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Tag: storytelling

Digital Scrollytelling

La pagina web come “cornice narrativa”

Il narrare ha da sempre occupato spazi e tempi significativi in classe: quando ad un concetto didattico si riesce ad agganciare una storia, si forma uno straordinario ponte tra astratto e concreto, un collegamento emotivo in cui l’individuo ricerca connessioni fra le esperienze personali e le nuove informazioni.

In una scuola sempre più digitale, dove la multimedialità sta diventando una risorsa indispensabile per la comprensione approfondita dei contenuti educativi, le tecniche di narrazione che coinvolgono l’uso di più linguaggi mediali rappresentano una preziosa opportunità per arricchire l’esperienza educativa e un potente volano per l’apprendimento significativo.

Per questo si è sperimentato in classe – e in un workshop nell’ultima edizione di Fiera Didacta Firenze – il digital scrollytelling, una tecnica narrativa che sfrutta la possibilità di scorrere in verticale una pagina web, arricchita da effetti grafici e multimediali, con lo scopo di coinvolgere e sorprendere il lettore.

Lo scrollytelling rappresenta un modo innovativo per aumentare l’interesse e il coinvolgimento attivo degli studenti verso la narrazione di una storia, perché ne stimola l’esplorazione, la scoperta creativa, l’approfondimento e la personalizzazione, sia nella fase di scrittura, che in quella di ricerca, selezione e organizzazione delle informazioni.

Si tratta quindi di un vero e proprio esercizio volto all’acquisizione di competenze chiave per la scuola, come la capacità di analisi critica, la comunicazione efficace, la creatività narrativa (solo per citarne alcune), che in questo contesto trovano il supporto sinergico di quelle competenze digitali recentemente aggiornate nel framework “DigComp 2.2. The Digital Competence Framework for Citizens”.

Il digital scrollytelling risulta inoltre estremamente vantaggioso in ambito STEAM. Da una parte è una tecnica che implica il coinvolgimento di diversi ambiti disciplinari, dall’altra risulta particolarmente efficace nel presentare in modo chiaro fenomeni complessi: un modello spesso utilizzato nello scrollytelling è infatti quello della piramide rovesciata, in cui le informazioni più generiche vengono presentate in testa alla pagina mentre, con lo scorrere verso il basso, i concetti diventano sempre più dettagliati e si approfondiscono le questioni tecniche.

Come fare “digital scrollytelling” a scuola?

 Il modo più semplice per iniziare ad utilizzare il digital scrollytelling a scuola, consiste nel coinvolgere gli studenti nella scelta di una storia da raccontare, come una novella tradizionale, un fatto di cronaca, un evento storico, una biografia o l’ultima uscita didattica, e pensare insieme come poter arricchire la narrazione usando elementi multimediali (immagini, video, audio, grafici, mappe, animazioni). Animati dalla possibilità di aumentare un argomento di interesse comune, gli studenti vengono coinvolti nella ricerca e nella selezione di informazioni pertinenti al tema scelto. In questa fase vanno incoraggiati a utilizzare una varietà di risorse, come libri di testo, articoli accademici, interviste con esperti del settore e siti web. In quest’ultimo caso risulta fondamentale guidare gli studenti nell’identificazione di fonti affidabili e nella valutazione della qualità delle informazioni raccolte nell’ottica del raggiungimento delle competenze di literacy del DigComp 2.2 sopra citato.

Durante la ricerca e la selezione delle informazioni, è fortemente consigliata la collaborazione fra gli studenti: questo approccio promuove il senso di appartenenza al gruppo, ma anche la nascita di soluzioni creative grazie al costante scambio di idee.

Con quali strumenti è possibile realizzare e pubblicare un digital scrollytelling?

