c’è quindi un’unica e generale modalità che assicura un contesto di apprendimento efficace. Sviluppare un contesto che sia orientato a favorire e a sostenere i processi di apprendimento richiede elasticità, mobilità, creatività.

Progettare e costruire un contesto che sia promotore dell’apprendimento richiama al porre la centralità su chi apprende in modo che bambini e bambine, alunni e alunne siano davvero protagonisti attivi del loro percorso di apprendimento grazie ad un contesto che li considera nella loro totalità e unicità promuovendo gli apprendimenti e il benessere, lo stare bene a scuola.

La Scuola Primaria ci aspetta!

Siamo pronti e pronte a salutare la Scuola dell’Infanzia?

Il passaggio dalla Scuola dell’Infanzia alla Scuola Primaria rappresenta un momento importante per bambini e bambine ma anche per genitori e docenti che hanno il compito di accompagnarli in questo tempo di cambiamento.

La primavera è arrivata e l’anno scolastico ormai sta per terminare. È tempo di uscite didattiche, visite, feste, è un tempo importante per osservare il percorso di sviluppo vissuto da ciascun bambino e ciascuna bambina, ed è tempo di osservare se ciascuno è pronto per il passaggio alla Scuola Primaria.

 Ma cosa significa essere pronti per il passaggio alla Scuola Primaria? Come possiamo dire se un bambino, una bambina, è pronto, pronta per la classe prima? 

Attraverso un’osservazione attenta possiamo dire quali abilità e conoscenze si sono sviluppate e come ciascun bambino abbia raggiunto le competenze richieste per poter sostenere gli apprendimenti successivi relativi alla Scuola Primaria.

Possiamo osservare lo sviluppo di abilità cognitive, percettive, emotive e motorie non perdendo di vista però la motivazione, la creatività e la curiosità ad apprendere.

I bambini e le bambine che iniziano la Scuola Primaria si trovano ad affrontare situazioni note ma anche non note, chiediamoci se possiedono le strategie e gli strumenti per affrontare serenamente le nuove sfide di apprendimento.  

Siamo riuscite durante il periodo di frequenza alla Scuola dell’Infanzia a dedicare spazio per promuovere lo sviluppo dell’autonomia in modo che ciascun bambino davanti ad un nuovo compito, problema o sfida formuli ipotesi ponendo domande e/o individuando possibili azioni e soluzioni? Ancora, possiedono le strategie per orientarsi di fronte ad una nuova attività? Possiamo dire che hanno acquisito i prerequisiti necessari per gli apprendimenti relativi all’area della scrittura, della lettura e del calcolo che incontreranno alla Scuola Primaria? E infine, ma non meno importante, abbiamo con loro raggiunto competenze trasversali ai cinque campi di esperienza della Scuola dell’Infanzia?

Queste alcune delle domande che possiamo porci per osservare, valutare e valorizzare il percorso vissuto da ciascun bambino durante gli anni della Scuola dell’Infanzia e per rispondere a queste domande possiamo proporre, nella fase finale dell’anno scolastico, alcune attività trasversali come quelle presentate di seguito. 

Attività 1: Costruire l’invito per la propria festa di compleanno.
Presentiamo e consegniamo il materiale che decidiamo di utilizzare, accompagniamo poi i bambini e le bambine alla realizzazione del biglietto promuovendo dialogo, confronto e riflessioni relative ai cinque campi di esperienza.

attivita 1


Attività 2: Inventare una canzone
Un’altra attività può essere inventare una canzone, ad esempio, per la festa di fine anno, pensando al testo e alle musiche. Anche in questa attività possiamo coinvolgere tutti i campi di esperienza con alcune domande che stimolano la riflessione, la motivazione e la creatività.

attivita 2

Proporre attività mettendo in luce l’interazione tra i campi di esperienza consente di osservare molteplici abilità, conoscenze e competenze relative a diverse aree dello sviluppo.

Siamo quindi pronti per la Scuola Primaria? Chiediamolo alle bambine e ai bambini e coinvolgiamoli in attività ed esperienze che permettano loro di scoprirlo e raccontarlo insieme.

