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Una spinta gentile per un mondo più accogliente

| Mirella Mazzarini | , , | Tempo di lettura: 6 min.
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Giornata Mondiale della Gentilezza

Il 13 novembre è la Giornata Mondiale della Gentilezza, che dal 1998 si festeggia in tutto il mondo come World Kindness Day. Questa data coincide con la giornata d’apertura della Conferenza del “World Kindness Movement” (Tokyo nel 1997) che si è chiusa con la firma della Dichiarazione della Gentilezza. Il movimento ha inteso promuovere il potere positivo della gentilezza attraverso la proposta di una ricorrenza finalizzata a ispirare gesti di generosità e di altruismo “per creare un mondo più gentile”.

Perché questa giornata è così importante? Come si può definire la gentilezza?
Molti possono affermare che la sensazione di aver incontrato una persona gentile si avverte in modo immediato; più difficile, invece, è riuscire a definire cosa sia “gentilezza”. Una parola preziosa, che sembra oscillare e mescolarsi ad altre: benevolenza, ascolto, cortesia, premura. Una parola che ha attraversato il tempo riuscendo a esprimere i tanti aspetti possibili di un comportamento “gentile”, fino alla formulazione più innovativa, che dobbiamo al premio Nobel per l’economia 2017, Richard Thaler, padre delle “Nudge”, la teoria che riguarda “una spinta gentile”, ovvero le strategie da utilizzare per decisioni migliori nei vari ambiti del comportamento.

LA GENTILEZZA NELLA LETTERATURA

“Biondo era e bello e di gentile aspetto”, scrive Dante Alighieri per narrare, nella Divina Commedia (III canto, Purgatorio), l’incontro con Manfredi, figlio di Federico II di Svevia. Un verso che esprime tutto il rispetto del poeta verso un personaggio che si pone in modo pacato, senza, tuttavia, rinunciare a chiedere a Dante di riferire alla figlia Costanza la sua situazione nell’antipurgatorio e la verità sulle sue vicende. Ecco, allora, una possibile definizione, di gentilezza: un aspetto che riguarda un comportamento equilibrato, un atteggiamento cordiale. La gentilezza di Manfredi possiede il tratto insito nel significato originario della parola “gentile”. “Gentilis”, dal latino, è chi appartiene alla gens, alla stirpe, quindi di buona stirpe, nobile di nascita, di origine. Così di Enea, nel canto XXIV dell’Inferno, è scritto “onde uscì de’ Romani il gentil seme”, vale a dire il capostipite della gente romana.

Ma la gentilezza può essere ritrovata in un sorriso, in una carezza, in un saluto: “potete sempre dar qualcosa, non foss’altro che gentilezza”, ha scritto Anna Frank. Nell’evoluzione del significato di gentilezza, infatti, al valore della stirpe, si sostituisce in modo sempre più evidente il valore delle doti spirituali, la nobiltà dei sentimenti, l’animo essenzialmente gentile. Ancora a Dante dobbiamo quell’ “Amor ch’al cor gentil ratto s’apprende”, verso famosissimo in cui il poeta canta l’amore di Paolo e Francesca.

Quale potere ha la gentilezza sulle persone e sul mondo? Quali energie suscita?
Ancora Dante può ispirarci attraverso Beatrice, la gentilissima: Beatrice è la donna per cui Dante abbandonò “la volgar schiera”, la donna alla quale ha dedicato il sonetto “Tanto gentile e tanto onesta pare”.

Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.

La gentilezza è una qualità così potente da suscitare un’ammirazione che lascia ammutoliti? Dante nel sonetto, sicuramente il più famoso in lode di Beatrice, coglie la personalità di Beatrice nel suo procedere e nel suo salutare, come modi che sanno esprimere dimensioni di attenzione profonda verso gli altri.

IL MOVIMENTO PICCOLA GENTILEZZA

Se per Dante la gentilezza è essenzialmente nobiltà d’animo, oggi, in un percorso di arricchimento del concetto stesso, riconosciamo nella gentilezza una qualità che esprime e rappresenta valori di umanità. La forza generatrice della gentilezza è quella che sentiva fortemente di voler diffondere Seiji Kaya, già presidente dell’Università di Tokyo, nel discorso di addio agli studenti il giorno della laurea: “Voglio che tutti voi siate coraggiosi nel praticare la ‘piccola gentilezza’, creando così un’ondata di gentilezza che un giorno investirà tutta la società giapponese”.

Furono proprio queste parole, pronunciate nel marzo 1963, diffuse sui vari media, a segnare l’inizio del Movimento Piccola Gentilezza. La convinzione che il mondo abbia bisogno di gentilezza si è imposta in modo tale che via via le adesioni delle Nazioni al movimento sono aumentate e, parallelamente, si sono create Reti di programmi. L’Italia è presente nel movimento dal 2000, partecipando ad iniziative su buone pratiche di condivisione e sviluppo sostenibile. La sede del movimento è a Parma. Oltre 100 i Comuni italiani che hanno aderito alla Rete Nazionale Assessori alla Gentilezza, valorizzando la collaborazione tra istituzioni e cittadini. “Il tempo della gentilezza” rappresenta una delle Campagne ideate per costruire legami di disponibilità fra le persone, per essere vicini a chi è in difficoltà.

Esiste anche una Rete Nazionale Insegnanti per la Gentilezza per coordinare progetti educativi incentrati sugli aspetti formativi della gentilezza. Molti Istituti hanno progettato percorsi educativi finalizzati al valore della gentilezza in tutti i suoi aspetti, calati nella specificità di tutti gli ordini di scuola. “Largo alla Gentilezza” può riferirsi al gioco, alla musica, al parlare, all’inventare storie, al muoversi. Ci sono scuole in cui la gentilezza è descritta lungo le scale dell’edificio che gli alunni salgono per entrare a scuola! Una descrizione operativa di un impegno quotidiano!
Importante è offrire nuove, spesso inedite, opportunità di affrontare positivamente i molteplici aspetti del nostro tempo, la complessità delle relazioni interpersonali, educando alla capacità di vivere costruttivamente insieme.

Un atto gentile scaturisce da un sentimento che diventa capacità di dare valore agli altri, di provare empatia, di comunicare generosità e solidarietà. È un comportamento che denota altruismo, benevolenza, desiderio di vicinanza. Non è debolezza.
Può essere una strategia? Può essere formalismo? La gentilezza vera non ammette falsificazioni, altrimenti non si trasformerà mai in quell’onda capace di trasformare il mondo e non sarà mai un piacere che si alimenta di reciprocità.

La gentilezza è una bomba pacifista. Per me è una qualità, un modo di approcciarsi agli altri che mi commuove e che porta con sé, sembra un controsenso, una carica potente.
Nel luogo comune contemporaneo il vincente è quello aggressivo e arrivista. Rivaluto la gentilezza che, come il sorriso, spiazza. La trovo in cose semplici, anche nel gesto di un cameriere, ma mi emoziona soprattutto quando viene da chi è più debole.

(Francesco Gabbani)

Quando la misura e la gentilezza si aggiungono alla forza, quest’ultima diventa irresistibile.
(Gandhi)

Sii gentile quando possibile. È sempre possibile.
(Dalai Lama)

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