Esistono diverse piattaforme web che permettono di creare racconti interattivi mediante lo scorrimento dello schermo in modo semplice e gratuito. Queste piattaforme offrono una vasta gamma di modelli predefiniti e tutorial per guidare gli utenti attraverso tutte le fasi del processo creativo, dalla progettazione alla pubblicazione delle storie. Il rischio potenziale associato alla scelta di queste soluzioni, ovviamente in ambito scolastico, consiste nella possibilità per lo studente di focalizzare troppo l’attenzione sull’aspetto grafico a discapito di quello contenutistico: gli effetti grafici proposti, seppur di notevole impatto visivo, possono fungere da pericolosi distrattori nel processo di creazione dei contenuti, con il rischio di relegare la storia ad un ruolo marginale.

In questo contesto, l’App Sites di Google Workspace for Education si distingue come uno strumento versatile e potente per la creazione di esperienze di scrollytelling coinvolgenti e focalizzate sui contenuti.

Del resto il nostro obiettivo non è certo quella di realizzare una pagina per una pubblicità d’effetto (lo scrollytelling è largamente utilizzato tra i professionisti del marketing), volendo piuttosto coinvolgere gli studenti nella storia, arricchendola con particolari, curiosità, mappe, form di testo, elementi multimediali, in modo da renderla più ricca per il lettore, ma oltremodo stimolante per lo scrittore.

Una delle caratteristiche principali di Google Sites è la facilità di utilizzo unita ad una gestione controllata dei contenuti da pubblicare, che consente anche agli utenti meno esperti di creare rapidamente pagine web personalizzate e visibili solo a una specifica cerchia di utenti.

Con la sua interfaccia drag-and-drop, Google Sites si distingue dalle altre piattaforme soprattutto per la capacità di incorporare in modo fluido nella narrazione contenuti interattivi provenienti da altre applicazioni web, rendendo questa soluzione particolarmente adatta al digital scrollytelling.

Sarà possibile così per gli studenti arricchire la storia con mappe e linee del tempo dinamiche, grafici interattivi, gallerie fotografiche, quiz e spazi virtuali, conferendo alla pagina una dinamicità non più solo verticale, ma offrendo al lettore un contatto attivo con la storia in tutte le dimensioni, metafora spaziale dell’approfondimento cognitivo raggiunto dagli studenti in fase di progettazione.

L’uso del digital scrollytelling come strumento didattico apre quindi nuove porte alla narrazione e offre agli studenti un’esperienza di apprendimento coinvolgente in grado di favorire lo sviluppo di competenze essenziali per il futuro.

Storytelling: giocare con le storie

Il metodo di insegnamento più naturale, originale e antico che esista

Antica quanto l’umanità stessa, la narrazione è una forma di insegnamento naturale e originale. Può essere uno strumento potente per gli insegnanti di lingue in quanto offre ai giovani studenti una finestra “magica” su un mondo completamente nuovo: un’esperienza avventurosa attraverso i personaggi della storia.

Chiaramente, spetta alle capacità di narrazione dell’insegnante assicurarsi che i bambini siano pienamente coinvolti e intraprendano questo entusiasmante viaggio nella storia.

L’insegnante, in qualità di narratore, leggerà, reciterà, racconterà, reciterà, darà voce ai personaggi, mimerà, descriverà, spiegherà, creerà suspense e svilupperà la storia davanti agli sguardi curiosi dei bambini che facilmente si distraggono in classe.

Quindi, di quali strumenti, tecniche e materiali abbiamo bisogno per aiutare gli studenti ad immergersi in una nuova lingua attraverso una storia?

Cosa può offrire lo storytelling ai giovani studenti di lingue in classe?

Esistono diverse tecniche che gli insegnanti possono utilizzare per raccontare storie semplici in classe e introdurre nuovi elementi di vocabolario o parti e strutture linguistiche agli studenti senza che nemmeno se ne accorgano.

Illustrazioni, immagini, flashcard, flipbook e musica insieme ad altre cose come voci divertenti, gesti, espressioni facciali, recitazione o giochi di ruolo possono sicuramente migliorare l’impatto delle storie sui nostri studenti.

L’incontro formativo “Playing with the stories” di venerdì 24 marzo alle ore 17:00 è dedicato al “How-To” dello storytelling. Suggerimenti e idee saranno condivisi mentre esamineremo questo metodo come un approccio efficace per presentare un nuovo linguaggio, trasmettere conoscenze e valori.

