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Le intelligenze utili ai cittadini del futuro

| Mirella Mazzarini | , | Tempo di lettura: 6 min.
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Howard Gardner e la teoria delle intelligenze multiple

Dobbiamo a Howard Gardner un concetto innovativo di intelligenza che ha aperto la riflessione psico-pedagogica nella direzione di un nuovo concetto di educazione, a partire dalla domanda: “Possono i test aiutarci a conoscere le capacità umane?”

Howard Gardner, psicologo cognitivo, nato nel 1943 in Pennsylvania (USA), ha condotto il suo lavoro di ricerca ridimensionando e sotto molti aspetti annullando il valore dei test, nella convinzione che gli stessi non possono esaminare le capacità umane, analizzate alla luce di un concetto multidimensionale dell’intelligenza. Nel 1983 pubblicò un testo che lo rese famoso in tutto il mondo “Frames of the Mind. The Theory of Multiple Intelligences”, in italiano “Formae Mentis. Saggio sulla pluralità dell’intelligenza”.

La gran parte della gente, quando usa la parola intelligenza pensa che ci sia una singola intelligenza con la quale si nasce e che non si può cambiare molto. Si attribuisce un gran valore a quello che si chiama un IQ test, una serie di domande alle quali si risponde bene o meno bene. Io penso che il test del quoziente intellettivo sia una misura ragionevole del rendimento delle persone a scuola, ma esso offre una visione molto ristretta di come sia l’intelletto umano una volta usciti dalla scuola. Nel mio lavoro ho gettato via i test perché penso che essi non possano esaminare l’intero spettro delle capacità umane” (Gardner, 1997).

Gardner ha contribuito a scardinare certezze e abitudini consolidate nell’approccio al concetto di intelligenza offrendo, soprattutto agli insegnanti, la possibilità di attuare una didattica inclusiva e diversificata secondo le capacità di studenti e studentesse, per valorizzare attitudini, stili cognitivi, approcci personali alla conoscenza e ai saperi disciplinari. La classe come struttura monolitica, l’insegnamento basato sulla lezione frontale non possono rispondere a bisogni di formazione degli studenti, bisogni sempre più articolati e differenziati.

  

SETTE TIPI DI INTELLIGENZA… ANZI NOVE!
La Teoria delle Intelligenze Multiple di Gardner accetta l’ipotesi che non esista una sola forma, misurabile, di intelligenza ma forme diverse della stessa, ognuna con sue peculiari caratteristiche. Nel tempo l’autore ha rivisto la sua concezione, apportando modifiche e integrazioni a una teoria basata inizialmente su sette forme di intelligenza che possono essere così individuate:

  • Intelligenza Linguistica: “pensare con le parole e riflettere su di esse”.
  • Intelligenza Logico-matematica: “pensare con i numeri e riflettere sulle loro relazioni”.
  • Intelligenza Musicale: “pensare con e sulla musica”.
  • Intelligenza Visuo-spaziale: “pensare con immagini visive e fare elaborazioni su di esse”.
  • Intelligenza Corporeo-cinestetica: “pensare con e sui movimenti e i gesti”.
  • Intelligenza Interpersonale: “avere successo nelle relazioni con gli altri”.
  • Intelligenza Intrapersonale: “riflettere sui propri sentimenti, umori e stati mentali”.

A queste sette rappresentazioni dell’intelligenza, negli anni, Gardner ha aggiunto l’Intelligenza Naturalistica, ovvero il “Pensare alla natura e al mondo che ci circonda” e l’Intelligenza esistenziale, vale a dire il “Pensare alle questioni etiche ed esistenziali”, tutti tratti del pensiero corrispondenti ai differenti approcci alla complessità del nostro tempo.

 

TEORIE INTELLIGENZE MULTIPLE: COME È UTILE ALLA SCUOLA?
Per ogni individuo possono essere riconosciuti i vari aspetti dell’intelligenza, in forme più o meno equilibrate, integrate ed omogenee, ma possono esserci individui che presentano un profilo in cui risultano e addirittura sono esaltate solo forme particolari d’intelligenza. Così la scuola è tenuta a proporre un rapporto con il sapere capace di guidare alla consapevolezza del modo personale di ogni singolo studente di apprendere, per evitare discriminazioni nella mancanza di opportunità di sviluppare attitudini e talenti. Una concezione astratta e monolitica/rigida dell’intelligenza dopo Gardner non è più accettabile e, soprattutto, non è più strategica rispetto ad un concetto di educazione inclusiva e dinamica.

Il rapporto con il sapere presuppone la consapevolezza del proprio stile cognitivo per chi apprende e la necessità, per l’insegnante, di dominare una pluralità di metodologie didattiche utili a favorire l’integrazione e la fluidità nei processi di insegnamento-apprendimento.

 

QUALI INTELLIGENZE SARANNO UTILI AI CITTADINI DEL FUTURO?
Il valore della ricerca di Gardner non riguarda tanto la riflessione sulla validità dei test che misurano le capacità intellettive, quanto il riconoscimento che tutte le tipologie di intelligenza sono importanti. Il variare delle tipologie riconosciute non deve essere ritenuto importante rispetto al numero delle “intelligenze” catalogate, quanto rispetto agli assi della ricerca di Gardner che hanno il futuro come orizzonte di indagine e comparazione. Quali intelligenze saranno utili per i cittadini del futuro? I grandi cambiamenti del nostro tempo richiedono approcci multiformi alle tematiche disciplinari e interdisciplinari, capacità di problem solving rispetto alla necessità di affrontare la complessità e l’imprevedibilità. Le trasformazioni che interessano la vita sociale, le problematiche del lavoro e dell’identità, possono essere vissute consapevolmente e responsabilmente quanto più la scuola opera con percorsi efficaci per sviluppare nelle giovani generazioni capacità di adattamento e creatività, alimentando il potenziale cognitivo proprio a partire da una rinnovata concezione dell’intelligenza.

Così l’attenzione di Gardner alle diverse tipologie di intelligenza, nelle dimensioni intrapersonale, interpersonale, naturalistica ed esistenziale offre un contributo all’individuazione di competenze quali il saper esprimere sentimenti ed emozioni, avere una immaginazione attiva, avere attitudine a trasformare oggetti, avere sensibilità verso la musica, saper lavorare in modo cooperativo. L’intelligenza linguistico verbale deve trovare una scuola attenta a lavorare sulla comunicazione verbale e non verbale, così l’intelligenza logico-matematica deve potersi esprimere nel riconoscimento delle relazioni e delle connessioni. L’evoluzione della ricerca di Gardner verso le dimensioni che riguardano la Natura e l’Esistenza sottolineano la necessità che lo studio dell’intelligenza umana sia vitale per la crescita dell’individuo e delle comunità. Saper riflettere sulle tematiche ambientali ed esistenziali rappresenta al tempo stesso una competenza e un’urgenza per far fronte alle sfide del nostro tempo. Considerare tutti gli aspetti della personalità degli individui in formazioni vuol dire prestare interesse agli atteggiamenti, alle interazioni sociali, alle reazioni emotive come interdipendenti rispetto alle forme di intelligenza analitica, creativa, operativa e in sinergia con la capacità di utilizzare in modo responsabile le risorse della natura.

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