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Osservare per documentare

| Patrizia Granata | , , | Tempo di lettura: 5 min.
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Osservazione e documentazione fanno parte di un ciclo continuo che supporta la comprensione, l’evoluzione e la personalizzazione del percorso di apprendimento del bambino e della bambina. Possiamo dire che sono l’una il completamento dell’altra e viceversa. A conferma dell’intero processo, leggendo le “Linee Pedagogiche per il sistema integrato 0-6” si evidenzia come «osservazione, documentazione e valutazione in circolarità, sono strumenti di professionalità che caratterizzano la pedagogia dell’infanzia del nostro paese e hanno contribuito alla costruzione e al riconoscimento della sua qualità». Se da un lato “Osservaredal greco ob-servare, da obche ha il senso di avanti, sopra e da –serbare custodire, salvare, guardare è dunque un processo situato al di là della percezione, che non solo rende coscienti le percezioni ma le organizza, “Documentare” da documento, dal latino documentum, derivazione di docere ossia «insegnare», «dimostrare», è un processo che, permette di entrare nelle dimensioni dell’osservazione e di portare alla luce contenuti significativi, coinvolgenti anche a distanza di tempo e in contesti diversi da quelli originari.


Perché osservare
Si parla di osservazione riferendosi alla fase operativa, per capire come la mente del bambino sta affrontando l’esposizione a una nuova esperienza; quali sono le sue competenze cognitive e come si stanno evolvendo in modo da poterlo accompagnare e supportare fornendo gli strumenti di cui ha bisogno.

La documentazione concretizza, conserva e lascia traccia di ciò che si raccoglie e si osserva. Una volta raccolte le informazioni, le stesse vanno organizzate in modo tale che diventino strumento fondamentale per gli obiettivi che ci si pone per rispondere al meglio al potenziamento di ciascun bambino e bambina. Le informazioni raccolte favoriscono la partecipazione dei bambini, delle colleghe, delle famiglie e di qualsiasi altra figura professionale che a vario titolo può contribuire al processo di sviluppo dei bambini. L’osservazione di cui stiamo parlando non ci serve per raccogliere dati quantitativi ma qualitativi, come pure la documentazione a cui facciamo riferimento non si riferisce al prodotto, al risultato di un’azione, ma bensì al processo che la definisce. Fermarsi al prodotto finale, al qui e ora, non permette di conoscere e comprendere il pieno valore di ciò che esso rappresenta, perché troppi sono gli elementi che possono sfuggire, in particolare il come e il perché. Inoltre, educativamente parlando, avremo poche possibilità di valutazione, come pure di formulare ipotesi di significato, di potenziamento e di sviluppo.


La documentazione pedagogica
Nello specifico si parla di documentazione pedagogica riferendosi all’accompagnare a cogliere il valore profondo delle esperienze. Il processo diventa al contempo sostanza e documento dell’esperienza educativa. Osservare e descrivere i passaggi attraverso i quali è nata e ha preso forma una certa esperienza e/o produzione, ci permette di non rimanere fermi ad una lettura superficiale e ci offre la possibilità di andare oltre, ci permette di cogliere aspetti quali la motivazione, l’attenzione, gli interessi, le relazioni, gli stati d’animo, le emozioni e molto altro. La documentazione raccolta permette all’educatore, al docente di avere uno spazio di riflessione, permette di ragionare su che cosa una specifica esperienza può raccontare e contemporaneamente permette di avere molteplici punti di vista tra loro complementari.
Documentare diviene dunque una delle attività facenti parte del processo degli apprendimenti del singolo e del gruppo, in quanto si caratterizza come tempo per analizzare quanto osservato, facendo ponte tra le ipotesi, le attività, le verifiche e le scoperte.


Come rendere efficaci osservazione e documentazione
Affinché osservazione e documentazione siano efficaci è fondamentale decidere a priori cosa osservare e documentare; quando, come e perché. In questo modo si evita di perdere elementi fondamentali o piccoli dettagli che permettono di comprendere in modo più attento e approfondito il processo di apprendimento del bambino.

A questo punto dobbiamo chiederci per chi fare queste attività? A questa domanda non c’è una risposta univoca ma possiamo constatare che noi osserviamo e documentiamo per:

  • I bambini. Offrendo loro la possibilità di avere memoria e di ricordare le esperienze fatte, di rileggerle elaborando interpretazioni alternative ai propri prodotti o vissuti. Possono dare senso alle loro esperienze, vedere i cambiamenti, dare loro la possibilità di condividere allegramente con altri quanto vissuto o raggiunto.
  • Le educatrici e le insegnanti. Offrendo un’occasione per una revisione del proprio operato, per riflettere, in questo caso a posteriori, sulle scelte di contenuto, didattiche, metodologiche e di comunicazione effettuate, sul loro senso ed efficacia.
  • Le famiglie. Facendo da ponte tra scuola e famiglia, per la restituzione di esperienze ma anche come terreno di dialogo e confronto, di condivisione e costruzione di nuove alleanze.
  • Il territorio che in questo caso diviene co-costruttore di percorsi educativi.
  • La continuità diacronica e sincronica come strumento di comunicazione, ma anche di condivisione.

Un’osservazione attenta permette di scattare e poi offrire fotografie di qualità, in cui non ci si ferma a vedere solo quanto appare ma si accompagna a cogliere il “cosa succede” “perché succede” e “come succede” dal punto di vista educativo ed evolutivo. Gli strumenti utilizzabili per una pratica così complessa sono vari e differenti: dalle griglie al diario di bordo, dalle immagini alle scritture di vario genere. Quando si documenta attraverso un’attenta osservazione, un ascolto attivo e un lavoro di immagini e scrittura si riescono a generare relazioni ricche e dettagliate al punto che leggendole più volte è possibile cogliere sfumature differenti in base a ciò che si ricerca, tenendo così aperti gli sguardi facendo anche un’opera di autovalutazione.

  • Coordinatrice Scientifica Raffaello Scuola, Pedagogista e Pedagogista Clinico, Coordinatrice Scolastica, consulente e formatrice, ideatrice di progetti didattici. Autrice di articoli e testi didattici per l’infanzia e libri adozionali per la scuola Primaria. Svolge attività di ricerca-azione presso il Centro Infanzia “Giovanni XXIII”.

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  • Pedagogista, coordinatrice servizi 0-6. Specializzata in Teoria e pratica della progettazione educativa e formativa; in Modelli e metodologie di intervento per BES, DSA e GIFTED CHILDREN; in teorie e pratiche per lo sviluppo e il benessere psicologico in età prescolare.

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