Save the date!
Teacher Trainer
Katerina Nikolla

 Playing with stories

VERSIONE IN INGLESE

Storytelling: playing with the stories

“As old as the humanity itself, storytelling is a natural,  original form of teaching .It can be a powerful tool for language teachers as it provides young learners with a “magic” window to a whole new world : an adventurous experience through the story characters.

Clearly, it is up to the teacher’s storytelling skills to make sure that the kids get fully on board and embark on this exciting story journey.

The teacher, as a narrator, will read, act, tell, perform, give voice to the characters, mime, recite, unravel, describe, explain , create suspense and unfold the story in front of the curious eyes of the easily-distractable children in the class .

So, what tools, techniques and materials do we need to help students immerse in a new language through a story ?

What can storytelling offer to young language learners in the classroom?

There are different techniques teachers can use to tell simple stories in class and introduce new vocabulary items or language chunks and structures to the students without   them even notice.

Illustrations,visuals, flashcards , flipbooks and music along with other things such as funny voices, gestures, facial expressions, acting or role play games, can definitely enhance the impact of the stories on our students

The webinar “Playing with the stories” on Friday 24th March at 17:00 is dedicated to the “How-To” of the storytelling. Tips and ideas will be shared as we will be looking at this method as an effective approach to present new language, transmit knowledge as well as values . ”

Teacher Trainer
Katerina Nikolla

Storytelling e apprendimento della lingua inglese (parte 2)

Consigli pratici per progettare lezioni basate sullo storytelling

Per programmare delle lezioni di successo basate sullo storytelling risulta necessario, in fase di progettazione, dividere l’attività in tre fasi: pre-storytellling task, storytelling task e post storytelling task.
Nella pre-storytelling task, ci si dedica ai primi step per avvicinare la bambina e il bambino alla storia: mostrare il libro, far vedere le immagini e indicare il titolo. Le immagini sono fondamentali per far comprendere la storia e rendere possibile l’associazione tra parole e immagini. In questa fase, l’insegnante potrà scrivere alla lavagna le parole essenziali per comprendere la storia in modo che le bambine e i bambini potranno riconoscerle durante la lettura. Inoltre, dopo aver mostrato il libro, si consiglia di attirare l’attenzione delle bambine e dei bambini ponendo semplici domande per presentare i personaggi, il setting e la trama, come ad esempio: Who is he/she? Where are they? What can you see? Si consiglia di iniziare a raccontare la storia solo quando c’è attenzione e silenzio in aula.

Nella fase della Storytelling task l’insegnante è inviata a leggere ad alta voce, scandendo le parole lentamente e indicando le immagini durante la lettura. È necessario far comprendere alle bambine e ai bambini la lettura e quindi prevedere una prima lettura senza interruzioni per far apprezzare il suono e il ritmo della lingua, mentre nelle successive riletture può essere richiesta la loro collaborazione. Durante la lettura, si consiglia di usare la voce e i gesti per dare enfasi alla storia, di mimare le azioni e di dare voce ai personaggi. Durante la seconda o terza lettura, si possono ripetere insieme frasi della storia con il ritmo e la giusta intonazione e, se disponibile, si può ascoltare una canzone correlata alla storia. Predire cosa succede può essere una fase di questo momento centrale dello storytelling, favorita da domande quali: What’s the problem? What happens next? Le bambine e i bambini possono rispondere in italiano e man mano che sono più grandi e il livello è più alto possono provare ad usare la lingua inglese.

L’ultima fase è la post storytelling task: in questa fase possono essere proposte delle story maps o delle immagini per riordinare la storia, distinguendo l’inizio, lo svolgimento e la fine. I bambini possono raccontare la storia servendosi delle immagini. Si può valutare la creazione anche un lapbook o dei poster da appendere in classe. Una strategia visiva per aiutare le bambine e i bambini a raccontare la storia è rappresentata dalla five finger retell dove il pollice rappresenta il setting, l’indice i personaggi, il medio l’inizio della storia, anulare lo svolgimento e il mignolo la conclusione della storia. La storia può poi prendere vita attraverso la drammatizzazione della storia, il role play o la creazione di finger puppets.

