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Shoah: come parlarne con le classi della Scuola Primaria?

| Flavia Franco | , | Tempo di lettura: 4 min.
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Materiali per affrontare l’argomento, dalla prima alla quinta

Nel corso dell’anno ci vengono proposte molte giornate speciali, che si dividono in giornate Nazionali, cioè decise dal nostro Stato, e giornate Internazionali, cioè stabilite dalle organizzazioni sovranazionali. Sono momenti di riflessione che ci invitano a ricordare qualcosa di bello che è successo in passato oppure a celebrare qualche importante accadimento della storia dell’umanità, oppure nascono con lo scopo di farci riflettere sull’importanza dei delle relazioni, dei diritti, degli affetti, oppure per metterci in guardia contro pericoli che possiamo correre, noi e il mondo che ci circonda.
Ce ne sono però alcune che ci invitano a ricordare degli eventi che preferiremmo non fossero mai accaduti. È il caso del Giorno della Memoria, che viene celebrato in tutto il mondo il 27 gennaio.
Il 27 gennaio è una data simbolica: proprio in quel giorno del 1945, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, furono abbattuti i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz in Polonia e tutto il mondo conobbe davvero quali orrende azioni aveva fatto in molti Paesi d’Europa il governo nazista, guidato da Adolf Hitler.
Progressivamente si scoprì che furono milioni le persone rinchiuse e uccise nei campi di concentramento nazisti. Questo sterminio viene definito Olocausto (una parola che significa “estremo sacrificio”). Sei milioni di queste vittime innocenti erano ebrei: il loro sterminio viene chiamato Shoah (cioè “distruzione” in ebraico).
 
PERCHÉ È IMPORTANTE PARLARE CON I NOSTRI ALUNNI DI UN EVENTO COSÌ DOLOROSO CHE HA SEGNATO L’UMANITÀ INTERA?
Perché parlare di Olocausto non vuol dire parlare solo di morte. Ma anche e soprattutto di speranza, di solidarietà e di supporto reciproco. Le storie che ci giungono attraverso le testimonianze dei sopravvissuti, le vicende narrate dai libri o dai film che propongono storie vere o romanzate sono intrise di esempi eroici di generosità, di sacrificio della propria vita per la salvaguardia di quella degli altri, di calore umano, di condivisione e di amore.
È per questo che dobbiamo parlarne coi nostri alunni e alunne: perché sappiano che esiste sempre la possibilità di scegliere la via dell’amore e della solidarietà, perché crescano nella fiducia, sicuri che la speranza è una luce in grado di illuminare anche le notti più buie.
Naturalmente l’argomento, essendo potenzialmente molto doloroso, va affrontato con gradualità e delicatezza, adeguando i contenuti all’età degli alunni.
A seguire trovate il link ad alcune attività, suddivise per classi, che ho proposto nel corso degli anni per i miei alunni: video, film, libri, conversazioni…
 
 
Il 27 gennaio sarà anche il giorno in cui le classi potranno collegarsi in diretta live con la scrittrice Paola Valente, un incontro speciale per parlare della Shoah attraverso la testimonianza della parola scritta. Scopri l’iniziativa!
Ed è proprio con le parole di Liliana Segre che mi piace chiudere questa riflessione:
 
“Avevo scelto, quasi in modo automatico, bestiale, irrazionale, infantile – in fondo ero ancora una bambina – e nello stesso tempo in modo maturo, vecchio, ottuagenario – in fondo ormai tale ero diventata – avevo scelto di non essere lì, perché era la realtà intorno a me che era inaccettabile. Avendo scelto la vita – ho sempre scelto la vita e anche adesso che sono vecchia scelgo la vita. Non potevo accettare la morte intorno a me e quindi avevo scelto di non vedere. Avevo scelto di essere una stellina.”
 

 

  • Insegnante di scuola primaria, tutor di scienze della formazione primaria, autrice di testi ministeriali e di narrativa, formatrice esperta di didattica della letto-scrittura, giornalista, blogger.

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