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Progettare e sviluppare i contesti di apprendimento

| Laura Mattera | , ,
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Apprendere è un’esperienza che ci accompagna lungo tutto il ciclo di vita. L’apprendimento prevede il coinvolgimento di molteplici processi psichici che sono in continua interazione tra loro, processi cognitivi, emotivi, metacognitivi, motivazionali e socio-relazionali.

Perché è importante parlare di contesto di apprendimento? Questa espressione ci orienta a riflettere su quanto l’apprendimento non sia un meccanismo che prevede solo trasmissione, ricezione e immagazzinamento di informazioni.  Dove apprendiamo, con chi apprendiamo, perché apprendiamo, quando apprendiamo, in che modo apprendiamo ha un impatto sul funzionamento dei processi psichici che sostengono gli apprendimenti nonché sul benessere e quindi sulla salute di chi apprende.

Diventa dunque centrale soffermarsi e progettare non solo il “cosa” e quindi i contenuti, ma anche dedicare del tempo a riflettere, progettare e sviluppare il contesto di apprendimento.  Ad esempio chiedersi: “Come presento quell’argomento?”, “Come sostengo la motivazione?”, “E se un bambino o una bambina in quel momento non riesce a svolgere l’attività educativa o didattica presentata?”, “In che modo accompagno ad apprendere e ad affrontare l’ostacolo incontrato?” etc.

Parlare di contesto di apprendimento vuol dire quindi mettere in luce molteplici aspetti, tanti quanti sono i fattori che intervengono e che incidono sulla qualità degli apprendimenti. Vuol dire anche avere come premessa basilare che ogni essere umano è unico e irripetibile e quindi chi apprende ha dei propri bisogni, modalità, strategie e stili di apprendimento; ogni gruppo, sezione, classe ha le proprie specificità che non sono sempre le stesse ma che cambiano ed evolvono; ogni servizio educativo o scuola è un luogo fisico ma soprattutto un luogo che influenza è che influenzato e co-costruito da chi lo abita.  Per approfondire come progettare e sviluppare il contesto di apprendimento è necessario sottolineare prima di tutto l’importanza di una prospettiva flessibile, personalizzata e inclusiva (Come progettare un contesto d’apprendimento? Scoprilo con l’articolo dedicato link.

Inoltre, anche l’ambiente, il luogo in cui si apprende può favorire o ostacolare gli apprendimenti.

Ad esempio, chiediamoci: come è strutturato lo spazio in cui è previsto lo svolgimento dell’attività educativo o didattica?

Ci sono abbastanza luci? È un ambiente in cui ci sono molti stimoli sonori? Quanti materiali educativi o didattici sono presenti? Quali? Come sono disposte le sedie? Sono disposte in modo che sia favorita una collaborazione tra pari o uno svolgimento individuale dell’attività? Ecc.

Capiamo bene che a queste domande non ci sono delle risposte univoche o universali ma l’ambiente sarà da progettare e costruire in base agli obiettivi di apprendimento, e lo stesso ambiente di apprendimento sarà poi da aggiornare, rinnovare e co–costruire in base alle esigenze, alle sfide e anche agli ostacoli che si incontreranno lungo il percorso di apprendimento. Sono domande a cui è importante dare spazio perché apprendere è un processo dinamico, attivo e interattivo che si realizza all’interno di un contesto sociale.

Non c’è quindi un’unica e generale modalità che assicura un contesto di apprendimento efficace. Sviluppare un contesto che sia orientato a favorire e a sostenere i processi di apprendimento richiede elasticità, mobilità, creatività.

Progettare e costruire un contesto che sia promotore dell’apprendimento richiama al porre la centralità su chi apprende in modo che bambini e bambine, alunni e alunne siano davvero protagonisti attivi del loro percorso di apprendimento grazie ad un contesto che li considera nella loro totalità e unicità promuovendo gli apprendimenti e il benessere, lo stare bene a scuola.

  • Psicologa e Psicoterapeuta, si occupa di età evolutiva e di età adulta. Svolge attività di consulenza e formazione in contesti educativi e scolastici in particolare per la fascia 0-6 anni. Ha collaborato alla stesura di testi ed è autrice di articoli per l’infanzia.

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