Ed ora non resta che metterci alla prova! Di seguito vi propongo due storie con cui cimentarsi:
– The Gingerbread Man, trovate di seguito il link e l’audio della storia;
– il minibook di “Rudolph the Red – Nosed Reindeer” (storia tipicamente natalizia) utilissimo per il post storytelling task.

Elisa Casci
Docente inglese specialista

Storytelling e apprendimento della lingua inglese (parte 1)

Il potere che hanno le storie nell’apprendimento della lingua inglese

Tra le attività preferite dalle bambine e dai bambini c’è il racconto delle storie (storytelling) che è uno strumento con enorme potere se accostato all’apprendimento delle lingue. Le bambine e i bambini in quanto abituati ad ascoltare storie nella loro lingua sono pronti ad ascoltarle anche in lingua inglese e sono in grado di prevedere anche come la storia si svilupperà.

Il linguaggio usato nelle storie è particolarmente adatto essendo spesso caratterizzato dalla ripetizione, da un lessico semplice e dalla combinazione tra dialoghi e narrazione. Le storie rappresentano quindi un punto di partenza per ampliare le competenze linguistiche e svolgere attività didattiche stimolanti. Le storie motivano all’apprendimento, sono divertenti e aiutano lo sviluppo di un atteggiamento positivo verso la seconda lingua. Le bambine e i bambini sono coinvolti in prima persona in quanto tendono a identificarsi con i personaggi e cercano anche di interpretare il racconto grazie alle illustrazioni favorendo così lo sviluppo della creatività. Si può lavorare sulla strategia di cogliere il senso generale del racconto ma anche di prevedere cosa accadrà, provare ad indovinare e ipotizzare. L’insegnante può introdurre ma anche revisionare dei vocaboli che sono presenti nella narrazione oppure può decidere di presentare aspetti peculiari di una cultura. Tramite le storie si diventa attivi costruttori della conoscenza del mondo e di sé, riconoscendo nelle emozioni dei personaggi i propri sentimenti.

L’attività avrà successo se l’insegnante saprà individuare la storia giusta in base alle competenze delle allieve e degli allievi, saprà adattarla e la racconterà in un ambiente sereno e silenzioso. L’insegnante deve saper raccontare la storia e deve essere cosciente che per agevolare la comprensione della storia stessa, deve utilizzare competenze extralinguistiche e paralinguistiche per coinvolgere le studentesse e gli studenti. Ad esempio, deve assicurarsi di rallentare l’eloquio, sottolineare con il tono della voce alcuni elementi e al contempo usare canali di comunicazione diversi, come i gesti e i movimenti. Prima di iniziare un’attività di storytelling occorre programmare tutta una serie di attività che contribuiscano sia all’apprendimento linguistico che al successo dell’attività.

Nel prossimo articolo condividerò alcuni consigli pratici per progettare lezioni basate sullo storytelling.

Elisa Casci

Docente inglese specialista

La filosofia nella Scuola dell’Infanzia

Costruisci la filosofia della tua sezione con le favole di Esopo e Fedro.

Tratto dalla Guida Draghetto Vol. 2 per la Scuola dell’Infanzia

Il desiderio di conoscere fa parte della natura umana e infatti i bambini pongono tantissime domande, sono “filosofia” allo stato puro. I bambini chiedono, vogliono sapere.

La filosofia è parte del nostro bagaglio culturale e morale da sempre, eppure lo studio specifico della disciplina è riferito agli ultimi anni del percorso scolastico, al liceo e all’università.

Invece, sin da bambini ci poniamo quelle do­mande dell’esistere che hanno caratterizzato il pensiero dei grandi filosofi.

E allora perché non proporre “l’amore per la sapienza” sin dai primi anni di scuola?