Scopri la Guida Didattica “Una girandola di esperienze
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Inclusione, sviluppo, salute

Inclusione. Chi include chi?

È questa la domanda che ha aperto la tavola rotonda che ha visto professionalità differenti riflettere e confrontarsi su una tematica importante, l’inclusione.

Quando si affronta questo tema sono molteplici le domande che in differenti ambiti e contesti animano analisi teoriche e operative, ad esempio: quali azioni e interventi? Come porsi? Cosa osservare, quali gli aspetti a cui dare attenzione?

Durante la tavola rotonda i relatori e le relatrici hanno portato il loro prezioso contributo (che è possibile visualizzare al seguente link: Tavola rotonda) approfondendo una tematica che ha un grande impatto sul benessere individuale e sociale.

La domanda “Chi include chi?” stimola l’importante riflessione sulla necessità di promuovere un approccio olistico e inclusivo che abbia cura e attenzione di tutti gli attori del contesto educativo, scolastico e sociale.
La scuola non è solo un luogo fisico ma un luogo psichico abitato da alunni e alunne ma anche da docenti, personale ausiliario, personale amministrativo, cuochi e cuoche, coordinatori/trici, dirigenti, genitori etc.

Cosa rappresenta dunque la scuola? Quanto sono importanti le ore, i giorni, gli anni, trascorsi a scuola per la crescita e lo sviluppo di ogni persona?

Emerge la necessità di promuovere, di far sì che la scuola sia un’ambiente in cui apprendere e crescere in benessere. Possiamo osservare e chiederci quanto inclusione, sviluppo e salute, siano profondamente interconnesse e in relazione tra loro.  Perché parlare anche di salute? Perché sappiamo che la salute non è semplicemente assenza di malattia ma la salute è definita come «uno stato di completo benessere fisico, sociale e mentale» (Who, 1948).

Citando quanto indicato nella Carta di Ottawa, sottoscritta dagli Stati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, «La salute è creata e vissuta dalle persone all’interno degli ambienti organizzativi della vita quotidiana: dove si studia, si lavora, si gioca e si ama» (Who, 1986).

Gli ambienti educativi e scolastici rappresentano importanti ambienti di vita e di sviluppo, ovvero sono ambienti in cui si vivono esperienze non solo a livello cognitivo, ma anche a livello emotivo e relazionale; rappresentano ambienti in cui si vivono esperienze che hanno un’influenza sull’idee che ciascuno sviluppa rispetto a sé e rispetto a come interagire e vivere la socialità.

Diviene centrale sviluppare conoscenze, competenze e buone pratiche che consentano di individuare e intervenire sui fattori che favoriscono e sui fattori che ostacolano il vivere in benessere il contesto educativo e scolastico.

Per individuare i fattori da considerare possiamo dunque adottare un approccio olistico e inclusivo che permetta di vedere la persona nella sua interezza e nella sua unicità.

A tal fine può essere utile considerare e analizzare nei contesti educativi e scolastici:

  • le dimensioni connesse agli aspetti cognitivi ed emotivi legati agli apprendimenti in modo da valorizzare le modalità di ciascuno di apprendere;
  • le dimensioni emotive connesse all’ambito socio-relazionale;
  • le dimensioni connesse ai bisogni, le esigenze e le potenzialità di ciascuno tenendo conto della traiettoria di sviluppo individuale;
  • le dimensioni connesse all’ambiente di apprendimento fisico e sociale.

Offrire inoltre opportunità, attraverso una partecipazione attiva:

  • di accogliere e di essere accolti
  • di ascoltare e di essere ascoltati,
  • di raccontare e di ri-raccontarsi,
  • di chiedere e confrontarsi,
  • di esprimere le proprie idee e di sviluppare un pensiero critico.

Ritornando alla domanda della tavola rotonda “Chi include chi?” si apre dunque l’occasione di riflettere sull’importanza di una circolarità e una reciprocità inclusiva. Da dove partire? Dalla propria quotidianità. Ciascuno può contribuire a creare, coltivare e promuovere un ambiente inclusivo in cui crescere in benessere.

Laura Mattera
Psicologa e Psicoterapeuta