Skip to main content

Il ruolo delle storie nell’educazione: strumenti, relazioni e apprendimento

| Paolo Maule | , , , | Tempo di lettura: 4 min.
Condividi

Quando iniziai a lavorare come insegnante nella Scuola Secondaria di secondo grado, mi sentivo pronto ad affrontare le prime sfide. Ero certo e fiducioso della mia “cassetta degli attrezzi”, una raccolta costruita negli anni di formazione: tecniche di studio, abilità relazionali, criteri diagnostici e un elenco infinito di sigle – BES, DSA, PEI, PDP – e griglie di valutazione. Eppure, fu subito chiaro che qualcosa ancora mi mancava.

Conoscere la storia di vita come chiave dell’apprendimento
In primo luogo, mi resi conto che senza conoscere la storia di vita del ragazzo o della ragazza che avevo di fronte, nessuna tecnica avrebbe potuto funzionare davvero. Uno strumento educativo diventa efficace solo quando si adatta e si fonde con la vita e le abitudini di chi lo utilizza. In caso contrario, la metodologia finisce per essere applicata meccanicamente, abbandonata dopo poco tempo, come un oggetto utile solo durante il training e poi dimenticato.

Ricordo una ragazza che, in seguito ad alcune brutte valutazioni, venne invitata a seguire i corsi di recupero disciplinari e di tecniche di studio, ma fu inutile: non ci furono miglioramenti. La svolta avvenne quando venimmo a sapere che viveva in una casa piccola, con una famiglia numerosa, e non aveva un posto silenzioso in cui studiare. Individuammo una biblioteca di quartiere nella quale poteva recarsi tutti i pomeriggi. In breve, il suo rendimento migliorò e fu in grado di applicare anche le tecniche di studio che le erano state insegnate.

Le storie come ponte relazionale
Le storie sono molto più che semplici racconti: sono un ponte relazionale. Ascoltare le esperienze dei ragazzi e condividere, con il giusto filtro, le proprie, crea un ambiente educativo autentico, basato sulla fiducia e sullo scambio reciproco. Questi momenti di condivisione trasformano la relazione insegnante-allievo in un legame significativo e autentico, essenziale per un apprendimento profondo.

Sono un utile strumento anche per creare inclusione: un paio di compagni di classe di un ragazzo con ipoacusia ridevano e lo prendevano in giro ogni volta che parlava. Colto il momento opportuno, è stata raccontata loro la storia e il vissuto del compagno, mettendo in evidenza l’impegno e la fatica che ha dovuto affrontare per riuscire a parlare. I ragazzi hanno compreso la situazione e, da quel giorno, non hanno più riso né preso in giro il compagno.

La narrazione come strumento di apprendimento
C’è un terzo aspetto fondamentale: la narrazione è centrale anche per l’apprendimento stesso. Osservando i miei studenti, mi accorsi di quanto alcuni di loro avessero difficoltà a dare ordine ai propri pensieri. Le loro narrazioni risultavano confuse, prive di un focus chiaro, con nessi logici spezzati. La loro comunicazione sembrava una corsa frenetica a svuotare una scatola di Lego, gettando pezzetti di conoscenza disordinati nel mondo, senza coerenza o una direzione precisa.

A quel punto, capii che ciò che mancava era un “libretto di istruzioni”: una trama narrativa che sapesse tenere insieme i pezzi del sapere. Ripescai il metodo dei Loci, un’antica tecnica di memoria, costruendo piccole storie per aiutare i ragazzi a ricordare informazioni complesse, come quelle scientifiche. Il risultato fu notevole: gli studenti memorizzavano meglio e più velocemente quando i contenuti erano interconnessi da legami logici e narrativi.

Lo storytelling: un campo in espansione
Questa intuizione mi spinse ad approfondire il valore della narrazione nella didattica. Immergendomi nella letteratura, scoprii che lo storytelling stava suscitando l’interesse di molti esperti nel campo educativo e scientifico. Basti pensare che, secondo il database PubMed, le pubblicazioni scientifiche dedicate allo storytelling sono passate da 29 nel 2004 a ben 418 nel 2024.

Un dato che non lascia dubbi: le storie non sono solo intrattenimento, ma strumenti potenti per educare, apprendere e costruire relazioni. Riscoprire il valore della narrazione significa fornire ai ragazzi non solo strumenti per imparare, ma anche chiavi per interpretare il mondo e la propria vita. Ora, quando estraggo i miei strumenti dalla ‘cassetta degli attrezzi’, mi chiedo: quale storia significativa posso costruire e provare a narrare insieme a questa studentessa e a questo studente?

  • Psicologo Psicoterapeuta, specializzato per le attività di sostegno, lavora nella Scuola secondaria di secondo grado. Promuove la narrazione come strumento psicoeducativo attraverso laboratori di scrittura e storytelling.

    Visualizza tutti gli articoli

Condividi questo articolo:


Ultimi articoli


La professionalità docente
Scritto da Patrizia Granata |
| , , ,
Cento anni dalla nascita di Alberto Manzi
Scritto da Mirella Mazzarini |
| , ,
Suggerimenti strategici per un PEI perfetto
Scritto da Evelina Chiocca |
| , , ,
Osservare per documentare
Scritto da Patrizia Granata |
| , ,