Ragionare con i bambini e con le bambine, anche così piccoli, risponde al bisogno di conoscere e ha come obiettivo il porsi delle domande, ma anche il saper rispondere ipotizzando cause, con­seguenze e possibili soluzioni. Tutto questo significa fare filosofia.

LE FAVOLE DI ESOPO E FEDRO

Per rendere la filosofia alla portata dei bambini, una strada percorribile è certamente quella legata alla narrazione, all’ascolto di brani e alle conversazioni di carattere filosofico che ne possono derivare.

Da questo punto di vista, risultano eccellenti le favole, in particolare di Esopo e Fedro, che già di per sé consentono di lavorare sulla simbologia, data dagli animali e dalle rispettive caratteristiche, sugli archetipi (il pigro, il saggio, il laborioso, ecc.), e sulla morale, che è l’insegnamento di ciascuna storia.

Da qui l’idea di lavorare sulle favole di Esopo e Fe­dro e organizzare un percorso laboratoriale per svi­luppare il pensiero critico e il problem solving.

Le favole, inoltre, proprio percché brevi e simboliche, sono già di per sé “filosofia” in quanto il bambino deve riuscire a contrapporre il comportamento degli animali alle rispettive caratteristiche nonché ai “vizi e alle virtù” degli uomini, come direbbe Boccaccio.

Il lavoro sulle favole è dunque un meta-appren­dimento, e sviluppa l’attività di storytelling, partendo da una storia nota, per narrare il proprio vissuto personale.

FIABA O FAVOLA? LA MORALE DELLA STORIA

L’attenzione che si deve porre fin da subito è al linguaggio. Nel proporre un percorso a carattere filosofico ai bambini della Scuola dell’Infanzia, la scelta è caduta su alcune favole di Esopo e di Fedro che potessero far ragionare i bambini sul vivere insieme, sull’ami­cizia, sul senso del dovere e del rispetto.

Per selezionare ulteriormente le tematiche da trattare, sono stati utili i libri I quattro accordi e Il quinto accordo di Miguel Ruiz, un maestro tolteca molto noto in Occidente, che identifica in quattro accordi, quattro capisaldi, la filosofia dell’essere.

Nella rielaborazione proposta ai bambini, si è voluto focalizzare l’attenzione sul provare a riconoscere la propria unicità.

In questa proposta progettuale, l’ascolto attivo consente di imparare ad ascoltare, ponendo l’attenzione a ciò che si dice e non a chi lo dice, e nel provare a suggerire ipotesi e soluzioni.

Inoltre, si impara a darsi la parola reciprocamente, a moderare gli interventi, a valutare e a soppe­sare le parole, dando sin da subito il valore che ciascun termine possiede.

In questo modo, si sviluppa e potenzia lo storytelling, una modalità che ci permette di narrare rispet­tando le regole di una storia: chi è il protagonista, che cosa fa, chi è il suo avversario, che prova deve superare.

La lettura filosofica delle favole consente inoltre la costruzione di un pensiero elaborato e concordato insieme, che è dato dalla morale: un concetto, una definizione, che, se condivisa, diventa norma della comunità.

Del resto, in ogni famiglia esiste una filosofia, che è quella data dalle regole e dalle abitudini che si evolvono e modificano nel tempo, in seguito ai cambiamenti di vita e alle età dei componenti, a signi­ficare che non esiste un’unica verità, ma che anche la verità stessa è data dalla continua ricerca.

Quindi, la proposta degli accordi di Ruiz e delle favole di Esopo e Fedro ha anche come scopo quello di costruire una sorta di filosofia di sezione, le cui regole sono quelle condivise e accettate dai bam­bini componenti quel gruppo.

VUOI COSTRUIRE LA “FILOSOFIA” DELLA TUA SEZIONE?

Favole e Filosofia, allegato alla Guida Didattica Draghetto, propone ai bambini e alle bambine alcune favole di Esopo e Fedro da ascoltare e rielaborare a livello grafico, per avvicinare anche i pic­coli a riflessioni e insegnamenti, così da sviluppare le life skills e imparare a vivere in armonia con se stessi e gli altri.

Le favole proposte sono state riscritte da Sarah Pellizzari Rabolini e sono state oggetto di sviluppo approfondito con i bambini e le bambine di 5 anni nel Progetto “Favole e filosofia”.

Raffaello Formazione ti offre l’opportunità di seguire 5 incontri formativi gratuiti con tre relatori d’eccezione, per approfondire il punto di vista della filosofia, della pedagogia e della didattica nell’applicazione della favola ai bambini.

Clicca per scoprire gli incontri gratuiti di formazione sulle Favole e Filosofia >>

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Vuoi saperne di più sul progetto Draghetto per la Scuola dell’Infanzia?

Clicca di seguito >>

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L’angolo delle storie: la lezione di inglese inizia da qui

Raccontare una storia è un’attività divertente e quindi altamente motivante e inclusiva. Con la storia ciascun bambino riesce a trovare ciò di cui ha bisogno.
Raccontare una storia può essere creativo per chi racconta ma anche per chi ascolta.

Rendere lo storytelling coinvolgente, fruibile e utile allo sviluppo delle abilità linguistiche è fondamentale e, per far sì che ciò avvenga, è bene organizzare con cura le attività

Creare interesse e curiosità è uno step fondamentale: per questo vi proponiamo alcuni suggerimenti affinché le storie lette in classe possano prender vita e diventare utili oltre che piacevoli.

L’angolo delle storie: lo Story Corner

Per far prendere familiarità ai bambini con lo storytelling, potrebbe essere utile allestire un luogo dedicato: l’angolo delle storie, lo story corner. 

Per caratterizzarlo potreste appendere delle immagini di storie conosciute e imma­gini-simbolo che aiutino i bambini a immedesimarsi in un altro “mondo”, quello della lingua inglese. Una volta trovata la giusta sistemazione per i vostri racconti… non vi resta che iniziare!

1- Le pre-reading activities: cosa fare prima della lettura

Ecco tutti gli accorgimenti e le attività che potreste mettere in atto per avviare lo storytelling nel migliore dei modi.

  • Procuratevi pupazzi, oggetti, indumenti, immagini da utilizzare durante la lettura animata.
  • Se vi è possibile, accompagnate la narrazione con l’utiliz­zo di materiale audio (musica, rumori, suoni).
  • Preparate la classe alla lettura della storia attraverso una breve attività o gioco di ripasso di lessico noto, presente nella storia.
  • Mostrate agli alunni la copertina del libro e leggete ad alta voce il titolo.
  • Attraverso un’attività di brainstorming invitate la classe a formulare ipotesi (predicting) sull’argomento della storia.
  • Introducete, attraverso l’utilizzo di flashcards, immagini o realia le parole chiave ed eventuale lessico o strutture nuove necessarie alla comprensione della storia. Procedete solo dopo esservi accertati che le parole nuove siano state memorizzate.
  • Invitate la classe a prepararsi all’ascolto pronunciando una frase che richiami tutti al silenzio e che verrà presa come segnale d’avvio dell’attività. Una volta ottenuti il si­lenzio e l’attenzione necessari, procedete con la narrazione.

2 – Cosa fare durante il racconto

Ora gli alunni sono pronti, avete ottenuto il silenzio e l’attenzione necessari per poter iniziare la lettura della storia. Anche per questa fase vi proponiamo dei consigli importanti per ottenere il massimo da questa attività.

  • Effettuate una lettura espressiva che preveda alterazioni di voce e variazione di ritmi e di toni, in modo da risultare coinvolgente e di supporto alla comprensione del testo.
  • Coinvolgete la classe durante la lettura attraverso l’intera­zione, ponendo domande, in modo da assicurarvi che vi stiano seguendo.
  • Invitate qualche bambino a muovere un determinato og­getto, oppure tutta la classe a pronunciare, ad esempio, una frase particolare.
  • Incoraggiate, attraverso semplici domande, i bambini a fare previsioni sullo sviluppo della trama.
  • Create suspence e attesa per il finale.
  • Al termine della narrazione, assicuratevi che il senso glo­bale della narrazione sia stato colto e ripercorrete insie­me ai bambini le varie fasi del racconto.
  • Focalizzate l’attenzione sul lessico e sulle strutture su cui volete essi riflettano.
  • Ripetete la lettura della storia più volte.
  • Se il libro dispone di CD audio con la storia narrata, fate ascoltare più volte fermando la registrazione ogni qual volta vediate una certa insicurezza di comprensione tra i bambini.

3 – La narrazione si è conclusa: Ora cosa accade?

Dopo aver letto o narrato la storia, sono tante le attività che possono essere proposte. Qui ve ne consigliamo alcune.

  • Strutturate attività incentrate sulla storia atte a verifi­care la comprensione e a consolidare lessico e strutture incontrate (listen and answer, true or false, number the pictures, listen and number, match…)
  • Al fine di favorire il riutilizzo della storia, finalizzato alla produzione orale, realizzate con la classe materiali di supporto agli alunni nell’esposizione del racconto, come minibooks o storycards.
  • Con gli alunni più grandi potete proporre la seguente attività, per promuovere la creazione di storie: dividete la classe in gruppi e, dopo aver fornito delle tracce gui­da e schemi di progettazione, invitate gli alunni a creare una storia partendo dalla realizzazione di uno storyboard. Invitate poi i gruppi a effettuare una lettura animata della storia inventata.
  • Create in classe una biblioteca di libri in lingua originale che gli alunni potranno prendere in prestito settimanal­mente e a cui potranno accedere anche nei momenti non strutturati, esponendo nella biblioteca anche i libri auto­prodotti dagli alunni.
  • Organizzate una settimana dedicata al libro e alla lettu­ra che preveda attività di storytelling e di costruzione di libri che coinvolgano tutto l’istituto.

Grazie allo storytelling i bambini avranno modo di apprendere la lingua in maniera divertente e di sviluppare le abilità linguistiche in modo naturale e attraverso il coinvolgimento di vari stili d’apprendimento quindi… scegliete la storia che fa per voi… It’s story time!

(Leggi anche Tutto quello che devi considerare per scegliere il libro giusto per le attività di Storytelling in L2)

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Tutto quello che devi considerare per scegliere il libro giusto per le attività di storytelling in L2

Scegliere la storia giusta per fare storytelling in inglese ha molta importanza; non si tratta solo di scegliere l’argomento adatto, ma soprattutto di proporre un lin­guaggio abbastanza semplice per poter “catturare” al momento giusto tutti i bambini.

Sarà necessario, innanzitutto, scegliere un testo il cui tema risulti adatto all’età e incontri l’interesse e il gusto dei bambini.

A cosa porre attenzione?

Il testo che scegliamo deve:

  • contenere un’alta per­centuale di lessico e strutture note possibilmente afferenti a un’area semantica ben precisa;
  • avere una trama lineare e di facile comprensione;
  • avere uno stile ripetitivo, soprattutto per le prime classi di scuola primaria;
  • essere accompagnato da illustrazioni accattivanti, a eventuale supporto della comprensio­ne di passaggi della storia che potrebbero non essere facilmente compresi;
  • non risultare eccessivamente lungo;
  • non presentare molti nomi astratti.

 

Facciamo un esempio.
Poniamo che l’insegnante stia mostrando il libro con la storia dei tre porcellini e che ogni volta che appare l’immagine di uno dei porcellini metta l’accento sulla parola “pig”. Immaginiamo una classe di bambini dove si sia già lavorato un po’ con il lessico relativo agli animali e che quindi conoscano la parola in questione.

Sarà ovviamente per loro più facile capire la storia per due motivi: in­tanto i bambini, molto probabilmente, conoscono già la storia in L1, inol­tre la parola più ricorrente nel racconto è una parola a loro già nota.
Ogni volta che i bambini ascoltano le parole già conosciute, si atti­va una specie di “sveglia” nella loro mente, che li riattiva nel caso in cui la parte non compresa sia stata un po’ noiosa.

Per scegliere quindi la storia adatta occorre considerare alme­no due elementi principali: il linguaggio utilizzato e l’argomento coinvolgente.

Quali altri fattori devi considerare prima di scegliere un libro?

Nella scelta del testo, altra cosa fondamentale da fare è assicurarsi che gli alunni posseg­gano i prerequisiti necessari alla comprensione e al godimento dell’attività.
Se ben strutturata, tale attività risulterà di stimolo allo speaking.
Infatti, con l’ausilio delle illustrazioni e dopo ripetuti ascolti, gli alunni si uniranno a voi coralmente nel racconto, per poi provare a raccontare la storia autonomamente.

Di seguito un’utile tabella che vi potrà aiutare a scegliere il libro adatto allo storytelling nella vostra classe.

storytelling tabella

(Leggi anche Come incrementare la capacità di ascolto e di concentrazione nei bambini: lo storytelling in lingua inglese)

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Come incrementare la capacità di concentrazione nei bambini – Lo Storytelling in lingua inglese

Perché i bambini sono naturalmente attratti dalle storie?
Questa naturale propensione verso le storie può essere sfruttata in classe?

Raccontare una storia in classe è un’attività vincente.

I bambini sono curiosi, si stupiscono e gioiscono di fronte a tutte le nuove scoperte che una storia può veicolare. Si identificano con i personaggi, vogliono sapere cosa accadrà, come finirà e vogliono capire, attraverso il racconto, il perché delle cose. 
Hanno mente e cuore aperti per accogliere quello che le storie vogliono trasmettere.

Ma se il racconto è in lingua straniera?  

Occorre utilizzare gli strumenti giusti affinché la magia del racconto continui a funzionare anche in L2.
Lo storytelling, in questo senso, è una didattica vincente.
Utilizzando le storie sarà possibile coinvolgere gli alunni in attività altamente motivanti e significative dal punto di vista linguistico, mediante l’esposizione alla lingua in un contesto di apprendimento autentico.
Attraverso le storie proposte, gli alunni potranno acquisire nuovo lessico e nuove strutture e sviluppare l’interesse verso l’apprendimento della lingua inglese.

Quali sono i vantaggi dell’uso dello storytelling nella didattica della L2?

Lo storytelling:

  • incrementa la capacità di ascolto e di concentrazione nei bambini. Gli alunni colgono il senso generale della storia, anticipano gli eventi, formulano ipotesi, fanno previsioni;
  • stimola la fantasia e la creatività;
  • favorisce l’acquisizione di lessico e strutture in modo naturale: gli alunni vengono esposti a un linguaggio autentico, ripetitivo e di facile memorizzazione che consente un arricchimento dal punto di vista lessicale;
  • favorisce l’acquisizione dei suoni e ritmi della lingua in modo naturale: attraverso l’ascolto e la ripetizione di lessico e strutture, gli alunni familiarizzano con la lingua e sono facilitati nella riproduzione autonoma di suoni e ritmi;
  • favorisce l’acquisizione di una pronuncia corretta: mediante le ripetute attività di ascolto e di esposizione alla lingua autentica, gli alunni interiorizzano in modo naturale la pronuncia delle parole e sono in grado di riutilizzare autonomamente lessico e strutture mediante una pronuncia corretta;
  • favorisce la socialità all’interno del gruppo classe: attraverso la condivisione sociale dell’esperienza di ascolto e narrazione di storie gli alunni hanno modo di rafforzare le relazioni all’interno del gruppo classe.
     
Seguendo alcuni semplici suggerimenti, che potete approfondire nell’articolo “l’angolo delle storie: la lezione di inglese inizia da qui”, il fascino del racconto non verrà meno anche in lingua straniera e, anzi, porterà dei frutti ulteriori: non solo i bambini continueranno ad amare le storie, ma potranno beneficiare di molti altri vantaggi nel campo dell’apprendimento della lingua inglese.
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